La vittoria alle elezioni
Geert Wilders: chi è il politico islamofobo e di estrema destra che ha vinto in Olanda, alleato di Salvini e Le Pen
Altra vittoria dell'estrema destra in Europa. Non è detto che il Partito per la Libertà riuscirà a formare un governo. Wilders ha proposto in passato di chiudere tutte le moschee e di vietare l'ingresso a tutti gli immigrati
Esteri - di Redazione Web
Geert Wilders ha esultato: “Ora non potete più ignorarci”. Ha vinto le elezioni in Olanda, il suo Partito per la Libertà, Pvv, è stato il più votato nelle elezioni parlamentari. Ha preso oltre il 23% dei voti, quasi il dieci per cento in più di quanto avevano previsto i sondaggi alla vigilia. L’Olanda era guidata da undici anni da Mark Rutte, primo ministro di posizioni centriste e conservatore, del Partito Popolare per la Libertà e la Democrazia, in Europa affiliato al gruppo Renew. Pvv è alleato invece in Europa della Lega, del francese Rassemblement National di Marine Le Pen, del tedesco Alternative für Deutschland.
La vittoria dell’estrema destra è un risultato clamoroso e ancora una volta significativo in vista delle elezioni europee che si terranno il prossimo giugno. Wilders è il leader con il programma più radicale almeno in materia di religione musulmana e immigrazione. Ha chiesto più volte la chiusura di tutte le moschee e il divieto di ingresso nel Paese per i musulmani. È anche un sostenitore dell’uscita dall’Unione Europea, un programma definito “Nexit”. Il suo posizionamento è deducibile dalla sua propaganda basata su slogan trumpiani: “Gli olandesi torneranno al primo posto”.
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Chi è Geert Wilders
Geert Wilders si dice agnostico, antifascista, filosemita e sionista. Ha 60 anni, è nato a Venlo, figlio di madre di origini indonesiane, è uno dei politici che da più tempo siede in parlamento. Ha cominciato a fare politica nel 1990 nel Partito Popolare per la Libertà e la Democrazia, è stato per anni assistente del politico Frits Bolkestein e portavoce del partito. Quando le sue posizioni, soprattutto su immigrazione e islam, divennero inconciliabili con quelle del partito – che tra le altre cose si era detto favorevole all’ingresso della Turchia nell’Unione Europea – fondò una sua formazione nel 2004. Quello che oggi è conosciuto come Partito per la Libertà.
Si paragonava a Silvio Berlusconi, smentiva un’alleanza con Le Pen, si ispirava a Margaret Thatcher anche se i temi economici sono sempre stati sullo sfondo della sua propaganda. “Non odio i musulmani, odio l’Islam”. Sosteneva che la religione islamica fosse incompatibile con la società occidentale. Wilders ha paragonato in passato il Corano al Mein Kampf di Adolf Hitler. A causa delle diverse minacce di morte che ha ricevuto, è stato messo sotto scorta. Da anni è accompagnato da almeno sei agenti di polizia. Ha raccontato in passato di riuscire a incontrare la moglie soltanto un paio di volte a settimana e in un luogo segreto. È stato processato due volte per le sue dichiarazioni contro l’islam, una volta è stato assolto e un’altra condannato.
Le sue posizioni sono diventate sempre più radicali: è arrivato a chiedere la chiusura di tutte le moschee, il divieto di ingresso a tutti gli immigrati, il ritiro dei permessi d’asilo, l’espulsione di tutte le persone con precedenti penali dalla doppia nazionalità e una legge per complicare il ricongiungimento familiare. Dopo le elezioni del 2010, alle quali il suo partito aveva ottenuto il 15%, concesse un appoggio esterno alla coalizione di centrodestra prima di ritirarsi dall’accordo nel 2012. Alle ultime europee il Partito per la Libertà ha registrato il minimo storico del 3,54%.
La formazione del governo
Alla linea anti-migranti dei liberali, che avevano candidato Dilan Yesilgoz-Zegerius, ministra della Giustizia del governo di Mark Rutte, gli olandesi hanno preferito l’originale: quella del candidato dai capelli sparati e biondo ariano, sotto scorta da 17 anni per le sue esternazioni anti-islamiche. E in più la candidata dei liberali non aveva escluso un’alleanza con Wilders. Ha raccolto appena il 15%. Avrà una ventina di parlamentari nella prossima legislatura. Dietro il Partito per la Libertà è arrivata la coalizione tra Partito laburista e Sinistra verde, guidata dall’ex vicepresidente della Commissione europea Frans Timmermans.
Difficilmente Wilders diventerà primo ministro. I partiti più votati hanno già annunciato in campagna elettorale di non voler far parte di una coalizione guidata da Pvv. La maggioranza necessaria in parlamento per formare un governo è di 76 seggi. Sono 15 i partiti arrivati in parlamento. Servirebbe un accordo tra quasi tutto il resto delle forze politiche. Wilders intanto ha detto di essere disposto a tornare e rivedere le sue posizioni più radicali su moschee e islam per formare una coalizione di governo che al momento è un rebus.