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Quando Napolitano si scontrò con Berlinguer sulla “questione morale”: l’articolo sull’Unità dell’agosto 1981

Dopo l'intervista del segretario a Scalfari, il leader migliorista citava Togliatti e invitava il partito a "scendere e muoversi sul terreno riformistico, anziché pretendere di combattere il riformismo con pure contrapposizioni verbali o vuote invettive"

Politica - di Redazione Web

27 Settembre 2023 alle 17:04 - Ultimo agg. 27 Settembre 2023 alle 17:09

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Quando Napolitano si scontrò con Berlinguer sulla “questione morale”: l’articolo sull’Unità dell’agosto 1981

Dalle colonne de L’Unità del 21 agosto 1981 Giorgio Napolitano rispondeva a Enrico Berlinguer all’intervista, rilasciata a Eugenio Scalfari e pubblicata da La Repubblica il 21 luglio 1981, in cui il segretario del Partito Comunista Italiano rilanciava la cosiddetta “questione morale” e affermava la “nostra diversità”. Forse il momento di scontro più duro tra la linea del leader e quella della corrente dei cosiddetti miglioristi. L’editoriale fu intitolato Perché è essenziale il richiamo a Togliatti e al leader comunista faceva più volte riferimento.

Per far fronte alle sfide di politica interna ed estera, del Mezzogiorno e della condizione giovanile, “è decisivo saper procedere secondo il metodo che Togliatti ci ha insegnato” scriveva Napolitano ed era decisivo “saper mettere a frutto, nelle condizioni di oggi, la grande scelta togliattiana del ‘partito nuovo’, in quanto partito che ‘non si limita alla critica e alla propaganda’, ma propone soluzioni, promuove una combattiva e costruttiva partecipazione e azione di massa, sviluppa un’’iniziativa politica’ capace di modificare posizioni e dati di fatto negativi”.

Napolitano insisteva nella ricerca “dell’intesa con quei partiti che rappresentano forze sociali interessate al cambiamento, legate all’esigenza di una guida nuova, progressiva, della società italiana”. Per il leader migliorista di fronte alle “degenerazioni prodottesi nella vita pubblica, non ci limitiamo a sottolineare la nostra estraneità a quei fenomeni e a quei comportamenti; non ci chiudiamo in un’orgogliosa riaffermazione della nostra ‘diversità’ ma intendiamo far leva sulle ‘peculiarità’ del nostro partito per contribuire a un corretto rilancio delia funzione dei partiti in generale come elemento insostituibile di continuità e di sviluppo della vita democratica”.

Napolitano sosteneva la necessità di un “confronto chiarificatore” che partisse dalle esperienze di collaborazione già in atto tra comunisti, socialisti e altre forze di sinistra e laiche, anche quelle sviluppate nel governo di regioni, grandi città ed enti locali. “È indispensabile che da parte nostra si sappia sollecitare e praticare questo confronto con la stessa, instancabile insistenza unitaria, con lo stesso respiro di grande forza politica nazionale, e con la stessa apertura rinnovatrice di cui Togliatti diede esempio dinanzi all’avvento del centro-sinistra. Il Togliatti che invitava il partito a saper ‘scendere e muoversi sul terreno riformistico’, anziché pretendere di combattere il riformismo con ‘pure contrapposizioni verbali’ o ‘vuote invettive’, e sanciva la nostra adesione a una prospettiva di sviluppo graduale verso il socialismo, ed esaltava la ‘felice colpa’ dei comunisti jugoslavi di ‘aver innovato nella dottrina, e nella pratica della lotta per il socialismo’. È a quell’esempio che occorre ispirarsi”.

Qualche tempo dopo quell’articolo, Napolitano lasciò la responsabilità della sezione di organizzazione del partito per assumere l’incarico di capogruppo dei deputati comunisti, che all’epoca era un ruolo considerato meno importante rispetto a quello lasciato all’interno del partito. Il leader della corrente migliorista venne definito all’interno del partito come un “destro” o “riformista” per le sue posizioni.

L’edizione del quotidiano del 21 agosto 1981 è acquistabile sul sito de L’Unità a questo link.

27 Settembre 2023

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