Un caso internazionale

Kenneth Smith è stato ucciso: il primo condannato asfissiato con l’azoto, eseguita la pena di morte in Alabama

Si erano mobilitate Amnesty International, le Nazioni Unite, Nessuno Tocchi Caino, la Comunità di Sant'Egidio. Niente da fare: il boia ha colpito. Una tecnica considerata tortura anche dai veterinari

Cronaca - di Antonio Lamorte - 26 Gennaio 2024

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Chi è Kenneth Smith condannato in Alabama alla pena di morte e giustiziato con l’azoto

Kenneth Smith è morto: è stato giustiziato in Alabama, Stati Uniti, il detenuto 59enne condannato per omicidio. È stato il primo a essere condannato con l’azoto, per asfissia. Un’agonia durata 22 minuti. La vicenda aveva fatto il giro del mondo per la sua particolare crudeltà, disumanità. L’esecuzione era stata rinviata di alcune ore per attendere l’esito dell’ultimo appello alla Corte Suprema americana. La condanna a morte tramite il metodo dell’ipossia da azoto è considerata contraria ai diritti umani da diverse organizzazioni non governative e anche dalle Nazioni Unite, secondo cui si tratta di tortura.

La condanna è stata eseguita nel carcere di Altmore. Smith era stato condannato nel 1989 per l’omicidio a coltellate di una donna, Elizabeth Sennet. Delitto commissionato dal marito della vittima, un predicatore, che voleva intascare i soldi dell’assicurazione e che aveva promesso 1000 dollari a Smith e a un altro sicario, già giustiziato nel 2010. Smith in tribunale disse di essere stato presente all’omicidio ma di non avervi partecipato. La giuria popolare chiese l’ergastolo, il giudice decise per la pena di morte.

La condanna fallita di Kenneth Smith

La condanna fallì due anni fa, quando non si riuscì a trovare una vena del condannato, per proseguire con l’iniezione letale entro il termine stabilito dal mandato di morte dello Stato. Smith allora aveva denunciato una grave sindrome post traumatica da stress e i suoi avvocati avevano cercato di rinviare o annullare l’esecuzione invocando l’Ottavo Emendamento della Costituzione che vieta punizioni “crudeli e inusuali”. La vicenda aveva superato i confini nazionali. Se ne erano interessate anche Amnesty International, Nessuno Tocchi Caino e la Comunità di San’Egidio.

Niente da fare: lo Stato – che ha uno dei più alti tassi di esecuzioni capitali pro capite negli Stati Uniti e 165 persone al momento nel braccio della morte – ha deciso di sperimentare una tecnica mai usata finora su un essere umano. Una pratica legale in Alabama ma finora mai utilizzata negli Stati Uniti. Tramite una maschera come quelle per somministrare ossigeno, una macchina pompa azoto gassoso per almeno 15 minuti o 5 minuti dopo che l’elettroencefalogramma risulti piatto. Si muore soffocati. Una tecnica considerata inadatta anche dai veterinari per l’uccisione di animali.

L’esecuzione di Kenneth Smith

“Stasera l’Alabama fa fare un passo indietro all’umanità. Me ne vado con amore, pace e luce”, aveva dichiarato Smith prima di morire. Aveva fatto con le mani il segno del “ti amo” verso i familiari e infine aveva ringraziato: “Grazie per avermi supportato. Vi voglio bene, tutti”. Kenneth Eugene Smith è stato legato, sul volto la maschera che gli ha coperto naso e bocca. L’azoto puro a pressione è stato sparato dalla maschera, i polmoni incapaci di assorbire l’ossigeno. Per almeno due minuti il condannato è rimasto cosciente, i giornalisti ammessi all’esecuzione lo hanno visto tremare e contorcersi sulla barella alla quale era legato con delle cinture. Un funzionario ha infine descritto i movimenti del condannato come “involontari e imprevisti”. Il decesso è stato dichiarato alle 20:25.

La governatrice dello Stato, Kay Ivey, dopo l’esecuzione ha diffuso una nota: “Dopo più di 30 anni e di tentativi per ingannare il sistema, il signor Smith ha pagato per i suoi crimini orrendi”. È stata la prima volta che una condanna a morte è stata eseguita con l’azoto da quando è stata introdotta l’iniezione letale nel 1982. I testimoni sono stati condotti nella sala accanto a quella dell’esecuzione. Una nota dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani ha osservato come “questo metodo non testato potrebbe essere estremamente doloroso, comportare un’esecuzione fallita e potrebbe equivalere a tortura o altri trattamenti o punizioni crudeli, inumani o degradanti, violando così i trattati internazionali sui diritti umani che gli Stati Uniti hanno ratificato”.

26 Gennaio 2024

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