La denuncia dell'Oms
Scontro tra Netanyahu e gli Usa: “A Gaza fino alla fine, Onu inutile”
I ministri dell’ultradestra respingono l’invito alla moderazione di Blinken, che aveva chiesto di fermare il massacro di civili. E l’ambasciatore: “Nazioni unite? Non hanno motivo di esistere”
Esteri - di Umberto De Giovannangeli
Netanyahu, Gallant, Katz, Ben-Gvir: il “fuoco amico” israeliano “abbatte” l’alleato americano che invitava alla moderazione. E l’ambasciatore d’Israele alle Nazioni Unite sentenzia: l’Onu filo-Hamas non ha ragione di esistere
Blinken a Netanyahu: «Bisogna evitare altri danni ai civili di Gaza»
Il segretario di Stato americano Antony Blinken ha chiesto al premier israeliano Benjamin Netanyahu di evitare «ulteriori danni ai civili» a Gaza. Lo riferisce il portavoce del dipartimento di Stato a Tel Aviv.
«Il segretario ha riaffermato il sostegno degli Stati Uniti al diritto di Israele di impedire che gli attacchi terroristici del 7 ottobre si ripetano e ha sottolineato l’importanza di evitare ulteriori danni civili nonché di proteggere le infrastrutture civili a Gaza», ha detto il portavoce del dipartimento di Stato Matthew Miller dopo il colloqui tra Blinken e Netanyahu.
Gallant: le operazioni a Khan Yunis si intensificheranno
Le operazioni a Khan Yunis, nel sud di Gaza, «si intensificheranno e continueranno fino a quando i capi di Hamas saranno raggiunti e gli ostaggi recuperati».
Lo ha detto il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant al segretario di Stato Usa Antony Blinken. «I cambiamenti nelle tattiche di combattimento nella zona nord della Striscia – ha aggiunto Gallant – permetteranno a Israele di raggiungere i suoi obiettivi nella guerra».
«Un aumento della pressione sull’Iran è fondamentale e potrebbe impedire un’escalation regionale in ulteriori aree», ha aggiunto. Gallant ha anche definito «prioritario il ritorno al nord del Paese degli sfollati israeliani» costretti a fuggire dalle azioni degli Hezbollah libanesi. «Israele – ha confermato – preferisce ottenere questo obiettivo con la via diplomatica, ma sta preparando anche alternative militari».
Katz a Blinken: continueremo guerra ad Hamas fino alla fine
Il ministro degli Esteri israeliano Israel Katz ha detto ieri al suo omologo americano che l’esercito del suo paese necessita di «portare a compimento la guerra» con Hamas, al fine di garantire il ritorno degli ostaggi israeliani e garantire la «sicurezza del nostro popolo».
Parlando con Blinken a Tel Aviv, Katz ha anche detto che i civili che erano stati evacuati dalle città del nord di Israele a causa dei combattimenti transfrontalieri tra l’esercito israeliano e i combattenti di Hezbollah in Libano non possono ancora tornare a casa.
«Quindi dobbiamo trovare un modo. Un modo diplomatico per esercitare molta pressione sull’Iran e su Hezbollah affinché si ritirino il più presto possibile», ha affermato, aggiungendo: «Il punto è esercitare molta pressione ora per prevenire la guerra domani».
Katz ha inoltre spiegato a Blinken che è importante fare tutto il possibile per prevenire una guerra con Hezbollah, che secondo lui «distruggerà il Libano».
Ben-Gvir a Blinken: «Con Hamas serve usare un grosso bastone»
«Signor segretario Blinken, non è questo il tempo di parlare dolcemente con Hamas. Questo è il tempo di usare un grosso bastone». Lo ha detto il ministro della Sicurezza nazionale e leader della destra radicale israeliana Itamar Ben-Gvir su X usando una frase attribuita al presidente Theodore Roosevelt riguardo la politica estera da fare «parlando dolcemente ma con un bastone» in mano.
