Il ddl

È scontro aperto sulla Giustizia, Nordio replica all’Anm: “L’interlocutore del governo è il Csm”

Il ministro dopo le critiche per il ddl su abuso d'ufficio e intercettazioni. "Per il risultato raggiunto, anche di fare innervosire le opposizioni che si sono divise, mi darei anche un dieci"

Giustizia - di Redazione Web - 18 Giugno 2023

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È scontro aperto sulla Giustizia, Nordio replica all’Anm: “L’interlocutore del governo è il Csm”

Contrattacco del ministro della Giustizia Carlo Nordio dopo le critiche che lo avevano bersagliato nei giorni scorsi per il suo progetto di riforma della Giustizia, che prevede modifiche al codice penale e al codice di procedura penale. “Se il rappresentante di un sindacato di magistrati, prima che fosse noto il testo del disegno di legge, pronuncia tutta una serie di critiche severissime” allora “secondo me in corretto italiano significano interferenze. L’interlocutore istituzionale del governo e della politica è il Consiglio Superiore della Magistratura”, ha detto il ministro nel suo intervento a un festival a Taormina. Il riferimento, diretto, all’Associazione Nazionale Magistrati.

È scontro aperto insomma, dopo l’approvazione in Consiglio di ministri di due giorni fa del disegno di legge. Il ddl passato giovedì sera propone diverse modifiche che prevedono l’abolizione del reato di abuso d’ufficio, una trasformazione del sistema delle intercettazioni e di quello delle custodie cautelari per trasferirne la competenza “a un organo collegiale”. Dovrà essere approvato articolo per articolo da ognuna delle due camere del Parlamento. Nordio ha comunque avvisato che l’intervento sulle intercettazioni sarà molto più duro.

Il ministro nel corso del suo intervento a Taormina ha toccato tutti i punti principali della riforma. Dalle intercettazioni, “una barbarie che costa 200 milioni all’anno con risultati minimi”, alla custodia cautelare, “siamo infarciti di errori giudiziari che hanno tenuto persone in carcere per mesi o per anni prima di essere assolte e alcuni dei magistrati responsabili sono stati promossi o siedono in parlamento”, fino all’abrogazione del reato di abuso d’ufficio, “com’era formulato era evanescente, ma se l’Europa ci chiedesse una rimodulazione, la accoglieremmo”. Quest’ultimo il tema che ha spaccato il Partito Democratico, il maggior partito di opposizione, con la segretaria Elly Schlein a quanto emerso contraria e diversi sindaci a favore, alcuni esultanti.

“Sapete quanto costa un processo penale? – ha detto Nordio – Sapete quanto è costato il processo fatto a suo tempo contro Andreotti che è finito nel nulla? È costato un miliardo di lire alla parte soltanto per fare le fotocopie”. Per il ministro la corruzione va combattuta con la “semplificazione normativa” più che con “le armi penali”. Un passaggio dedicato alle ex toghe ora nei partiti: “Sia Cafiero De Raho che Pietro Grasso sono entrati subito in politica dopo avere cessato la carica di pm senza il periodo di decantazione che sarebbe necessario. Di nomi ce ne sono tanti. A suo tempo avevo detto che il magistrato non dovrebbe mai fare politica, poi ho ritenuto che dopo cinque anni dalla cessione del mio lavoro in magistratura questa decantazione potesse giustificare il fatto di assumere una carica governativa“.

Nordio ha ammesso che “per il risultato raggiunto, anche di fare innervosire le opposizioni che si sono divise, mi darei anche un dieci. Vedere che il maggiore partito dell’opposizione si spacca in due, per noi è un risultato importante”. Non meno duro il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano. “Questo ddl è un primo decisivo segnale per ribadire che la politica decide senza attendere la dettatura dalle correnti della magistratura associata. Quando si è insediata a Palazzo Chigi, Giorgia Meloni ha detto ‘non sono ricattabile’: questo governo non è ricattabile, a partire dalla giustizia”. Il ministro degli Esteri e presidente pro-tempore di Forza Italia Antonio Tajani spinge anche per la divisione delle carriere, per “portare a compimento quello che era il disegno di Silvio Berlusconi”.

Contro il ddl si sono schierate le opposizioni, fatta eccezione per il Terzo Polo. Per Walter Verini del Pd “il pacchetto Nordio indebolisce faranzie di legalità, non colpisce le gogne mediatiche ma la libertà di informazione”. L’ex presidente del consiglio e leader del Movimento 5 Stella Giuseppe Conte nella riforma vede “un disegno organico” per liberare enormi spazi di impunità, cancellare presidi contro la corruzione e mettere il bavaglio alla stampa”. La replica dell’Associazione Nazionale Magistrati, infine, non si è fatta attendere. “I magistrati e l’Anm, che ne ha da oltre un secolo la rappresentanza, hanno non solo il diritto ma anche il dovere di prendere parola, per arricchire il dibattito sui temi della giustizia – ha fatto sapere il Presidente Santalucia – . Perché in tal modo ampliano il confronto e contribuiscono, con il loro punto di vista argomentato e ragionato, a migliorare ove possibile la qualità delle riforme. Questa è l’essenza della vita democratica”.

18 Giugno 2023

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