Patteggiamento da 500 euro
Adamo Guerra, condannato il “finto suicida” che abbandonò moglie e figlie: scovato in Grecia da ‘Chi l’ha visto’
Cronaca - di Carmine Di Niro
Se l’è cavata col patteggiamento: 40 giorni di reclusione e 100 euro di multa, convertiti in una pena pecuniaria complessiva di 500 euro. È questo l’esito del processo nei confronti di Adamo Guerra, il 55enne sparito nel 2013 da Lugo, cittadina in provincia di Ravenna dove vivono tutt’ora l’ex moglie e le due figlie.
La finta scomparsa di Adamo Guerra
La sua vicenda era diventata un caso mediatico a seguito di una inchiesta della trasmissione di Rai3 ‘Chi l’ha visto?’ che aveva raggiunto l’uomo a Patrasso, in Grecia. Si pensava fosse morto, la Procura di Bologna aveva archiviato nel 2014 l’indagine definendo “verosimile” l’ipotesi del suicidio
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Guerra, già separato dall’ex moglie Raffaella Borghi, lasciò in casa due lettere, trovate da sua madre, in cui diceva che aveva problemi economici e di voler farla finita: il 55enne invece si era semplicemente creato una seconda vita all’estero, abbandonando i familiari.
Inizialmente si pensò a un suicidio ma, come verbalizzò la stessa ex moglie il 30 settembre 2016, Guerra venne rintracciato in Grecia dalla polizia di quel Paese, a seguito di ricerche in ambito europeo. Il ritrovamento fu notificato all’ex moglie e ai genitori di lui, che dalla scomparsa/allontanamento del figlio hanno aiutato, con una somma mensile, il sostentamento delle due nipoti.
Ma verso la fine dell’estate 2016 Borghi denunciò l’ex: aveva bisogno di maggiori risorse dal momento che, tra l’altro, una delle due figlie sarebbe andata di lì a poco all’università. Borghi aveva detto di aver saputo che l’ex non era morto quando a febbraio 2022 aveva fatto richiesta all’Aire (Anagrafe italiani residenti all’estero) di essere un cittadino italiano residente in Grecia.
Il processo a Guerra
Al processo tenutosi ieri Adamo Guerra, accusato di violazione degli obblighi familiari proprio in connessione alla sua fuga, era assente.
Il patteggiamento con la Procura di Ravenna è stato accolto dal giudice Antonella Guidomei, che ha escluso la possibilità per ex moglie e figlie di costituirsi parte civile. Lo scorso ottobre il “finto suicida” aveva divorziato dall’ex moglie e cercato di di contattare le figlie, senza però ricevere un perdono in cambio.