Il profilo

Chi è Motaz Azaiza, il reporter che racconta su Instagram i bombardamenti e il massacro nella Striscia di Gaza

Le sue storie e i suoi post sono quasi sempre anticipati dall’annuncio che precede contenuti “forti o violenti”. Il suo profilo ha superato i 7 milioni di follower, i suoi contenuti sono ripresi dai media di tutto il mondo

Curiosità - di Redazione Web - 23 Ottobre 2023

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Chi è Motaz Azaiza, il reporter che racconta su Instagram i bombardamenti e il massacro nella Striscia di Gaza

Mentre scava tra le macerie, appena dopo aver fatto alzare in cielo un drone per riprendere dall’alto e nella maniera più ampia possibile la devastazione nella Striscia di Gaza, mentre abbraccia un pupazzo enorme tra i resti di un palazzo e con in braccio due bambini poco più che neonati ricoperti dalla polvere e sangue che i bombardamenti israeliani hanno alzato e polverizzato sul loro corpo. Motaz Azaiza è uno dei reporter più seguiti, citati, osservati in questi giorni di conflitto tra Israele e palestinesi. Perché è sul campo, nella Striscia di Gaza. È seguito da oltre sette milioni di utenti, i suoi video vengono rilanciati dai media di mezzo mondo. “Le bombe di Israele hanno trasformato Gaza in una città fantasma”, scriveva in un post di qualche giorno fa..

Si è laureato all’Università Al Azhar di Gaza e ha cominciato a lavorare come fotografo free lance nel 2018. Secondo quanto ha scritto nella sua pagina Facebook ha collaborato con Paltel, con l’organizzazione no-profit Médecins du Monde Suisse, per MintPress, ABC News, TRT World, Nawa for Culture and Arts Association, JawwaL. Al momento lavora per l’Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione (UNRWA, The United Nations Relief and Works Agency for Palestine Refugees in the Near East). L’ultimo video condiviso lo mostra tra le rovine di Alz Zahra City, nel centro della Striscia. “Immaginate quante persone sono rimaste senza casa? Pensate a questo, Gaza può soffrire una nuova Nakba?”.

Il profilo di Motaz Azaiza è cresciuto a dismisura dall’attacco di Hamas in Israele che ha scatenato i bombardamenti dello Stato ebraico nella Striscia. Soltanto nell’ultima settimana è cresciuto al ritmo con una media di oltre 300mila follower in più al giorno. Al momento si sa poco di lui e della sua vita. Le sue storie e i suoi post sono quasi sempre anticipati dall’annuncio che precede contenuti “forti o violenti”. Perché i suoi contenuti raccontano la guerra in presa diretta, si vedono corpi e parti di cadaveri. “Un nuovo massacro e questa volta si tratta della mia famiglia. Più di 15 persone sono state uccise da un bombardamento aereo israeliano”, ha postato lo scorso 12 ottobre mentre inquadrava le macerie causate da un bombardamento nel campo profughi di Deir al-Balah. In un’altra foto, abbracciato a due ragazzi molto somiglianti, scriveva che due gemelli suoi amici erano morti sotto le bombe. Nella sua foto profilo si vede lui seduto tra le macerie, il caschetto in testa, il giubbotto con la scritta PRESS, la reflex in mano, e il post: “Nessuno sceglie la sua vita”.

 

Non è l’unico a raccontare da dentro la catastrofe in corso tra giornalisti, reporter o semplicemente creator digitali. Ci sono anche Ahmed Hijazi, Mahmoud Zuaiter, Anadolu Ali Jadallah, Ali Nisman – morto in un bombardamento il 13 ottobre. I loro contenuti sono ripresi da media locali e internazionali. “Combattere le narrazioni predominanti nei media occidentali ha dato agli utenti dei social media a Gaza più spinta a condividere la verità sull’assedio di Israele e sull’interruzione dell’acqua, del cibo, dell’elettricità e delle comunicazioni all’interno e all’esterno della Striscia di Gaza”, ha scritto in un articolo dedicato a questi Al Jazeera. Sui media occidentali tutte le narrazioni, perfino troppe voci e troppo superficiali, stanno raccontando il conflitto, spesso a partire da punti di vista ideologici o schierati, e hanno espresso e continuano a esprimere la propria posizione senza alcun filtro o censura.

 

Al momento secondo le ultime stime sono oltre cinquemila i morti palestinesi, 1.400 gli israeliani, sale a 222 gli ostaggi che gli servono per combattere nella striscia di Gaza.

23 Ottobre 2023

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