Lo ammette anche Gasparri...
Il bluff di Salvini sul Canone Rai, il taglio in bolletta compensato dallo Stato: a viale Mazzini 420 milioni per i prossimi tre anni
Economia - di Carmine Di Niro
Con una mano hanno sottratto risorse alla Rai, così da poter utilizzare il taglio del Canone in bolletta per fini propagandistici ed elettorali, con l’altra riconoscono alla stessa tv pubblica stanziamenti straordinari per tre anni, con i soldi che dunque torneranno a viale Mazzini tramite fiscalità generale e con l’intera operazione di presunto “taglio del Canone” che si dimostra in realtà uno specchietto per le allodole.
La riduzione del Canone Rai da pagare in bolletta è stata comunicata lunedì in conferenza stampa dai ministri dell’Economia Giancarlo Giorgetti e delle Infrastrutture Matteo Salvini, entrambi leader di quella Lega che da sempre si batte per l’abolizione del balzello. Si passerà, per i prossimi tre anni, dagli attuali 90 euro a 70 euro annui. Riduzione del Canone che Salvini rivendica sui social, mettendolo tra le “grandi vittorie ottenute dalla Lega” in sede di approvazione della manovra economica dell’esecutivo di Giorgia Meloni.
Eppure, come detto, i milioni che la Rai non incasserà per il taglio del Canone saranno forniti a viale Mazzini dallo stesso governo di cui Salvini è vicepremier. La legge di bilancio, spiega oggi Repubblica, riconosce alla tv di Stato uno stanziamento straordinario di 420 milioni per ognuno dei prossimi tre anni, per un totale di 1260 milioni di euro. Denari che serviranno a migliorare “la qualità del servizio radiofonico, televisivo e multimediale”, si legge nella legge di Bilancio, “su tutto il territorio nazionale anche attraverso l’uso di nuove tecnologie”.
In totale, tra il taglio del Canone e lo stanziamento compensativo dell’esecutivo, la Rai perderà comunque qualcosa per quanto riguarda i fondi annuali e dovrà dunque “fare economia”: nel triennio, secondo il Ministero dell’Economia, viale Mazzini dovrà rinunciare a 60 milioni di euro totali. Più ottimistica la stima Rai: l’azienda pubblica conta 1410 milioni di incassi con il canone a 70 euro e con il contributo del governo strapperebbe in totale 30 milioni in più già nel 2024 rispetto al 2023.
Ma mettendo da parte il “balletto dei numeri”, la mossa dell’esecutivo sui finanziamenti alla Rai è occasione per le opposizioni di passare nuovamente all’attacco del governo Meloni. Per Stefano Graziano del Partito Democratico “da una parte annunciano una riduzione del canone, come ha fatto con enfasi il vice premier Salvini. Dall’altra con la nota del Mef comunicano che quelle risorse saranno comunque recuperate dalla fiscalità generale. Quindi sempre dai cittadini che pagano le tasse. Anche in questo caso il governo fa il gioco delle tre carte”.
Ma paradossalmente è anche Maurizio Gasparri, pasdaran di Forza Italia e componente della Commissione di Vigilanza Rai, a smentire l’entusiasmo di Salvini sul presunto taglio del Canone: “Il taglio del canone pagato in bolletta dagli utenti è solo apparente perché, come ha precisato la nota governativa, ‘il minore esborso complessivo da parte degli italiani per 440 milioni sarà compensato dallo Stato alla Rai per spese relative agli investimenti’. Cioè alla Rai andrà la stessa cifra di prima, una parte della quale sarà prelevata dalla fiscalità generale, ovvero da quanto i cittadini versano allo Stato. E preso atto quindi che per le famiglie il costo resta invariato, con piccole modifiche alle modalità di pagamento, resta da sperare che la Rai faccia buon uso di queste risorse”.