Il caso della giudice
Via Arenula assolve Apostolico ma invoca una stretta
Gli accertamenti sulla giudice non hanno dato risultati. Nordio però rilancia l’introduzione del divieto di condotte compromettenti anche se lecite. “Graziato” anche Salvini: i video erano pubblici
Giustizia - di Angela Stella
In attesa che i ricorsi del governo avversi alle ordinanze della sezione immigrazione del Tribunale di Catania vengano discussi il 30 gennaio alle Sezioni Unite, si torna a parlare del caso Apostolico e ovviamente tra forti polemiche tra politica e magistratura.
Lo spunto lo offre la risposta ad una interrogazione fornita dal Ministro Carlo Nordio al senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri che chiedeva di sapere se non fosse stato necessario avviare un’ispezione presso la Procura di Catania. Il Guardasigilli aveva specificato: «al fine di evitare il ripetersi di situazioni analoghe a quella in esame, resta tema centrale l’eventuale reintroduzione nel nostro ordinamento, tra i doveri del magistrato, del divieto di “tenere comportamenti, ancorché legittimi, che compromettano la credibilità personale, il prestigio e il decoro del magistrato o il prestigio dell’istituzione giudiziaria”, con la seguente previsione, quale illecito disciplinare extrafunzionale, del divieto di tenere “ogni altro comportamento tale da compromettere l’indipendenza, la terzietà e l’imparzialità del magistrato, anche sotto il profilo dell’apparenza”. Tale aspetto formerà oggetto di un’attenta riflessione nella consapevolezza della fondamentale importanza del valore dell’imparzialità di chi è chiamato a svolgere le delicatissime funzioni giurisdizionali, imparzialità che deve essere non soltanto effettivamente sussistente ma anche declinarsi sotto il profilo della sua apparenza».
Non si è fatta attendere la replica di Giovanni Zaccaro, segretario di AreaDg per il quale ancora una volta i “magistrati scomodi” sono l’obiettivo del responsabile di Via Arenula. Zaccaro dice: «Il ministro Nordio pensa ad un illecito disciplinare dal contenuto fumoso e generico: una pistola puntata contro i magistrati scomodi o che si permettono di partecipare al dibattito pubblico sulla giustizia».
Ma nella stessa risposta al forzista, Nordio parla anche degli accertamenti svolti dall’ispettorato generale nei confronti della magistrata Apostolico e del suo compagno Massimo Migrino. Sono stati scandagliati i social network ma non si è trovato nulla che potesse far pensare a qualche atteggiamento ‘antimaggioritario’, come si usa dire ultimamente nel Governo e nella maggioranza rispetto a decisioni invise all’Esecutivo o a dichiarazioni pubbliche di magistrati in congressi aperti a tutti.
L’altro aspetto importante di quella risposta è che Nordio “grazia” il suo collega di Governo Matteo Salvini che per primo aveva postato su Twitter un video della Apostolico mentre era alla manifestazione del 25 agosto 2018 al porto di Catania per il caso Diciotti. La macchina del fango della Bestia aveva travolto la giudice e le sue decisioni ma il leader del Carroccio, benché chiamato più volte in Parlamento a rispondere sull’origine di quel video, si è sempre sottratto nel fornire una risposta.
Ed ora il Guardasigilli lo scagiona nel momento in cui scrive che “gli accertamenti svolti, come emerge dalla nota estesa in data 20 ottobre 2023 dall’ispettorato generale, hanno consentito di acquisire materiale informatico dal quale emergeva l’esistenza di video e messaggi pubblicati sui social network; in data 17 ottobre 2023 veniva, quindi, conferito incarico a un assistente informatico (…) per la loro individuazione ed estrapolazione. A seguito di tale incarico, l’assistente informatico rimetteva (…) il materiale acquisito, precisando di avere potuto svolgere ricerche accedendo a informazioni di natura esclusivamente pubblica senza violare profili di riservatezza”.
Dunque, secondo quanto ricostruito da chi ha fornito la risposta a Nordio, non ci sarebbero materiali segreti conservati da qualche parte per colpire le toghe. Perché allora nessuno del Governo ha dato un chiarimento in merito?