Il progetto senza garanti
Valditara fa marcia indietro, salta la nomina di Concia per “Educazione alle relazioni”: per il ministro “troppe polemiche”
Politica - di Redazione
Il contestato progetto “Educazione alle relazioni”, l’idea messa in campo dal ministero dell’Istruzione guidato da Giuseppe Valditara per portare nelle scuole una sorta di “educazione sentimentale” all’acqua di rose, finisce con un clamoroso dietrofront dello stesso ministro.
Valditara ha annunciato infatti di “non attivare l’incarico di garanti del progetto ‘Educazione alle relazioni’ a suor Monia Alfieri, Paola Concia e Paola Zerman”, perché vi sono state “troppe polemiche, la scuola ha bisogno di serenità”.
Il progetto andrà avanti, ma senza le tre garanti che pure il ministro ringrazia in una nota “per la disponibilità e la generosità dimostrate”. Un progetto che era finito sostanzialmente in un cassetto del Ministero e tirato fuori dopo il dibattito nazionale che è sorto dopo il femminicidio di Giulia Cecchettin.
La replica di Concia
“Lo capisco”, la replica dell’attivista Lgbtq+ ed ex parlamentare dem che, ringraziando “per la fiducia” accusa “ambienti massimalisti della destra e della sinistra”. E conviene con il ministro, da cui era stata informata della decisione: “Non ci sono le condizioni”. “Resto convinta – continua Concia – che solo il confronto tra matrici culturali differenti possa produrre linee guida efficaci e non divisive sul tema del rispetto della libertà delle donne“. Poi la constatazione: “Credevo davvero che l’orribile femminicidio di Giulia Cecchettin avesse segnato uno spartiacque”.
Le polemiche sulla nomina di Concia
Polemiche innescate in seno alla stessa maggioranza per la contesta nomina di Anna Paola Concia, attivista lgbt+ ed ex parlamentare del Partito Democratico. La sua indicazione è durata il volgere di 48 ore, seppellita dal coro di critiche proveniente in particolare della Lega, di cui Valditara è espressione, e Fratelli d’Italia. Partiti che hanno alzato la voce contro una presunta volontà di introdurre la “teoria gender” nelle scuole.
Contro la scelta di nominare Concia tra i garanti del progetto, che pure si sarebbe occupato solamente di lotta alla violenza contro le donne, si era scagliata anche l’associazione ultraconservatrice ProVita&Famiglia, che aveva avviato una raccolta firme.
“Il problema – si leggeva nell’appello – non è la persona ma la visione politica della Concia sui temi della famiglia, della filiazione e della libertà educativa dei genitori radicalmente incompatibile coi valori della stragrande maggioranza degli elettori che hanno votato i partiti che sostengono il Governo Meloni”.
Ma, a riprova di acque agitate nella maggioranza, l’AdnKronos dà conto di una telefonata di solidarietà a Concia da parte del presidente del Senato Ignazio La Russa per esprimere “solidarietà e vicinanza” con l’invito al concerto di Natale, previsto domani a Palazzo Madama.
Chi è Concia e le critiche da sinistra
Deputata dal 2008 al 2013 per il Partito Democratico, è stata una dei primi deputati dichiaratamente omosessuale nella storia della Repubblica italiana. Dopo la mancata rielezione nel 2013, si è trasferita a Francoforte lavorando come consulente per ITKAM, la Camera di Commercio Italiana per la Germania.
Dal 2011 unita civilmente con la compagna, la criminologa tedesca Ricarda Trautmann, è stata anche assessore al Comune di Firenze e dal 2019 è coordinatrice del comitato organizzatore Didacta Italia, la fiera sul mondo della scuola.
Anna Paola Concia nel corso degli anni ha tenuto posizioni che hanno attirato critiche dall’universo femminista e lgbt+: fu protagonista di una battaglia per “sacrificare” la stepchild adoption, poi stralciata dalla legge sulle unioni civili del governo Renzi.
Più recentemente ha poreso posizione contro il ddl Zan, il provvedimento che prevedeva “misure di prevenzione e contrasto della discriminazione e della violenza per motivi fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere e sulla disabilità”, definendolo “divisivo” e chiedendo di escludere “la misoginia” dal testo tra gli apprezzamenti del centrodestra.