Nuovi problemi legali

Donald Trump ancora nei guai, condannato per frode a New York: “Suoi asset gonfiati sino a 3,6 miliardi”

Esteri - di Redazione

27 Settembre 2023 alle 10:45

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Donald Trump ancora nei guai, condannato per frode a New York: “Suoi asset gonfiati sino a 3,6 miliardi”

Ancora problemi con la giustizia per Donald Trump. L’ex presidente degli Stati Uniti, assoluto favorito nelle Primarie del Partito Repubblicano che decideranno lo sfidante di Joe Biden nelle elezioni presidenziali del 2024, è stato giudicato assieme ai suoi tre figli adulti responsabile di frode avendo fornito per circa un decennio false informazioni finanziarie gonfiando il valore dei loro asset sino a 3,6 miliardi di dollari nei confronti di banche e assicurazioni.

A stabilirlo è stato il giudice di New York Arthur Engoron, dando ragione alla procuratrice generale Letitia James pochi giorni prima dell’inizio del processo civile in materia.

Si tratta dell’ennesimo colpo durissimo all’immagine di Trump, che ha sempre legato la sua carriera politica ai presunti successi avuti in campo imprenditoriale. Engoron ha ordinato che alcune delle licenze commerciali di Trump vengano revocate, rendendo ora complicato, se non impossibile per le aziende dell’ex presidente fare affari a New York, e ha ordinato il monitoraggio di un supervisore indipendente sulle operazioni della Trump Organization.

Nella sua sentenza di 35 pagine il giudice Engoron accusa Trump e i suoi dirigenti di aver ripetutamente mentito nei rendiconti finanziari annuali per ottenere in cambio condizioni di prestito favorevoli dalle banche e costi assicurativi inferiori.

Come ricostruisce LaPresse, i pubblici ministeri di Manhattan avevano cercato di sporgere denuncia penale per la stessa condotta, ma hanno poi deciso di non procedere, lasciando che James citasse in giudizio Trump e chiedesse sanzioni che mirassero a interrompere la capacità sua e della sua famiglia di fare affari nello Stato. La sentenza di Engoron, in una fase del procedimento nota come giudizio sommario, risolve la questione chiave nella causa di James, ma ne rimangono molte altre, a cominciare dalla richiesta di James di 250 milioni di dollari di sanzioni nel processo che inizierà il 2 ottobre.

Gli avvocati di Trump avevano chiesto al giudice di archiviare il caso sostenendo che James non fosse legalmente autorizzata a intentare una causa, perché non c’erano prove che il pubblico fosse stato danneggiato dalle azioni di Trump, oltre a sostenere che molte delle accuse erano già prescritte.

Ovvia la reazione dello stesso Trump. Per il tycoon “è un una grande compagnia che è stata diffamata e calunniata da questa caccia alle streghe politicamente motivata”, ha scritto l’ex presidente Usa sul suo social Truth. Secondo Trump la decisione preliminare è arrivata da un giudice “che odia Trump oltre addirittura la procuratrice generale Letitia James”, lamentando la mancanza di una giuria e rivendicando la correttezza del suo operato. Tanto più, precisa, che le sue dichiarazioni finanziarie non comprendevano il “suo asset più pregiato, il mio brand” e recavano una “clausola che limita la responsabilità“, una clausola in cui si invita a “non fare affidamento” a quanto in esse contenuto.

La causa intentata da Letitia Jamesè solo l’ultimo dei grattacapi legali di Trump: l’ex presidente è stato incriminato quattro volte negli ultimi sei mesi – accusato in Georgia e Washington di aver complottato per ribaltare la sconfitta elettorale del 2020, in Florida per aver trattenuto documenti riservati e a Manhattan per aver falsificato documenti aziendali relativi a denaro pagato in nero per suo conto. La Trump Organization è stata invece condannata per frode fiscale lo scorso anno in un procedimento penale non correlato, per aver aiutato i dirigenti a eludere le tasse su benefit come appartamenti a Manhattan e auto di lusso

di: Redazione - 27 Settembre 2023

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