Al vertice Onu: "E' genocidio"

Israele bombarda campo profughi a Gaza, è strage: si scava tra le macerie

Il campo profughi è stato completamente distrutto: sono almeno 145 le vittime ma si scava tra le macerie. L’Unicef: uccisi già 3500 bimbi palestinesi. E Guterres, segretario Onu, tuona: “La legge umanitaria non è un menù a la carte”

Esteri - di Umberto De Giovannangeli

1 Novembre 2023 alle 11:30

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Nuovo raid israeliano su Gaza
Nuovo raid israeliano su Gaza

Sono almeno 145 i morti provocati dal bombardamento di Israele contro il campo profughi di Jabalia, nel nord della Striscia di Gaza. Lo riferiscono fonti sanitarie. Almeno 90 delle vittime sono state trasportate all’ospedale indonesiano della Striscia, mentre altri 55 sono stati portati al centro Kamal Adwan, entrambi nel nord dell’enclave.

Testimoni sul posto riferiscono che l’aviazione israeliana ha fatto ricorso ad una «cintura di fuoco», ossia ad un bombardamento serrato lungo un’intera striscia di edifici, «facendone crollare almeno una ventina». Le squadre di soccorso stanno convergendo sul posto. Molte delle vittime sarebbero bambini. Un video girato da AfpTv mostra almeno 47 corpi appena estratti dalle macerie nel cortile di un ospedale. Si vede anche l’enorme cratere provocato dal bombardamento.

Intanto da New York giunge la notizia che Volker Turk, alto commissario per i diritti umani dell’Onu, si è dimesso dall’incarico perché dice che è in corso un genocidio, a Gaza, e l’Onu è impotente e non fa nulla e gli Stati Uniti la Gran Bretagna e molti paesi europei sono complici. Proprio ieri il segretario generale dell’Onu Guterres ha dichiarato: “la legge umanitaria non è un menu a la carte”.

Torniamo a Jabalia. “Sei bombe da una tonnellata ciascuna sganciate sul campo profughi di Jabalya hanno provocato 400 tra morti e feriti»” lo afferma il ministero degli Interni di Hamas in un comunicato. Fonti locali aggiungono che si tratta di un bilancio iniziale, basato sulle vittime già trasferite al vicino ospedale `Indonesi´. Molte altre vittime, secondo queste fonti, sono ancora coperte dalle macerie.

«Il campo profughi di Jabalya è stato completamente distrutto»: lo afferma il direttore della difesa civile di Gaza, Ahmad al-Kahlout, ai giornalisti davanti un ospedale di Khan Younis nella Striscia. «Il distretto è stato distrutto da sei bombe di fabbricazione Usa», ha detto citato da al Jazeera. Quello di Jabalya, il maggiore di tutti i campi profughi palestinesi, a circa 3 chilometri a nord della cittadina omonima – ospitava 93455 rifugiati a metà del 2006 (ultimo censimento). Il mercato del campo di Jabalya, uno dei più grandi mercati della Striscia di Gaza settentrionale, era stato bombardato da Israele il 9 ottobre, uccidendo più di 50 persone e causando centinaia di feriti.

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Due voci dall’inferno di Jabalya
Yusry Khalil, 43 anni, abitante ancora in vita di Jabalya definito l’entità della distruzione causata dai bombardamenti israeliani “una nuova Nakba palestinese”, aggiungendo: “L’area in cui vivo è diventata come una città fantasma a causa dei bombardamenti israeliani da parte degli aerei israeliani. Ho la fortuna di essere ancora vivo con la mia famiglia”.

Ahmad Matar, 29 anni, ha perso il fratello di 33 anni, Bilal, durante lo stesso bombardamento del campo di Jabalya. “Sto vivendo un vero incubo”, ha detto, e ha descritto la sua sopravvivenza al bombardamento come “miracolosa”.Per sfuggire al blackout elettrico di 36 ore, ero seduto all’ingresso di casa nostra, che è a soli 30 metri dal luogo preso di mira dagli aerei israeliani”, ha raccontato.

