La sentenza
Saluto romano, è reato ma legittimo in caso di commemorazione: la decisione della Cassazione
La pronuncia dei giudici rimanda alla legge Scelba e stabilisce che va rifatto il processo sul caso Ramelli (2016)
Politica - di Redazione Web
Per il saluto romano va contestata la legge Scelba sull’apologia del fascismo e in particolare l’articolo 5. È la decisione delle sezioni unite della Cassazione che hanno disposto un processo di appello bis per otto militanti di estrema destra che avevano compiuto il saluto nel corso di una commemorazione a Milano nel 2016. Nelle informazioni provvisorie la Suprema Corte afferma che “la ‘chiamata del presente’ o ‘saluto romano’ è un rituale evocativo della gestualità propria del disciolto partito fascista, integra il delitto previsto dall’articolo 5 delle Scelba, ove, avuto riguardo a tutte le circostanze del caso, sia idonea a integrare il concreto pericolo di riorganizzazione del disciolto partito fascista“.
Il saluto romano secondo la Cassazione
I giudici, inoltre, ritengono che “a determinate condizioni può configurarsi” anche la violazione della legge Mancino che vieta “manifestazioni esteriori proprie o usuali di organizzazioni, associazioni, movimenti o gruppi che hanno tra i propri scopi l’incitamento alla discriminazione o alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi. I due delitti possono concorrere sia materialmente che formalmente in presenza dei presupposti di legge“.
Da Ramelli ad Acca Larenzia
Quindi, mentre il processo Ravelli andrà rifatto, ciò che è accaduto qualche giorno fa ad Acca Larentia non costituirebbe reato. In quel caso, essendo una commemorazione della strage avvenuta a Roma il 7 gennaio 1978 davanti alla sede del Movimento Sociale Italiano, le tante braccia tese viste e diventate virali attraverso foto e video, non andrebbero perseguite. Cosa accadde quel giorno di 46 anni fa? Un gruppo armato afferente alla estrema sinistra fu colpevole di aver ucciso due giovani militanti dell’MSI: Franco Bigonzetti e Francesco Ciavatta.