Sigarette, casa, tampon tax
Tutte le “micro-tasse” della manovra Meloni: così il governo finanzierà cuneo fiscale e sgravi
Una manovra da 24 miliardi in cui, mettendo da parte i trionfalismi fuori luogo dei membri dell’esecutivo, Meloni, delle tante promesse fatte in fase di campagna elettorale c’è ben poco. Non solo: quel poco che è stato mantenuto è finanziato come misura una tantum, come il tanto celebrato taglio del cuneo fiscale o la riforma delle aliquote Irpef.
Per finanziare le varie “componenti” della legge di bilancio il governo ha fatto affidamento sul deficit, mossa che sicuramente non farà contenta l’Unione Europea, ma anche su nuove tasse piazzate a destre e a manca, ma anche sgraditi ritorni.
È il caso dell’Iva al 10% per i prodotti per l’infanzia e la cosiddetta “tampon tax”. La bozza della manovra infatti prevede che non ci sia più l’Iva al 5% per latte in polvere, preparazioni per l’alimentazione dei bimbi, assorbenti, tamponi e coppette mestruali. Un controsenso per un esecutivo guidato da una “madre” come Giorgia Meloni, che ha puntato molto del suo storytelling sulla famiglia e sulle donne, varando nella stessa manovra anche una forte decontribuzione per le madri (ma solo dal secondo figlio in poi).
C’è quindi il capitolo dedicato al “mattone”. Il governo ha infatti alzato al 26 per cento la cedolare secca, una sorta di tassa su misura contro Airbnb per disincentivare gli affitti brevi rispetto a quelle tradizionali. Per Aigab, associazione dei property manager, i 600 mila italiani che hanno messo una casa a reddito pagheranno circa 850 euro di tasse in più l’anno.
Il Sole 24 Ore rivela oggi che però c’è anche una “sorpresa”: la bozza della legge di bilancio nasconde infatti un incremento fiscale per un altro gruppo di case, quelle all’estero.
L’articolo 23, intitolato “Misure di contrasto all’evasione e razionalizzazione delle procedure di compensazione dei crediti e di pignoramento dei rapporti finanziari”, alla lettera a) del comma 4 spiega che all’articolo 19, comma 15, primo periodo del decreto Salva-Italia di Monti (Dl 201/2011) “le parole: 0,76 per cento sono sostituite dalle seguenti: 1,06 per cento”. In sostanza si indica l’aliquota Ivie, ovvero l’Imu per gli immobili posseduti all’estero che passa dal livello standard del 7,6 per mille a quello massimo del 10,6 per mille: la crescita è del 40% in un solo colpo.
E ancora sulla casa, altra mazzata arriva per chi ha ristrutturato la sua seconda abitazione col Superbonus 110%: la legge di bilancio by Meloni estende a tutti gli immobili che hanno beneficiato dell’incentivo, esclusi quelli ereditati e le abitazioni principali, la tassa al 26% sulle plusvalenze immobiliari: unico modo per evitarlo è aspettare cinque anni per la vendita, l’imposta infatti non si applica oltre quella soglia di tempo. Non solo: dal calcolo della plusvalenza non verrà “scontato” il prezzo dei lavori incentivati, come si fa invece con altri costi di ristrutturazione.
Infine l’ennesimo rincaro delle accise sui tabacchi, misura che ci riporta ai tempi del pentapartito. L’aumento sarà di circa 10 centesimi a pacchetto nel 2024, poi i prezzi saliranno ancora. Stessa sorte per il tabacco riscaldato e il trinciato, con un aumento di 30 cent a busta, ma rincarano con tassa aumentata dell’1% ogni anno anche le sigarette elettroniche.