Il processo al ministro

Caso Delmastro, è scontro di potere sulla pelle di Cospito

Al di là dell’esito processuale che vedrà in aula Delmastro il prossimo 12 marzo va ricordato che questa è una storia di un regolamento di conti all’interno del potere sulla pelle di un anarchico detenuto e torturato con l’applicazione dell’articolo 41bis.

Giustizia - di Frank Cimini

1 Dicembre 2023 alle 13:30

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Andrea Delmastro e Alfredo Cospito
Andrea Delmastro e Alfredo Cospito

Il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro è stato rinviato a giudizio per violazione del segreto d’ufficio in relazione a quanto aveva spifferato al collega di partito Giovanni Donzelli sulla detenzione dell’anarchico Alfredo Cospito.

Al di là dell’esito processuale che vedrà in aula Delmastro il prossimo 12 marzo va ricordato che questa è una storia di un regolamento di conti all’interno del potere sulla pelle di un anarchico detenuto e torturato con l’applicazione dell’articolo 41bis.

Il discorso riguarda anche le polemiche sul rinvio a giudizio con la discussione sulle eventuali dimissioni di Delmastro. Alfredo Cospito con la sua battaglia contro il 41bis combattuta anche con un lunghissimo sciopero della fame non c’entra assolutamente niente con le beghe di lor signori. La procura di Roma aveva ribadito la richiesta di prosciogliere Delmastro per mancanza dell’evento soggettivo del reato. Il gup ha deciso diversamente sposando in pratica la stessa linea del gip che aveva imposto l’imputazione coatta.

Intanto il difensore di Cospito l’avvocato Flavio Rossi Albertini ha depositato il ricorso per Cassazione contro la decisione del Tribunale di Sorveglianza di Roma che aveva confermato il 41bis.

Secondo il legale la sentenza del Tribunale non era motivata soprattutto perché i giudici non si erano confrontati con il parere della direzione nazionale antimafia e antiterrorismo che aveva chiesto di far uscire Cospito dal 41bis,disponendo la detenzione in regime di alta sorveglianza, appena un gradino inferiore.

Per la Dna la pericolosità di Cospito era regredita e non sussistevano più le ragioni del carcere più duro. Il Tribunale invece decideva diversamente arrivando addirittura ad affermare che con lo sciopero della fame l’anarchico aveva accresciuto il suo carisma diventando ancora più pericoloso.

Cospito di fatto è stato danneggiato dall’eventuale reato (eventuale perché le garanzie ovviamente valgono per tutti e perché siamo effettivamente in una situazione sul filo del rasoio) commesso dal sottosegretario che metteva in condizioni il collega di partito e coinquilino Donzelli di disporre di dati e informazioni da usare contro avversari politici.

Ma non è un caso che l’anarchico e il suo difensore abbiano scelto di non chiedere di costituirsi nel procedimento come parte danneggiata dal reato. Proprio per restare estranei al contenzioso tutto interno al potere politico, dove, questo è assolutamente certo, dei diritti e della sorte di Alfredo Cospito fregava niente ad alcuno, allora come oggi. Perché evidentemente la pista anarchica è eterna.

1 Dicembre 2023

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