Israele contro l’Onu: non ha ragione di esistere
Nuovo durissimo attacco di Israele all’Onu. L’ambasciatore Gilad Erdan in Assemblea Generale ha parlato del bimbo israeliano Kfir, ostaggio di Hamas, che ha festeggiato il suo primo compleanno in prigionia.
«E voi preferite discutere del cessate il fuoco?», ha urlato, promettendo che il suo Paese continuerà a lottare per difendersi. «Un’organizzazione che non prende posizione quando un bambino di un anno è preso in ostaggio è complice dei terroristi e non ha ragione di esistere», ha detto, puntando ancora il dito contro l’Onu perché «continua a concentrarsi sul cessate il fuoco a Gaza e sugli aiuti e non sugli ostaggi».
L’ambasciatore israeliano all’Onu ha poi ricordato che «Hamas ha brutalmente violentato le donne israeliane, usando lo stupro come arma di guerra». «Ne hanno parlato anche i media americani, ma qui, nell’organizzazione che dovrebbe difendere i diritti umani? Silenzio. Le donne israeliane non sono donne, i bambini israeliani non sono bambini», ha aggiunto, accusando le Nazioni Unite di «vergognosa indifferenza».
«Invece di preoccuparsi degli ostaggi le agenzie Onu si preoccupano solo della gente di Gaza, gente che ha votato per Hamas», ha detto ancora, affermando che l’Onu «è diventato un altro strumento nelle mani dei terroristi». E infine ha ribadito che «il cessate il fuoco è una vittoria per Hamas, null’altro».
Oms: “Mai viste così tante amputazioni, anche tra i bambini”
Il dottor Rik Peeperkorn, rappresentante dell’Oms, l’Organizzazione mondiale della Sanità, per i Territori palestinesi occupati, ha dichiarato da Gerusalemme che quasi 59.000 palestinesi sono stati feriti nella Striscia di Gaza dall’inizio della guerra.
Ha citato diversi casi di trauma: “Traumi spinali, lesioni da schiacciamento, gravi ustioni, amputazioni. Non ho mai visto così tante amputazioni in vita mia, anche tra i bambini”, ha detto, “questo avrà un impatto a lungo termine su tutto”.
Sean Casey, coordinatore delle squadre mediche di emergenza dell’Oms con sede nel Sud di Rafah, ha denunciato anche la grave carenza di cibo nel nord dell’enclave. Ha detto che alcuni operatori sanitari stanno fuggendo per paura della propria vita, dopo aver resistito per mesi per curare i pazienti.
“Sono a Gaza da cinque settimane. Non ho visto diminuire l’intensità del conflitto”, ha raccontato in video collegamento da Rafah a un briefing delle Nazioni Unite a Ginevra, “sono andato al Nasser Medical Complex pochi giorni fa e ho visto diverse esplosioni nei pochi minuti in cui ho guidato lungo le strade”.
Libano, un leader di Hezbollah ucciso al funerale di al-Tawil
Un alto comandante di Hezbollah, responsabile di decine di attacchi con i droni contro il Nord di Israele negli ultimi mesi, compreso l’attacco di ieri al quartier generale del Comando Nord dell’Idf a Safed, è stato ucciso in un attacco aereo israeliano nel Sud del Libano. Lo riporta il Times of Israel.
Ali Hussein Barji, il comandante delle forze aeree di Hezbollah nel sud del Libano, è stato colpito in un’auto nella città di Khirbet Selm, poco prima del funerale dell’alto comandante di Hezbollah Wissam al-Tawil ucciso lunedì.
Israele consentirà all’Onu di visitare il Nord di Gaza
Israele, in risposta ad una richiesta del segretario di stato Usa, consentirà ad una delegazione dell’Onu di visitare il Nord della Striscia di Gaza in modo che possa vedere da vicino lo stato delle infrastrutture e stabilire i bisogni nell’area.
Lo ha deciso, citato dai media, il gabinetto di guerra israeliano al quale ha partecipato lo stesso Blinken. L’Onu – hanno ricordato i media – ha più volte espresso preoccupazione riguardo alla fame nella Striscia e per il difficile accesso al cibo di molte persone nell’enclave palestinese.