Le indagini
Rossella Cominotti uccisa in albergo, nella stanza siringhe e droga: il marito l’ha “vegliata” per due notti
È un quadro agghiacciante quello che emerge dalle indagini sulla morte di Rossella Cominotti, la donna di 53 anni uccisa in una camera di albergo a Mattarana, in Val di Vara, nello Spezzino, dal marito Alfredo Zenucchi.
L’omicidio in stanza d’albergo
Il 57enne agli inquirenti ha ammesso di aver compiuto il gesto e che il contesto sarebbe stato quello di un omicidio-suicidio. Rossella è stata uccisa con un rasoio, trovato poi nella stanza dagli investigatori, che la donna custodiva in una valigetta con altri arnesi del mestiere: la 53enne aveva lavorato nel recente passato come parrucchiera.
Il progetto di omicidio-suicidio
La coppia avrebbe voluto farla finita insieme, ma l’uomo ha raccontato ai carabinieri di non essere riuscito a togliersi la vita. La mattina di venerdì, quando il personale di servizio dell’hotel ha trovato il corpo senza vita di Rossella, lui aveva già lasciato la stanza fuggendo a bordo della sua Citroen C3 bianca. “Ma non volevo scappare — ha raccontato agli investigatori — ma cercare un rettilineo dove accelerare e schiantarmi. Non sono riuscito a uccidermi come io e mia moglie avevamo deciso”.
“Rossella voleva morire così e dovevamo farla finita insieme nello stesso modo ma io non ho avuto coraggio. Le avevo proposto di gettarsi insieme da un dirupo ma poi ho accettato le sue volontà”, ha raccontato ancora agli investigatori Alfredo Zenucchi.
I tre tentativi di “farla finita”
A confermare il progetto è anche l’avvocato d’ufficio dell’uomo, Alberto Rimando, che parla di tre tentativi di “farla finita” della coppia, tutti falliti.
“Dopo un tentativo di suicidarsi con alcune lamette il 28 novembre a Bonemerse, in provincia di Cremona (dove i due gestivano un’edicola che avevano appena chiuso senza avvertire clienti e fornitori, ndr) avevano nuovamente provato due volte il 3 dicembre — spiega il legale —. Nel primo tentativo i coniugi avevano tentato di tagliarsi la gola con un rasoio ma si erano procurati solo lievi ferite. Poi ci avevano riprovato con un paio di forbici trasformate in pugnale”.
Quindi l’ultimo tentativo mercoledì, quello che risulterà fatale per Rossella. Secondo il legale anche Zenucchi “ha cercato di tagliarsi le vene ma si è procurato solo lievi ferite”. Quindi l’uomo ha vegliato per due giorni il corpo di Cominotti per poi lasciare l’hotel ieri mattina, rintracciato 5 ore più tardi dai carabinieri in Lunigiana.
La lettera d’addio
Stanza d’albergo dove le forze dell’ordine hanno trovato una lettera, su cui dovrà essere eseguita una perizia calligrafica, in cui i due coniugi uniti in matrimonio dallo scorso marzo annunciano il loro progetto suicida.
Una lettera breve, di appena quattro righe e dalla scrittura scrittura apparentemente femminile, firmata da entrambi. “Il nostro amore sarà eterno. Abbiamo fatto questa scelta che nessuno forse potrà capire…”, una delle frasi presenti nella lettera, secondo il Corriere della Sera.
La droga
Nei giorni di soggiorno nell’albergo di Mattarana la coppia avrebbe fatto uso di eroina, scrive Repubblica. I due avrebbero comprato siringhe in una farmacia di Tellaro e nella camera dell’hotel ne sono state trovate diverse: lo stesso Zenucchi in passato avrebbe vissuto in una comunità di recupero, anche se l’uomo nel suo interrogatorio ha tentato di smentire problemi di tossicodipendenza.
Il movente
Resta ancora da chiarire il movente, anche se fonti investigative tendono a escludere problematiche economiche o debiti alla base del gesto.
Eppure una delle risposte di Zenucchi agli inquirenti è stata accolta con sconcerto: secondo il 57enne i due si erano “rotti le scatole di vivere”.