Lasci il Pd per farlo vivere

Schlein non ha storia ed esperienza, è incapace di esprimere una linea politica: si faccia da parte

Il Pd oggi è un partito fantasma, non esiste. Non solo ci troviamo di fronte alla scomparsa della sinistra, ma anche a un sistema democratico che si sta inceppando per assenza di opposizione

Editoriali - di Piero Sansonetti

7 Novembre 2023 alle 11:30 - Ultimo agg. 7 Novembre 2023 alle 12:16

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La segretaria del Pd Elly Schlein
La segretaria del Pd Elly Schlein

Elly Schlein è segretaria del Pd da otto mesi. Finora la sua segreteria non ha prodotto nulla. Il Pd oggi è un partito fantasma, non esiste. L’unica battaglia che ha combattuto, e perso, è quella per il salario minimo. Che poi non è stata una iniziativa del Pd. Il Pd si è limitato ad accodarsi ai 5 Stelle e lo ha fatto in modo confuso e fallimentare. Portando la battaglia alla sconfitta. Su tutto il resto è stato un susseguirsi di silenzi e di dichiarazioni contorte e incomprensibili.
L’apice della non esistenza è stato raggiunto in queste settimane. Il mondo intero è scosso dalla guerra in Palestina ed in Israele. Se ne discute ovunque. In tutte le grandi città dell’Occidente si sono svolte grandissime manifestazioni. L’Onu è intervenuta molte volte per chiedere il cessate il fuoco. Sul campo si intrecciano questioni molto complesse. I diritti dei palestinesi, i diritti di Israele, l’antisemitismo, l’antislamismo, l’uso del terrorismo e della guerra, il diritto alla terra, il pacifismo e l’interventismo.
Di fronte a tutto questo il Pd ha scelto la sua linea: il silenzio. Silenzio assoluto. Una linea molto simile a quella che ha tenuto sulla scuola, sul welfare, sulla giustizia, sulla sanità, sull’accoglienza ai migranti, sul fisco. Seguo la politica italiana da un po’ più di cinquant’anni. Non mi era mai successo di assistere a nulla del genere. In nessun luogo dello schieramento politico. Un partito – anzi il secondo partito italiano, in questo caso, quello più ricco di tradizioni, di cultura, di sapere, di eredità – ridotto a una ameba. Al nulla del nulla.

Il danno è enorme. Non solo ci troviamo di fronte alla scomparsa della sinistra, ma anche a un sistema democratico che si sta inceppando per assenza di opposizione. Sebbene i numeri dicano che i partiti dell’opposizione hanno raccolto, alle ultime elezioni, più voti dei partiti della maggioranza. La democrazia ha bisogno sempre di reggersi su due gambe. Maggioranza e opposizione. Sennò sbanda, va fuoristrada. È quello che sta succedendo.
Abbiamo una maggioranza che si muove incontrastata e va in difficoltà solo quando incontra alcuni modesti contrasti interni, oppure per le vicende familiari della presidente del Consiglio, o per l’intrusione di qualche comico russo. E tutto questo succede mentre per la prima volta, nel dopoguerra, la destra estrema – erede del Msi di Almirante – ha preso il potere e lo gestisce più o meno in perfetta solitudine.
Non voglio riaprire la discussione sul rischio fascista, che è una discussione inutile. Ci troviamo di fronte a una svolta reazionaria che non ha precedenti nella storia della Repubblica, perché avviene senza nessuna mediazione moderata, e rischia non soltanto di avere un peso fortissimo sulle politiche sociali, ma anche sull’orientamento generale dell’opinione pubblica.

L’Italia sta rompendo gli ormeggi e si sta allontanando velocemente dalle sue vecchie rive socialiste, liberali e cristiane. Tutto questo mentre la crisi economica morde, e morde soprattutto i più poveri. E mentre è chiaro a chiunque lo voglia vedere che il modello dello sviluppo di questi ultimi trent’anni non funziona più. Va ripensato. Va definita di nuovo la relazione tra capitale e lavoro, tra imprenditori e lavoratori e Stato, va immaginato un nuovo welfare.
È in questa condizione di assoluta emergenza politica che il Pd si è consegnato, per motivi non facili da capire, a una parlamentare priva di storia politica, di esperienza e di conoscenza politica, del tutto estranea alla vita del partito, e che fino a questo momento si è mostrata incapace di esprimere una qualsiasi linea politica. Nessuno riesce neppure a immaginare quale idea di paese abbia l’onorevole Schlein, né tantomeno quali siano le battaglie che intende aprire, e con quali alleanze, e in quale prospettiva.

Il tempo è scaduto. L’Italia ha bisogno del Pd, ha un urgente bisogno del Pd per ricostruire una battaglia politica moderna, per combattere il governo di destra, per ricreare gli equilibri democratici che sono saltati. La loro assenza rischia di travolgere la forma e l’essenza della democrazia repubblicana.
Nei giorni scorsi abbiamo pubblicato un capitolo del libro di Vincenzo De Luca molto molto critico verso Elly Schlein. Il linguaggio del governatore della Campania è sempre colorito, però è difficile dargli torto. Tutta la storia della segreteria Schlein è riassumibile in quella che lei ha voluto chiamare la lotta ai “cacicchi”.
E in che cosa consiste questa lotta? Nel togliere potere ai vecchi dirigenti del Pd per promuovere un piccolo circolo, forse volenteroso, ma del tutto inadeguato, da ogni punto di vista, a guidare un partito, tanto più a guidare il più grande partito dell’opposizione.
Torniamo al punto di partenza. Il tempo è scaduto. È assurdo aspettare le elezioni europee. Per quale ragione andrebbero aspettate? Per dosare nel modo giusto cacicchi vecchi e nuovi nelle liste per le elezioni di giugno? No, grazie.
Ora serve proprio un gesto di grande responsabilità. Da parte della segretaria e da parte dei vari dirigenti e delle tante anime del partito. Non c’è tempo da perdere. Il Pd non può restare in sonno. Va rimesso in pista, deve tornare nel gorgo della lotta politica. Con Schlein questo non è possibile.

7 Novembre 2023

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