Il congresso di Area Dg
Le toghe rosse chiedono diritti su lavoro, carceri e migranti
A Palermo il congresso di Area Dg. Albamonte contro il governo e la militarizzazione da parte di Magistratura indipendente. Il vicepresidente del Csm Pinelli sferza le toghe: “Troppo spesso il potere prevale sul servizio”
Giustizia - di Angela Stella
Si è aperto ieri a Palermo il IV Congresso nazionale di Area Dg, dal titolo “Il ruolo della giurisdizione all’epoca del maggioritarismo”, l’ultimo di Eugenio Albamonte quale Segretario dopo quattro anni da leader della magistratura progressista. Il pm romano ha criticato duramente il Governo Meloni e la militarizzazione da parte di Magistratura Indipendente, la corrente conservatrice, del Ministero della Giustizia, fino alla presidenza del Consiglio.
Ma “il nodo centrale è costituito dall’attacco portato alla giurisdizione ed ai diritti” ha detto Albamonte. Ed infatti a seguire c’è stato un panel introdotto dalla presidente di Area Egle Pilla proprio sui “diritti sotto attacco” – lavoro, carceri, immigrazione, fine vita, libertà di stampa, omogenitorialità – durante il quale hanno dialogato Anna Falcone, Marco Tarquinio, Giuseppe Provenzano, Giuseppe Salvaggiulo, Enrico Grosso. «La Costituzione è sopra di noi – ha detto Pilla – oltre le diverse sensibilità e non può cedere ad interessi particolari; il momento attuale, tuttavia, è un momento di grande incertezza e di fragilità e quando la Costituzione da luogo di concordia diventa terreno di controversia, quando la Costituzione non è più difesa, ma ritenuta non adeguata e dunque da modificare, occorre interrogarsi se e in che modo quei diritti in essa consacrati, valori fondativi di una identità democratica siano in pericolo».
In tema di immigrazione ha detto la Pilla: “ è il tema del dibattito politico odierno; l’ossimoro emergenza strutturale lo definisce, svelandone tutta la sua drammaticità. Nessuno di noi si può chiamare fuori. Fra qualche giorno saranno trascorsi 10 anni da quel tragico 3 ottobre 2013 che vide morire nel Mar Mediterraneo 368 persone. È del 14 giugno 2023 il nostro comunicato che nel richiamare l’art. 10 comma 3 della Costituzione italiana e l’articolo 18 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea sul diritto di asilo, dopo l’ennesima strage in mare sollecitava l’Europa e l’Italia quanto alle responsabilità nell’ostacolo agli accessi legali. Aumentano gli sbarchi: dal primo gennaio ad oggi sono sbarcate in Italia 133.000 persone. Di gran lunga inferiori i rimpatri forzati: 2770. Gli ormai tristemente famosi CPR attorno ai quali l’attuale governo ha costruito la politica per l’immigrazione sono luoghi terrificanti in cui, oltre alle condizioni di degrado, la mancata conoscenza della lingua e l’assenza di mediatori culturali impediscono anche l’esercizio dei diritti dei richiedenti asilo per l’accesso alle procedure di protezione internazionale”.
In questo “il ruolo della magistratura è stato decisivo rispetto alle pronunzie di incostituzionalità dei Decreti sicurezza nel tentativo di fornire risposte alle molteplici istanze che l’hanno investita rispetto ad un sistema di tutela multilivello del diritto alla protezione dello straniero”. Sul tema del carcere Pilla si è appellata affinché “La pena non perda mai la propria finalità rieducativa e non si traduca in pura afflizione”. Altro tema affrontato, quello sul fine vita: “Attendiamo dopo la sentenza 242/19 della Corte Costituzionale legata alla morte assistita di DJ Fabo che ha fissato le condizioni in presenza delle quali l’aiuto al suicidio non è punibile, una legge sulla eutanasia”.
Ad intervenire anche il vice presidente del Csm, Fabio Pinelli: «La magistratura dovrebbe interrogarsi oggi come si costruisce la figura del magistrato, dialogare con le Università per contribuire alla formazione dell’etica del giurista, occuparsi del fatto che essere magistrato è un potere ma anche, e vorrei dire soprattutto, una responsabilità e un servizio per il proprio Paese. Ma troppe volte emerge la dimensione del potere, non la dimensione del servizio. Questo un punto sul quale credo ci debba essere una riflessione anche all’interno del Csm. Io comprendo i problemi di governo spicciolo, però se il Consiglio si ridurrà a questo, credo che morirà. Se viceversa sarà in grado di porre le questioni di governo spicciolo in una visione di governo complessivo della magistratura, intesa come orizzonte da dare alla magistratura, che idea di giustizia in un Paese democratico del 21esimo secolo, allora potremo dire per davvero di aver imboccato una nuova strada».
Oggi interverranno il Ministro Nordio, il presidente dell’Anm, Giuseppe Santalucia, e il presidente dell’Unione Camere Penali, Gian Domenico Caiazza che difenderà molto probabilmente il progetto di separazione delle carriere, più volte criticato durante il dibattito di ieri.