La possibile svolta

Famiglie arcobaleno, a Padova la Procura fa retromarcia sull’annullamento degli atti di nascita: “Decida la Consulta”

Politica - di Redazione

14 Novembre 2023 alle 17:12

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Una manifestazione pro “famiglie arcobaleno”
Una manifestazione pro “famiglie arcobaleno”

A Padova si cambia linea. La Procura locale, che lo scorso marzo aveva chiesto di annullare gli atti di nascita di 37 bambini figli di coppie gay cancellando una delle due mamme e costringendo così a ricorrere alla procedura di adozione in casi particolari, imprime una svolta alla questione.

La Procura, nel corso delle due udienze tenute oggi a porte chiuse, ha infatti chiesto al Tribunale di Padova di sollevare la questione di legittimità di fronte alla Corte costituzionale, perché valuti se l’esclusione delle coppie di madri lesbiche e dei loro figli dalle norme che regolano l’accesso alla fecondazione assistita eterologa violi i loro diritti fondamentali.

La procura di Padova ha impugnato le trascrizioni degli atti di nascita dei bimbi nati a partire dal 2017, registrati all’anagrafe comunale, in virtù di una circolare del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi. Padova è l’unica città in Italia dove la Procura ha interpretato in maniera retroattiva la circolare, risalendo agli atti di nascita fin dal 2017.

I magistrati, come sottolinea l’avvocato Susanna Lollini, che difende due delle mamme gay di Padova, “hanno aderito alla questione di incostituzionalità, sollevata da noi avvocati di tutte le coppie di madri, ritenendo opportuno che la Consulta torni ad esaminarsi la questione”, le parole del legale all’uscita dell’udienza.

Procura di Padova che è ora guidata dalla procuratrice aggiunta Maria D’Arpa che ha sostituito la pm del ricorso originario, Valeria Sanzari, dopo il trasferimento di quest’ultima ad altra sede.

La Corte Costituzionale, spiega ancora l’avvocato Lollini, “potrebbe decidere questa volta di intervenire, visto il monito della sentenza 32 del 2021, rimasto inascoltato“. La decisione spetterà poi al Tribunale civile, “ma – ha aggiunto la legale – il fatto che la Procura abbia aderito a sollevare la questione di costituzionalità è rilevante, anche per il Tribunale“. “Io ho anche insistito molto sulla inammissibilità di questi procedimenti – ha detto Lollini – perché se il Tribunale dovesse ritenere che queste procedure sono tutte inammissibili, Consulta o non Consulta, potrebbe decidere che la questione si chiude qui“.

Già nel 2021 la Consulta sancì che l’assenza di une legge che permetta il riconoscimento dei figli delle coppie lesbiche viola i diritti fondamentali dei bambini, richiamando il legislatore, ovvero governo e Parlamento, a colmare il “vuoto di tutela” dato che l’assenza di una legge per riconoscere i figli delle coppie lesbiche viola gli “incomprimibili diritti dei minori”.

Di “passo importante per il riconoscimento dei diritti di tutti e, soprattutto, una scelta che tutela i minori” parla l’eurodeputata del Pd Alessandra Moretti. Secondo l’esponente Dem al Parlamento di Strasburgo “è stata premiata la determinazione di chi con tenacia ha affrontato il ricorso contro l’impugnazione dei certificati anagrafici dei bambini con due madri. E benissimo sta facendo il Comune di Padova a continuare a registrare i figli delle coppie omogenitoriali. Ora auspichiamo che anche la Corte costituzionale si pronunci a salvaguardia dei diritti di tutti i cittadini, considerando l’adesione della Procura a sollevare la questione di costituzionalità sul tema”.

di: Redazione - 14 Novembre 2023

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