Il caso

Perché Deliveroo e Ubereats sono state condannate a pagare i contributi ai rider

I controlli dei carabinieri dell’Ispettorato del Lavoro sono stati fatti nel febbraio 2021, in un’inchiesta della Procura di Milano sulle condizioni di lavoro e di sicurezza di circa 60mila rider.

Cronaca - di Angela Nocioni

21 Ottobre 2023 alle 13:14 - Ultimo agg. 22 Ottobre 2023 alle 13:16

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Perché Deliveroo e Ubereats sono state condannate a pagare i contributi ai rider

I contributi ai rider, i fattorini delle consegne a domicilio, dovranno essere versati. Deliveroo e Uber Eats, due delle principali piattaforme per la consegna a domicilio e Uber Eats di recente andatasene dall’Italia, dovranno versare all’Inps i contributi per migliaia di lavoratori. Il totale potrebbe ammontare a alcune decine di milioni di euro.

La decisione è della Sezione lavoro del Tribunale milanese in due cause distinte che Deliveroo Italy e Uber Eats Italy avevano intentato contro l’Inps. Deliveroo dovrebbe pagare i contributi non versati relativi al periodo tra il 2016 e il 2020 e Uber solo i due anni 20-21. Il giudice Nicola Di Leo ha analizzato i verbali amministrativi, notificati dall’Ispettorato del lavoro e impugnati dalle società, nei quali era stato scritto che le posizioni di migliaia di rider andavano regolarizzate: da lavoratori autonomi a “coordinati continuativi”, con tutte le garanzie dei subordinati.

I controlli dei carabinieri dell’Ispettorato del Lavoro sono stati fatti nel febbraio 2021, in un’inchiesta della Procura di Milano sulle condizioni di lavoro e di sicurezza di circa 60mila rider. Il giudice ha deciso che quei fattorini in bicicletta hanno lavorato come collaboratori coordinati continuativi, sulla base dell’articolo 2 del Jobs Act. Ai rider che hanno lavorato per Deliveroo, dunque, dal “gennaio 2016 al 31 ottobre del 2020”, va applicata, scrive il giudice, “la disciplina del lavoro subordinato” con conseguente “obbligazione per contributi, interessi e sanzioni nei rapporti con l’Inps e per premi nei rapporti con l’Inail” per “l’orario effettivamente svolto dai collaboratori, da determinarsi dal Login fino al Logout dalla piattaforma per ogni singolo giorno lavorativo e con versamenti da effettuarsi nella Gestione Dipendenti, con le aliquote contributive per il lavoro subordinato, per quanto riguarda il debito nei confronti dell’Inps”. Sulla stessa linea l’altra sentenza sul caso Uber, che riguarda, però, un periodo più limitato che va “dal gennaio 2020 al 31 ottobre 2020”. Ora l’Inps dovrà calcolare l’esatta quota di contributi per entrambe le aziende.

21 Ottobre 2023

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