La protesta
Perché e quando i tassisti hanno deciso di scioperare contro il governo
Oggi il via libera alla Camera, arrivato anche il 'No' di alcuni sindaci
Politica - di Redazione Web
Il ministro delle Imprese Adolfo Urso scrive ai sindaci chiedendo loro di sfruttare subito le nuove norme per aumentare le licenze dei taxi. Ma il primo cittadino di Roma Roberto Gualtieri insiste: l’iter previsto dal decreto Asset toglie soldi ai cittadini, basterebbe un decreto di una riga per correggere il “pasticcio“. E domani avvierà la ‘vecchia’ procedura, quella ordinaria. Critico anche il sindaco di Firenze Dario Nardella: “Il decreto Urso? Acqua fresca, anzi ci danneggia” afferma, preparandosi ad aumentare l’offerta alla vecchia maniera: estendendo turni e orari. Non si ferma, dunque, la polemica a distanza tra Palazzo Chigi e i Municipi sulla questione delle auto bianche, su cui per giunta pesa anche lo scetticismo della categoria, tradizionalmente poco incline all’aumento delle licenze: per martedì 10 ottobre l’Usb ha proclamato uno sciopero di 24 ore.
Perché e quando i tassisti hanno deciso di scioperare
Già ieri, in realtà, Gualtieri aveva bollato come “fatto male e inutilizzabile” il decreto. “Non accampi scuse” aveva replicato il ministro, che stamane, per essere più chiaro, ha inviato ai sindaci una lettera sollecitandoli ad applicare le nuove regole che danno la possibilità di indire gare rapide per assegnare fino al 20% in più di licenze: “Ho scritto loro perché si attivino subito – dice oggi – i cittadini non possono aspettare un giorno di più“. Con Gualtieri, spiega, l’interlocuzione c’è stata: “Gli ho telefonato due volte. Lui mi ha detto che c’era un emendamento per lui importante. Ma era impossibile cambiare un equilibrio così avanzato all’ultimo momento con le votazioni in corso”. Emendamento saltato che però, argomenta oggi Gualtieri, ha reso il decreto “abnormemente assurdo“, e parla di “coda di paglia” rispetto alle critiche ricevute.
Il no dei sindaci
Dice il sindaco: con l’iter standard il denaro derivato dall’acquisto delle licenze va all’80% ai tassisti detentori delle licenze pre-esistenti, a titolo compensatorio, e al 20% al Comune. Con il dl Urso si risparmia sì, del tempo ma quei soldi vanno al 100% ai tassisti, “e in una città come Roma parliamo di svariati milioni. Io devo scegliere tra usare la procedura ordinaria o perdere risorse preziose“. Gualtieri sceglie la prima ipotesi e già domani un incontro con i sindacati avvierà l’iter ‘vecchio stile’: l’ipotesi è di circa 1.500 licenze in più rispetto alle 7.800 già circolanti in città, e sarà braccio di ferro con la categoria. Nardella invece sottolinea come il dl “elimina le licenze temporanee che a Firenze abbiamo efficacemente sperimentato“, non aiuta granché sui tempi e paradossalmente “mette un tetto del 20% all’aumento comprimendo l’autonomia dei Comuni che in teoria ne avrebbero potute prevedere anche di più“.
È già caos
La soluzione fiorentina è l’estensione di turni e orari: “Due ore di estensione del turno per ogni auto corrisponderebbe a un aumento di circa 50 licenze” spiega Nardella. Il decreto non piace nemmeno ai sindacati: l’Usb taxi annuncia lo sciopero per il 10. Ultima voce, che certo non semplifica il quadro, quella dei consumatori: secondo l’Usb il dl Asset è uno “spot inutile“. Per il Codacons, invece, con il dl Asset “i sindaci non hanno più attenuanti: siamo pronti a denunciare quei Comuni che non si attiveranno per aumentare il numero di auto bianche“.