L'indagine sul femminicidio
Vanessa Ballan, su Instagram Fandaj tentava di depistare le indagini: Procura ammette “pericolo sottovalutato”
Lo ha ammesso in una conferenza stampa tenuta oggi il procuratore capo di Treviso Marco Martani: su Vanessa Ballan, la 26enne uccisa la mattina di martedì nella sua abitazione di Spineda di Riese Pio X, in provincia di Treviso, “il pericolo è stato sottovalutato”.
Il pericolo corrisponde al nome di Bujar Fandaj, il 41enne kosovaro in stato di fermo per l’omicidio della giovane madre, in stato di gravidanza quando è stata uccisa: Vanessa lascia un figlio di 4 anni (che si trovava all’asilo al momento dell’omicidio) e il compagno Nicola Scapinello.
“Forse si poteva chiedere una misura di divieto di avvicinamento – ha aggiunto ancora Martani – ma la collega che ha seguito il gruppo fasce deboli non ha ritenuto l’esistenza di un pericolo imminente. Cercheremo di capire se si è sbagliato qualcosa”.
La fuga e le accuse
Fandaj dopo aver commesso l’omicidio si è dato alla fuga, arrestato verso le undici di sera di martedì nella sua abitazione, dove era rientrato per fare una doccia e prendere il passaporto, probabilmente per scappare ancora.
Ora è accusato di omicidio pluriaggravato dalla premeditazione, dal pregresso rapporto con la donna, dagli atti persecutori e anche dal fatto che si trattava di una donna in gravidanza. “Tutte aggravanti da ergastolo”, ha specificato il procuratore Martani.
L’omicidio ricostruito con WhatsApp
Sta emergendo anche con maggiore chiarezza la dinamica dell’omicidio di Vanessa, grazie ad un video registrato dall’impianto di videosorveglianza di un’abitazione vicina a quella della vittima che immortala l’assassino mentre arriva in bicicletta con una sacca a tracolla. Dentro la sacca ci sono il martello che servirà per mandare in frantumi una porta finestra e ben due coltelli usati, uno dei quali è stato usato per infierire contro la 26enne.
Ruolo chiave nelle indagini anche i messaggi WhatsApp tra Vanessa e il compagno Nicola. L’omicidio della giovane madre sarebbe avvenuto infatti tra le 11.21 e le 11.47 di ieri: questo in base al traffico di messaggi WhatsApp tra Vanessa e il fidanzato: lei risponde all’ultimo messaggio su WhatsApp alle 11.21 e secondo gli investigatori l’irruzione è avvenuta poco dopo: infatti il messaggio delle 11.47 non ha risposte.
Lo stalking e il depistaggio su Instagram
Il 41enne kosovaro, pittore edile di professione e incensurato, avrebbe avuto una relazione di circa un anno con la 26enne, quindi nei mesi estivi la decisione della ragazza di chiuderla, non condivisa da Bujar, che sapendo del matrimonio aveva iniziato a minacciare di rivelare al compagno del loro rapporto con tanto di presunti filmati della loro intimità. Aveva iniziato a seguirla, in più occasioni si era presentato al supermercato di Riese dove lei lavorava, una volta spingendola e gridandole: “Ti ammazzo”.
Stesso modo e stesso pretesto per un’irruzione in casa poche settimane dopo. Proprio quest’ultimo fatto aveva spinto la giovane donna a raccontare tutto al compagno, confessando il tradimento, scegliendo di andare a denunciare Fandaj. Ma dalle prime persecuzioni dei carabinieri, con tanto di sequestro di tre telefoni contenenti materiale privato che l’uomo era intenzionato a diffondere, non sono seguiti provvedimenti.
Bujar Fandaj avrebbe anche tentato di depistare le sue ricerche. Una foto postata su Instagram ritraeva infatti un cartello stradale ai confini con la Slovenia, come a voler indicare dove concentrare gli sforzi per rintracciarlo: l’uomo invece è stato poi catturato nella sua abitazione.