Il padre della leader Dem
Melvin Schlein critica Netanyahu e smonta la figlia Elly sui “due Stati”: “Lei ci crede, io poco…”
Professore emerito di storia e scienze politiche della Franklin University di Lugano, ebreo di origine ashkenazita, Melvin Schlein parla a poco più di un mese dallo scoppiare dell’ennesimo conflitto tra Israele e Hamas della complicata coesistenza dei due popoli, israeliano e palestinesi, nel Medioriente. L’84enne Schlein è padre di Elly, la segreteria del Partito Democratico: a differenza della leader Dem, non fa professione di ottimismo per il futuro in quei territori.
“Tutti parlano della soluzione dei due Stati, mia figlia Elly ci crede, io poco. Implicherebbe una strutturazione delle relazioni e un riconoscimento istituzionale che una parte della società araba non può accettare”, dice in una intervista rilasciata al settimanale ticinese La Domenica, supplemento del Corriere del Ticino.
Le origini e i ricordi di Melvin Schlein
Colloquio in cui il professore universitario, che con la moglie vive oggi ad Agno, a una decina di chilometri dalla provincia di Varese, si lascia andare ad analisi politiche ma anche a ricordi personali, anche della sua infanzia.
Melvin Schlein racconta come, nei primi anni dopo la nascita dello Stato di Israele, ha vissuto nel di kibbutz di Nahal Oz, a pochi chilometri da Gaza, dove il 7 ottobre hanno colpito i miliziani di Hamas. Schlein padre rivela come “anche negli anni ’60 dormivamo con il mitra sotto il letto”, perché “la situazione al confine con la Striscia non è mai stata semplice”.
E ancora sui ricordi di infanzia, il padre della segreteria Dem racconta della sua crescita nel New Jersey, negli Stati Uniti in cui i suoi genitori si trasferirono nel 1913 in fuga dall’Impero Austro Ungarico, dove sperimentò sulla propria pelle l’antisemitismo. “Pur appartenendo a una famiglia che non andava quasi mai in sinagoga, per gli altri un ebreo è sempre un ebreo”, dice nell’intervista Melvin Schlein, ricordando come nel quartiere in cui è cresciuto venisse bullizzato come “sporco ebreo”.
Nel sobborgo dove i suoi avevano un negozietto di vestiti, le persone arrivate dall’Europa “portarono con sé i pregiudizi e i conflitti da cui i miei genitori erano fortunatamente scappati in tempo”.
Le critiche a Netanyahu
Tornando poi alle questioni di attualità Schlein rivela di avere ancora molti amici e parenti che vivono in Israele e che per questo l’attacco di Hamas del 7 ottobre scorso ha suscitato “orrore e grande preoccupazione” in famiglia.
Sottolineando poi come “non è la prima volta che assistiamo a un esacerbarsi del conflitto” e che per questo “non sono molto ottimista sulle prospettive di risoluzione”, Schlein senior boccia la rappresaglia nella Striscia di Gaza decisa dal governo israeliano di Bibi Netanyahu: chiamando in causa la figlia Elly, che “ha invocato con forza la tregua umanitaria”, il padre spiega che “non ci vuole un esperto per capire che una decina di comandanti di Hamas uccisi non valgono migliaia di vittime civili, il prezzo dell’operazione militare è sproporzionato e per Israele è un errore strategico”.
E anche se ci “sono voci pacifiste in Israele e anche a Gaza” oggi “sono diventate una minoranza silenziosa: ma io voglio credere che quello spirito e quel dialogo, che a lungo si è costruito, non siano morti tra le urla degli opposti estremismi. Almeno lo spero”.