“Mio fratello lavorava in un negozio. All’improvviso abbiamo sentito forti esplosioni che hanno scosso la zona. Macerie e resti di missili esplosivi sparsi in tutte le direzioni. A causa della polvere lasciata dai missili, non abbiamo potuto vedere quali danni hanno causato”.

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“15 morti nel raid aereo sul campo profughi di Nuseirat”
“Sono almeno 15 i morti nel bombardamento aereo israeliano sul campo profughi di Nuseirat”, nel centro della Striscia di Gaza. Lo riferisce l’agenzia palestinese Wafa, precisando che sono stati colpiti due edifici residenziali e che “si ritiene ci siano altri cadaveri sotto le macerie”. Si tratterebbe di un altro attacco dopo quello al campo profughi di Nuseirat.

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Gaza è diventata un cimitero per migliaia di bambini. Per tutti gli altri è un inferno”. Più di 3.450 i bambini uccisi a Gaza. Crisi idrica per oltre 1 milione di bambini.
Dichiarazione del Portavoce dell’Unicef James Elder alla conferenza stampa di ieri al Palazzo delle Nazioni di Ginevra. “Fin dai primi giorni di queste ostilità senza precedenti nella Striscia di Gaza, l’Unicef è stato chiaro sulla necessità di un immediato cessate il fuoco umanitario, di far arrivare gli aiuti e di liberare i bambini rapiti. Come molti altri, abbiamo implorato la cessazione dell’uccisione dei bambini. I nostri timori più gravi riguardo al numero di bambini uccisi, che sono diventati decine, poi centinaia e infine migliaia, si sono concretizzati in appena due settimane. I numeri sono spaventosi: si parla di più di 3.450 bambini uccisi; il numero aumenta in modo sconcertante ogni giorno. Gaza è diventata un cimitero per migliaia di bambini. Per tutti gli altri è un inferno. Ma le minacce per i bambini vanno oltre le bombe e i mortai. Vorrei parlare brevemente dell’acqua e dei traumi”.

“Più di un milione di bambini a Gaza (ovvero tutti i bambini) – ha proseguito Elder vivono anche una crisi idrica. La capacità di produzione idrica di Gaza è pari ad appena il 5% della sua produzione giornaliera abituale. La morte dei bambini – in particolare di quelli con meno di un anno – per disidratazione è una minaccia crescente. Questo è ciò che ha detto una mia collega dell’Unicef, Nesma, che vive e lavora a Gaza. Ha due figlie, Talia di 4 anni e Zain di 7 anni. ‘Mi spezza il cuore vedere bambini intorno a me che cercano una tazza d’acqua pulita e non riescono a trovarla. Zain continua a chiedere acqua normale’.

Intende acqua potabile sicura, non acqua salata che è l’unica opzione al momento e che sta facendo ammalare Zain, 7 anni, e molti altri bambini. E poi c’è il trauma. Quando i combattimenti cesseranno, il costo per i bambini e le loro comunità sarà sostenuto dalle generazioni a venire. Prima di quest’ultima escalation, più di 800mila bambini di Gaza – tre quarti dell’intera popolazione di bambini – avevano bisogno di assistenza psicosociale e per la salute mentale. Ciò prima di quest’ultimo incubo.

La stessa collega dell’Unicef, Nesma, che ha parlato della sua bambina di 7 anni che chiedeva disperatamente acqua pulita, ha spiegato il trauma che sta vivendo la sua bambina di 4 anni. Talia, quattro anni, mostra gravi sintomi di stress e paura e ora soffre di comportamenti autolesionistici: si strappa i capelli e si gratta le cosce fino a farle sanguinare. Eppure, come spiega la madre: ‘Non posso permettermi il lusso di pensare alla salute mentale delle mie figlie. Continuo a ripetermi: Nesma, tienile in vita. E quando tutto questo finirà, fornirò loro supporto mentale e cure mediche’.

“Perciò ribadiamo, a nome di Talia e Zain e degli altri 1,1 milioni di bambini di Gaza che vivono in un incubo: abbiamo bisogno di un cessate il fuoco umanitario immediato. E tutti i valichi di accesso a Gaza devono essere aperti per consentire l’accesso sicuro, prolungato e senza ostacoli degli aiuti umanitari, compresi acqua, cibo, forniture mediche e carburante. E se non ci sarà il cessate il fuoco, l’acqua, le medicine e il rilascio dei bambini rapiti? Allora ci precipitiamo verso orrori ancora più grandi che affliggono bambini innocenti”.

