Parigi

Gabriel Attal: chi è il nuovo primo ministro francese nominato da Macron, il più giovane di sempre

Cresciuto nei socialisti, sbocciato tra i macroniani, già ministro dell'Educazione Nazionale, il successore di Borne ha 34 anni. È anche il primo premier gay dichiarato nella storia della Francia

Esteri - di Redazione Web

9 Gennaio 2024 alle 15:58

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FILE – Then French Education and Youth Minister Gabriel Attal watches French President Emmanuel Macron talking to the press at the Gambetta high school in Arras, northeastern France, Friday Oct. 13, 2023. Gabriel Attal was named Tuesday Jan.9, 2024 as France’s youngest-ever prime minister, as President Emmanuel Macron seeks a fresh start for the rest of his term amid growing political pressure from the far right. (Ludovic Marin, Pool via AP, File)
FILE – Then French Education and Youth Minister Gabriel Attal watches French President Emmanuel Macron talking to the press at the Gambetta high school in Arras, northeastern France, Friday Oct. 13, 2023. Gabriel Attal was named Tuesday Jan.9, 2024 as France’s youngest-ever prime minister, as President Emmanuel Macron seeks a fresh start for the rest of his term amid growing political pressure from the far right. (Ludovic Marin, Pool via AP, File)

Rimpasto in Francia, salta il primo ministro e il Presidente Emmanuel Macron nomina il più giovane primo ministro della storia della Quinta Repubblica: Gabriel Attal, 34 anni. È la prima mossa dell’annunciato rimpasto con il quale Macron intende rilanciare il suo mandato in forte crisi di consensi e popolarità. “Il presidente della Repubblica ha nominato Gabriel Attal primo ministro e lo ha incaricato di formare un governo”. Elisabeth Borne si è dimessa lunedì nel pomeriggio dopo un colloquio di un’ora all’Eliseo con il Presidente.

La notizia è stata diffusa mentre Attal era in riunione con i presidi delle scuole, in qualità di ministro dell’Educazione nazionale. “Resterò sempre vicino alla scuola”, le sue parole ai dirigenti degli istituti. Borne era stata la seconda donna dopo Èdith Cresson a ricoprire l’incarico. Si è dimessa ieri sera, un epilogo ormai annunciato. Era in carica da circa un anno e mezzo. Ha scritto in una lettera che Macron l’avrebbe “resa partecipe della sua volontà di nominare un nuovo primo ministro” e di aver dovuto “dare le dimissioni” da una “missione” che l’aveva “appassionata”.

Perché Elisabeth Borne si è dimessa

Borne era diventata largamente impopolare durante il suo mandato, con un governo di minoranza che aveva dovuto ricorrere più volte del sostegno esterno del centrodestra dei Républicains in Parlamento. Ha portato avanti riforme molto criticate, come quella delle pensioni e quella sull’immigrazione, e ha fatto ricorso molto frequentemente all’articolo 49.3 della Costituzione che permette di forzare l’approvazione di un testo senza passare dal voto dei deputati.

Prima di passare al partito di Macron, Borne era stata una storica esponente del Partito Socialista francese. Era stata una rilevante manager del settore pubblico, ministra dei Trasporti, della Transizione Energetica e del Lavoro. Il rimpasto del governo francese è stato interpretato da osservatori ed editorialisti come una mossa per recuperare consensi in vista delle elezioni europee che si terranno a inizio giugno. Il partito favorito al momento è il Rassemblement National, estrema destra, guidato dalla leader Marine Le Pen. Le prossime elezioni presidenziali si terranno tra tre anni.

Chi è Gabriel Attal

Già lo scorso novembre Macron nella trasmissione “C à vous” su France 5 aveva elogiato “l’energia e il coraggio di Gabriel Attal nel condurre battaglie necessarie”. Il Presidente aveva prospettato per il ministro “un futuro governativo”. Attal è passato da essere stella in ascesa dei giovani socialisti, vicinissimo a Dominique Strauss-Kahn, a macroniano. È stato eletto parlamentare la prima volta nel 2017 con il partito di Macron. A 29 anni è diventato viceministro per la Gioventù, portavoce del governo di Jean Castex, ministro delegato per i Conti Pubblici e ministro per l’Educazione Nazionale del governo Borne. Anche gli oppositori gli hanno riconosciuto sensibilità e capacità di negoziazione e ascolto.

Attal ha portato avanti negli ultimi mesi un vasto progetto di riforma scolastica e ha vietato in classe l’abaya, la tunica islamica. Per quanto riguarda il suo rapporto con l’Italia: definì nel 2018, quando era portavoce del partito macroniano “La République en Marche”, “vomitevole” la politica di Roma sui migranti, quella dei porti chiusi portata avanti dall’allora vice primo ministro e ministro dell’Interno Matteo Salvini, ai tempi del governo Conte 1. Qualche ora dopo chiese scusa per i toni usati. Per quanto riguarda la vita privata: Attal ha dichiarato da tempo la sua omosessualità, convive con il compagno Stéphane Séjourné, eurodeputato già consigliere di Macron. È quindi anche il primo ministro omosessuale dichiarato nella storia della Francia.

Attal ha superato Laurent Fabius come primo ministro più giovane della storia: era il 1984 quando Fabius venne nominato, aveva 37 anni. Il nuovo primo ministro avrà il compito di formare subito un nuovo governo e di perseguire gli obiettivi delineati da Macron nel suo messaggio di fine anno: “Riarmo industriale, economico, europeo”. Non è necessario nell’ordinamento francese un voto di fiducia dell’Assemblea Nazionale per la nomina del nuovo primo ministro.

“Caro Gabriel Attal – ha scritto il presidente Emmanuel Macron su X –, so di poter contare sulla sua energia e sul suo impegno per potere mettere in atto il progetto di riarmo e di rinascita che ho annunciato. Fedele allo spirito del 2017: superamento di sé e audacia. Al servizio della Nazione e dei Francesi”. Secondo un sondaggio dello scorso 4 gennaio pubblicato da Figaro Attal era il primo ministro più popolare dell’esecutivo. E sarà sempre lui a guidare i macroniani verso le europee di giugno in un faccia a faccia tra protagonisti mediatici in ascesa con il rivale del Rassemblement National Jordan Bardella. Secondo alcuni il nuovo primo ministro è destinato a puntare all’Eliseo forse già nel 2027, quando Macron non potrà ricandidarsi per via del limite dei due mandati.

9 Gennaio 2024

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