La polemica

Chi ha gridato a La Scala: identificato Marco Vizzardelli

Ieri, prima e dopo l'inno di Mameli, tra gli spettatori si sono sentite due urla contro il fascismo. Il tutto in seguito alle polemiche per le presenze nel palco d'onore

Politica - di Redazione Web

8 Dicembre 2023 alle 11:54

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Chi ha gridato a La Scala: identificato Marco Vizzardelli

Il grido che si è levato tra il pubblico presente alla Prima de La Scala ha addirittura mosso gli agenti della Digos. Così in occasione del ‘Don Carlo‘ è stato identificato Marco Vizzardelli, esperto di lirica che ieri, dopo l’esecuzione dell’inno di Mameli ha urlato in platea: “Viva l’Italia antifascista“. Già prima dell’inno nazionale si era sentito un, “viva l’Italia“. Verdelli, secondo quanto riportato da La Repubblica ha dichiarato: “L’ho buttata sul ridere, ho detto agli agenti che avrebbero dovuto legarmi e arrestarmi se avessi detto il contrario, ‘viva l’Italia fascista’, ma così no. A metà del primo atto si è avvicinato un individuo e ho capito che si trattava di un agente in borghese. Mi sono un pò spaventato e mi ha fatto un gesto di stare tranquillo. Alla fine dell’atto – ha aggiunto – mi ha mostrato il tesserino e mi ha detto che voleva identificarmi, ma gli ho risposto che non avevo fatto nulla di male e che non aveva nessun senso in un paese democratico.

Chi ha gridato a La Scala: identificato Marco Vizzardelli

Sono andato nel foyer e lì mi hanno fermato in quattro: mi hanno detto che erano della Digos e che dovevano identificarmi. Ho ribadito che non aveva senso e poi l’ho buttata sul ridere, spiegando che avrebbero dovuto legarmi e arrestarmi se avessi detto ‘viva l’Italia fascista’. Si sono messi a ridere anche loro, ma mi hanno detto che dovevano fare così. E quindi mi hanno fotografato la carta d’identità“. Il tutto è accaduto in seguito alla polemica scoppiata per le presenze legate al palco d’onore, relative soprattutto alla presenza della senatrice Liliana Segre. Protagonisti della discussione il sindaco di Milano Giuseppe Sala, il Presidente del Senato Ignazio La Russa e il Vice premier e Ministro Matteo Salvini.

Chi ha gridato a La Scala: che ha detto Marco Vizzardelli

È stata una serata inusuale La Prima della Scala, che quest’anno ha aperto La stagione con Don Carlo diretto da Riccardo Chailly. Inusuale per La presenza nel palco reale, dove solitamente siede il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che non ha potuto presenziare, della senatrice a vita Liliana Segre, accomodata accanto al sindaco Giuseppe Sala, e vicino al presidente del Senato Ignazio La Russa. Particolare  per le urla partite dal loggione, ‘No al fascismo‘ prima dell’inno di Mameli e ‘Viva l’Italia antifascista‘ dopo. Inusuale per il malore del basso Michele Pertusi che, nonostante i problemi di voce, ha continuato a esibirsi. Inusuale per il no, annunciato ieri, dei rappresentanti di Cgil e Anpi della Scala a un saluto istituzionale con La Russa, che questa sera non è sceso, come solitamente avviene, nei camerini per salutare gli artisti.

La Prima al teatro La Scala di Milano

Sono andati solamente il sindaco e il sovrintendente Dominique Meyer insieme al ministro Gennaro Sangiuliano e il sottosegretario Gianmarco Mazzi a complimentarsi con il maestro Chailly. Che qualche tensione fosse nell’aria si è capito ieri, quando è andato avanti tutto il giorno un tira e molla sui posti nel palco reale, che si è concluso appunto con La decisione di mettere al posto d’onore Liliana Segre. Una scelta che ha messo tutti d’accordo, dal sottosegretario Mazzi che ha parlato di un atto “più che doveroso” alla ministra delle Riforme Maria Elisabetta Casellati che considera “l’amicaSegreun esempio“. La senatrice a vita ha evitato ogni polemica. “Gentilmente il sindaco e La Russa mi hanno chiesto di venire nel palco reale” ha detto glissando sul rimpallo di sistemazioni ipotizzati (prima palco, poi platea, alla fine palco reale).

Perché le polemiche alla Prima al Teatro La Scala

Mi manca Mattarella. Mi invitava sempre nel palco reale durante gli intervalli. Io non ho fratelli né sorelle ma gli voglio bene come a un fratello“, ha aggiunto. E come il Capo dello Stato, Segre ha ricevuto un applauso al suo ingresso da parte del pubblico. “Se uno viene alla Scala ad urlare o agli ambrogino a fischiare ha un problema – ha commentato il vicepremier Matteo SalviniAlla Scala si viene per ascoltare, non per urlare“. Commento simile a quello del governatore lombardo Attilio Fontana: “Vince La musica, vince La Scala. Solo polemicucce“. Il presidente Mediaset Fedele Confalonieri è stato convinto che “quando il potere ce l’ha La sinistra, nessuno contesta“.

Il ‘Don Carlo’ è piaciuto?

In un tempio della cultura cosi prestigioso come La Scala, mi auguro davvero che nessuno si sia sentito offeso dal grido viva l’Italia antifascista” ha invece ironizzato Nicola Fratoianni di Alleanza Verdi Sinistra. “Non l’ho sentito” ha detto invece La Russa, che negli intervalli è rimasto nel palco reale dove ha fra l’altro chiacchierato con Liliana Segre e dove è passato a salutare il regista Pedro Almodovar con Louis Garrel. “La musica ha spazzato le polemiche” secondo Geronimo La Russa. Musica “bellissima” secondo Liliana Segre, che ha ricordato la sua passione per la musica iniziata andando da giovane in loggione e man mano scendendo. Fino ad essere protagonista, forse suo malgrado, nel palco reale.

8 Dicembre 2023

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