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Oms condanna attacchi nei pressi ospedale oncologico Gaza
L’Organizzazione Mondiale della Sanità condanna gli attacchi israeliani nei pressi del principale centro oncologico di Gaza. “Non sottolineeremo mai abbastanza l’importanza di proteggere l’assistenza sanitaria a Gaza”, ha affermato il direttore generale dell’Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus. “I malati di cancro sono già fragili ed è imperativo fare tutto il possibile per garantire che ricevano le cure di cui hanno bisogno”, ha osservato. “È davvero una questione di vita o di morte”.

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Israele: Violenti combattimenti nella Striscia di Gaza
Le forze israeliane (Idf) segnalano “violenti combattimenti” con Hamas nella Striscia di Gaza, con decine di “terroristi” uccisi. Lo riporta Haaretz, che in precedenza aveva riferito di notizie dall’enclave palestinese di “pesanti combattimenti a Gaza City” con le “Idf che cercano di isolare” il nord dal sud della Striscia. Anche il Jerusalem Post riporta un aggiornamento delle Idf secondo cui le “forze congiunte delle Idf, guidate dalle truppe di terra”, sono state impegnate in “battaglie violente” nella Striscia di Gaza.

Attaccata, tra l’altro, una postazione di Hamas nel nord della Striscia dove è stato trovato un grande deposito di armi. Due soldati israeliani sono morti ieri durante le operazioni di terra a Gaza. Si tratta di Roei Wolf (20 anni) e Lavi Lipshitz (20 anni). Sono i primi due militari uccisi dall’inizio delle operazioni israeliane di cui si ha notizia. Lo ha fatto sapere l’esercito spiegando che i due facevano parte della Brigata Givati. Sale così a 317 il numero di soldati israeliani rimasti uccisi dal 7 ottobre scorso. Altri due militari sarebbero invece rimasti feriti gravemente, come riporta The Times of Israel.

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Hamas, “L’esercito avanza lungo due linee, duri scontri”
L’esercito israeliano sta avanzando verso Gaza City lungo due linee, ma viene ostacolato dall’ala militare di Hamas “che è impegnata in duri scontri”. Lo riferiscono le stesse Brigate Ezzedin al-Qassam. Nel settore centrale, superata la Sallah-a-din Road (principale arteria della Striscia) l’esercito punta verso l’ospedale turco per raggiungere in perpendicolare la strada costiera al-Rashid. Si trova, secondo queste fonti, a sud di Gaza City. La seconda linea è partita dal nord della Striscia. I militari hanno attraversato Beit Lahya e il rione Karameh e sono vicini alla via Nasser, non lontano dall’ospedale Shifa.

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A Gaza 8.525 morti, di cui 3.542 bambini
È salito a 8.525 il numero dei morti nella Striscia di Gaza, di cui 3.542 bambini. Lo rende noto il ministero della Sanità di Hamas.

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Hamas: “Libereremo ostaggi stranieri nei prossimi giorni”
Il portavoce di Hamas ha annunciato che “nei prossimi giorni verranno liberati degli ostaggi stranieri”

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Guterres: “Legge umanitaria non è menù à la carte”
Il segretario generale dell’Onu Antònio Guterres ha ricordato che la legge umanitaria internazionale “stabilisce regole chiare che non possono essere ignorate”. “Non è – ha dichiarato il suo portavoce, leggendo una dichiarazione scritta – un menù à a la carte, non può essere applicata in modo selettivo”. “Tutte le parti – ha continuato – devono osservarla, seguendo i principi di distinzione, proporzione e precauzione” per evitare che i civili paghino il prezzo più alto. “Il livello di assistenza umanitaria permesso a Gaza – ha aggiunto – è completamente inadeguato e non in grado di rispondere ai bisogni della popolazione di Gaza”. Guterres ha ribadito la richiesta di un “immediato cessate il fuoco”.

1 Novembre 2023

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