Malumori anche in Basilicata
Meloni e Salvini ai ferri corti, strappi “locali” in Trentino e Sardegna: maggioranza in crisi di nervi
Politica - di Carmine Di Niro
Se a Roma i rapporti tra Giorgia Meloni e Matteo Salvini sono tesi, al di là delle “veline” di partito che lasciano intendere un rapporto a tratti idilliaco tra premier e vice, è nei territori che lo scontro tra Fratelli d’Italia e Lega sta raggiungendo nuove vette.
Lo strappo in Trentino
È di sabato il clamoroso strappo tra i due partiti a Trento, nel giorno del varo della giunta bis di Maurizio Fugatti, riconfermassimo presidente della provincia autonoma in quota Lega dopo la vittoria alle elezioni del 23 ottobre scorso.
Il movimento della premier ha rotto con gli alleati con parole al veleno del suo commissario provinciale, il deputato Alessandro Urzì: “Vista la composizione della giunta, Fratelli d’Italia ritiene di poter dare il proprio contributo al bene del Trentino anche senza farne parte”.
Motivo dello scontro l’assegnazione delle deleghe e soprattutto la vicepresidenza che non è andata alla meloniana Francesca Gerosa, come previsto da un accordo pre-elettorale, ma ad Achille Spinelli della Lista Fugatti.
Gerosa è stata nominata assessore all’Istruzione e cultura mentre a Claudio Cia, anche lui di FdI, Fugatti ha riservato l’assessorato alle Politiche sociali e alla casa. Entrambi sarebbero pronti a non entrare nella giunta aprendo di fatto una crisi di governo clamorosa: lo strappo infatti non è stato ancora formalizzato dai due assessori Fdi e comunque non porterà automaticamente alla caduta della giunta Fugatti bis, almeno finché non andrà sotto in consiglio, per esempio sul bilancio.
Lo scontro in Sardegna
Non va meglio in Sardegna, dove si avvicinano le elezioni regionali. Christian Solinas, governatore uscente del centrodestra, ha già ricevuto l’investitura della Lega di Salvini, accelerazione che ha sorpreso non poco Fratelli d’Italia e la premier Meloni.
La conseguenze è stata una rottura clamorosa: “Fratelli d’Italia boccia ufficialmente la ricandidatura di Solinas alla presidenza della Regione, rilanciata invece anche recentemente dal leader della Lega Salvini”, dice la coordinatrice regionale Antonella Zedda del partito in una nota al veleno.
Ovvi i motivi dello strappo sull’isola. Fratelli d’Italia, partito trainante delle coalizione, vorrebbe puntare su un proprio candidato per le Regionali. Quantomeno ad una discussione interna all’alleanza che il Carroccio con la benedizione al Solinas bis ha clamorosamente chiuso in largo anticipo.
Tensioni anche in Basilicata e Palermo
Come racconta Repubblica, tensioni non mancano anche in Basilicata. Anche qui il problema è il nome da spendere per le Regionali: Forza Italia, terza gamba della coalizione a Roma sempre più schiacciata da FdI e Lega, vuole difendere il “suo” presidente uscente Vito Bardi, mentre il partito della premier vorrebbe “cambiare cavallo” e puntare su un volto proveniente dalla sua area.
Non va meglio a Palermo, il più grande Comune guidato dalla coalizione di governo. La giunta del capoluogo siciliano è in stallo perché Forza Italia chiede un rimpasto dopo che un suo assessore, Andrea Mineo, è passato a Fratelli d’Italia: il partito della premier invece reclama più spazio per la posizione dominante a livello nazionale. In mezzo si trova il sindaco Roberto Lagalla, nel difficile compito di mediare tra i rissosi alleati.