La vittoria
Argentina: Javier Milei eletto presidente, l’anarco-capitalista che vuole il dollaro e abolire la Banca Centrale
Aveva promesso la dollarizzazione dell’economia per combattere l’inflazione e la svalutazione del peso, si è detto contrario all’aborto, alle diagnosi prenatali, all’educazione sulla questione di genere nelle scuole, alla parità salariale, favorevole alla vendita degli organi, ha definito il cambiamento climatico come parte dell’“agenda socialista”
Esteri - di Redazione Web
Javier Milei ha vinto il ballottaggio delle elezioni presidenziali in Argentina. Oltre il 55% delle preferenze contro il 44% del candidato peronista arrivato al ballottaggio Sergio Massa. Sarà nominato e si insedierà il prossimo 10 dicembre. Milei è un personaggio molto controverso, capace di gesti eclatanti e grotteschi, protagonista di una campagna elettorale estrema e sopra le righe in cui ha propagandato riforme e proposte clamorose. È definito e si definisce un politico anarco-capitalista. “I cambiamenti che servono al nostro paese sono drastici. Non c’è spazio per la gradualità”, ha detto quando i risultati sono stati chiari. “Inizia la ricostruzione del Paese”. Le elezioni erano state definite da diversi analisti come le più importanti dal 1983, dalla fine della dittatura.
Milei è stato sostenuto anche dall’ex presidente argentino Mauricio Macri, in carica dal 2015 al 2019, figura di orientamento liberale e di primo piano nel centrodestra. Anche Patricia Bullrich, candidata della coalizione di centrodestra Uniti per il Cambio, che al primo turno era arrivata terza, ha sostenuto Milei. Milei ha vinto in 21 delle 24 province argentine. Guida un partito molto giovane, La Liberà Avanza. Non è escluso che possa allearsi in parlamento con Uniti per il Cambio. È politicamente considerato vicino all’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump e all’ex presidente brasiliano di estrema destra Jair Bolsonaro. Aveva già detto in campagna elettorale che non avrebbe accettato una sconfitta, l’avrebbe attribuita a presunte frodi elettorali.
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Chi è Milei
Javier Gerardo Milei ha 53 anni, è nato a Buenos Aires, figlio di un autista e di una casalinga. È un politico ultraliberista, economista e scrittore. È sceso in politica nel 2021 ed è entrato in parlamento. Sua sorella Carina ha coordinato la campagna elettorale. Aveva promesso in campagna elettorale la dollarizzazione dell’economia argentina per combattere l’inflazione e la svalutazione del peso, si è detto contrario all’aborto, alle diagnosi prenatali, all’educazione sulla questione di genere nelle scuole, alla parità salariale, favorevole alla vendita degli organi, ha definito il cambiamento climatico come parte dell’“agenda socialista”. Ha proposto il “piano motosega” – attrezzo sventolato in campagna elettorale – per ridurre la spesa pubblica, i dieci dei diciotto ministeri del potere esecutivo, l’abolizione della Banca Centrale. È stato definito da El País una “furia anti establishment”.
Cantante della band Everest, appassionato dei Rolling Stones, ex portiere della squadra di calcio Chacarita Juniors. Milei è fidanzato con la comica argentina Fátima Florez, imitatrice anche dell’ex Presidente Cristina Fernández Kirchner. Ha accusato Papa Francesco di “essere l’incarnazione del comunismo”. Il suo partito ha negato le violazioni dei diritti umani e le violenze commesse durante la dittatura militare. È anche vero però che Milei ha passato l’ultima parte della campagna elettorale a proporre un’immagine più moderata, anche per conquistarsi l’appoggio del centrodestra moderato. Al primo turno era arrivato secondo dietro Massa. Ha smentito infatti la sua proposta di privatizzare sanità e istruzione, di allentare le norme sulla detenzione di armi. “Non abbiate paura, lasciate che la speranza vinca sulla paura”.
La sconfitta del peronismo
La vittoria è stata interpretata come una risposta dell’anti-politica, un messaggio dell’elettorato al governo e alla classe politica che negli ultimi anni ha governato in Argentina. Massa era il ministro dell’Economia del governo attualmente in carica del presidente Alberto Fernández, guidava la coalizione di centrosinistra Unione per la Patria. Il peronismo non è mai sceso così in basso. In Argentina il 45% delle famiglie è sotto la soglia della povertà, l’inflazione aumenta del 140% all’anno. Secondo il FMI, l’attività economica in Argentina si contrarrà nel 2023 più di qualsiasi altro paese dell’America Latina. Il ministro dell’Economia aveva anche per questo poche chance di vincere. Massa ha ricordato al nuovo presidente eletto le sue responsabilità e la garanzia di dare certezze e garanzie sul funzionamento politico, sociale ed economico della Nazione alla luce di una campagna elettorale estrema.