Il retroscena
Attacco di Hamas, l’avvertimento dell’Egitto a Israele: “Qualcosa di grosso sta per succedere”
Spionaggio e informazioni da Il Cairo. A Gerusalemme avrebbero sottovalutato il messaggio
Esteri - di Redazione Web
Continua a risultare straordinario e incredibile il colpo a sorpresa di Hamas a Israele. Passano i giorni, da quel sanguinoso sabato 7 ottobre, e ancora ci si chiede come uno dei Paesi dotati delle forze armate e delle intelligence considerati tra i più solidi al mondo sia stato colpito così duramente e alla sprovvista. Il Corriere della Sera aggiunge interrogativi al punto con un articolo dell’esperto di spionaggio e scenari di guerra Guido Olimpio che racconta di un messaggio urgente da Il Cairo a Gerusalemme. Un avvertimento secondo cui “qualcosa di grosso” stava per succedere.
L’Egitto conosce benissimo Gaza, i territori sono collegati dal valico di Rafah. Il Cairo ha controllato la Striscia fino al 1967, fino alla sconfitta nella Guerra dei Sei Giorni e al passaggio nelle mani di Israele. Il retroscena racconta che il capo dell’intelligence egiziana avrebbe telefonato al premier Benjamin Netanyahu. Secondo la ricostruzione Israele in un primo momento non avrebbe preso sul serio la minaccia o avrebbe derubricato quell’avvertimento a uno dei consueti attacchi dei terroristi islamici e in un secondo momento avrebbe ammesso un avvertimento che però si esprimeva soltanto in termini generali.
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Una delle tesi più accreditate in questi giorni riporta che del piano d’attacco fossero a conoscenza soltanto poche persone nei vertici di Hamas. Non è escluso che gli uomini de Il Cairo abbiano notato gli addestramenti e i video di propaganda. L’analista israeliano Yyigal Carmon, Presidente del Middle East Media Research Institute, aveva scritto in un documento pubblicato due mesi fa come i terroristi si stessero preparando ad attaccare. “È tragicamente molto semplice, è tutto su internet. Gli uomini di Hamas avevano diffuso video in cu si addestrano dentro kibbutz ricostruiti appositamente per esercitarsi”, ha detto al TG1.
L’offensiva e l’invasione dei miliziani palestinesi saranno presumibilmente oggetto di commissioni d’inchiesta. A settembre battaglioni israeliani sono stati spostati in Cisgiordania – per proteggere i coloni israeliani in quell’area – alleggerendo troppo la presenza militare verso la Striscia. Secondo Reuters almeno mille persone sono state coinvolte negli attacchi via terra e via cielo. Alla stessa agenzia una fonte interna all’esercito israeliano ha confidato che l’intelligence era più concentrata a governare la Striscia di Gaza che ad attaccare in questo momento. Israele sarebbe stato troppo preso dalle sue divisioni interne, le lacerazioni che attraversavano Israele, le tensioni e le manifestazioni scatenate dalla discussa e controversa riforma giudiziaria del premier Benjamin Netanyahu. E avrebbe offerto il fianco ai nemici.