Il provvedimento
Campi Flegrei, il piano in 4 punti nel decreto del governo: evacuazione, test case e scuole
Le anticipazioni, domani il consiglio dei ministri. Il ministro Musumeci: "Non creiamo allarmi ma non sottovalutiamo". Oggi altre scosse
Ambiente - di Redazione Web
Domani il governo potrebbe adottare un provvedimento sui Campi Flegrei, la zona vulcanica a nord ovest di Napoli interessata nelle ultime settimane da un’intensa attività sismica. L’esecutivo starebbe preparando un piano in quattro punti che comprende anche un piano di evacuazione. Il decreto ad hoc sarà presentato dal ministro per la Protezione Civile Nello Musumeci. Sindaci e assessori di zone interessate sono stati oggi in audizione informale davanti alla Commissione Ambiente della Camera e nel frattempo la terra ha tremato di nuovo: è l’effetto di una crisi bradisismica cominciata nel 2005. Il Consiglio dei Ministri si riunirà domani alle 20:00.
All’audizione hanno partecipato i sindaci di Pozzuoli, Quarto, Bacoli, Monte di Procida, Giuliano e Marano e successivamente il sindaco della città metropolitana di Napoli. Quattro i punti principali del decreto per i Campi Flegrei per i quali si stanno valutando le coperture finanziarie: un piano di esodo in caso di grave bradisismo, uno per valutare la vulnerabilità degli edifici per capire su quali intervenire, il potenziamento delle strutture di Protezione Civile, un piano per la comunicazione che coinvolgerà anche le scuole.
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Anche oggi sono state avvertite nelle scosse, sebbene più localizzate e meno forti rispetto a quelle che hanno preoccupato nei giorni scorsi. Una scossa di magnitudo 2.6 è stata avvertita tra Pozzuoli, Baia, Bacoli, Monte di Procida e in alcuni quartier occidentali di Napoli alle 10:46. In precedenza un’altra scossa si era registrata alle 10:18 con una magnitudo 1.7. “Ci siamo subito messi in contatto con le Scuole che hanno attivato i piani di sicurezza, i bambini sono al sicuro nei vari cortili, attendono di poter rientrare in classe. Invito i genitori a mantenere la calma, se ci saranno aggiornamenti importanti ve lo comunicheremo tempestivamente”, ha scritto sui social il sindaco di Pozzuoli, Luigi Manzoni, impegnato con alcuni colleghi con la Commissione della Camera.
Il ministro per la Protezione Civile Nello Musumeci aveva dichiarato ieri in un’intervista al Tg1 di “un Piano di esodo in relazione al bradisismo, perchè per il rischio vulcanico il Piano esiste già e va soltanto aggiornato” che “verrà adottato soltanto in casi di estrema necessità, ma averlo, elaborarlo e tenerlo aggiornato è una buona pratica di prevenzione”. Già ieri il ministro aveva parlato di un piano che “prevede altri tre punti: un Piano per valutare la vulnerabilità del patrimonio edilizio esistente, sia pubblico che privato; un Piano per la comunicazione, che assume una funzione importantissima: in questo momento non bisogna creare allarmi ma non bisogna neanche sottovalutare, e pensiamo di coinvolgere anche le scuole. E il potenziamento delle strutture di protezione civile presso gli enti locali”.
I quattro livelli di allerta – verde, gallo, arancione e rosso – descrivono lo stato di attività del vulcano e scandiscono il tempo che precede una possibile ripresa dell’attività eruttiva. La Zona Rossa, quella pià esposta al pericolo di flussi piclastici espulsioni di gas, cenere e frammenti vulcanici) sono ricompresi i Comuni di Napoli e alcune sue municipalità, Pozzuoli, Bacoli e altri, per un’area che in totale comprende cinquecentomila abitanti. Secondo il piano attuale, alla dichiarazione di allarme tutta la popolazione deve abbandonare la zona rossa, in maniera autonoma o assistita.
Il tempo complessivo stimato per l’operazione di evacuazione è di tre giorni: 12 per prepararsi, 48 per far partire tutta la popolazione dalla Zona Rossa. Le ultime 12 sono considerate un margine di sicurezza per la gestione di eventuali criticità. Gli ultimi giorni hanno visto salire sensibilmente il livello di attenzione, allerta e anche allarmismo sulla crisi in corso. Complici le forti scosse – almeno tre così forti come non se ne avvertivano da quasi 40 anni – avvertite in meno di un mese, l’ultima di magnitudo 4.0 lunedì sera. La Protezione Civile ha definito l’impraticabilità parziale di alcuni immobili ad Agnano e due nuclei familiari sono stati sgomberati ieri.
Alcuni esperti hanno suggerito di evacuare subito almeno la Zona Rossa. Per esempio è la proposta al centro del seminario “Fenomeni bradisismici dei Campi Flegrei e mitigazione del rischio vulcanico”, che si terrà al Circolo Savoia venerdì prossimo, secondo cui si dovrebbe diminuire significativamente la popolazione residente nella zona rossa (circa 600mila persone), adottare uno schema di evacuazione progressiva che inizia da una piccola area considerata a maggior rischio, evacuare, almeno temporaneamente, gli edifici localizzati entro 1 chilometro e mezzo dall’area di Solfatara-Agnano, vale a dire nella zona in cui si producono i terremoti maggiori, per verificare l’agibilità e la capacità di resistenza degli edifici ad altre scosse rilevanti.