La confessione del ministro
Giorgetti ammette: “Mancano 15 miliardi per fare la manovra”
Opposizioni all’attacco. “Hanno candidamente ammesso - tuona il dem Boccia - che non possono fare una manovra dignitosa”. E Parigi ci affonda: “Nel 2024 Italia ultima per crescita in Europa”
Dopo il rialzo dei tassi della Bce, il governo ha alzato bandiera bianca. Ad annunciare l’addio definitivo ai sogni di gloria in manovra è stato nella mattinata di ieri il ministro Giorgetti, il quale ha candidamente ammesso che non ci sono le risorse adeguate per fare una finanziaria in grado di rispondere alle pressanti esigenze del nostro paese.
“Se i tassi di interesse fossero rimasti quelli di due anni fa o dello anno scorso – ha detto Giorgetti – oggi avevo 14-15 miliardi da mettere sulla riduzione fiscale”. Il rialzo dei tassi, quindi, “non è un fatto positivo, noi abbiamo un debito tale per cui lo spread dei tassi d’interesse, rispetto all’anno scorso, fa sì che una manovra di bilancio sia stata portata via, in qualche modo, dalla rendita finanziaria”, ha spiegato il ministro. Dopo che il polverone si è scatenato, il ministro prova a correggere il tiro, annunciando che in qualche modo il governo farà, ma ormai il vaso di Pandora si è aperto da un pezzo.
“Giorgetti alza le mani e sul Pnrr l’Ue ci bacchetta, governo allo sbando”, commenta a caldo il presidente dei senatori del Pd Francesco Boccia. “Questa mattina intervenendo ad un convegno il ministro Giorgetti – ha ragionato Boccia – ha candidamente ammesso che non ci sono le risorse adeguate per fare una manovra di bilancio che risponda alle esigenze del nostro paese in questa fase. L’aumento dei tassi, ha detto Giorgetti, ha portato via 14-15 miliardi. Evidentemente Giorgetti si è accorto solo oggi di una cosa che diciamo da tempo: il governo non ha i soldi per fare una manovra di bilancio degna di questo nome. Il rischio di una manovra in deficit è evidente ma a questo punto è assolutamente necessario che il governo venga in Parlamento a dirci cosa vuole fare. Anche perché il Consiglio dell’Ue, nel frattempo, ha bacchettato il nostro Paese per gli evidenti rischi di ritardi nell’attuazione del Pnrr. È evidente a tutti che abbiamo di fronte un governo allo sbando”, ha sottolineato il senatore dem.
Ma a bollinare l’allarme lanciato da Giorgetti, ieri ci ha pensato assai autorevolmente anche l’Ocse. “Dopo un inizio del 2023 più forte del previsto – mette nero su bianco l’Organizzazione internazionale – aiutato dal calo dei prezzi dell’energia e dalla riapertura della Cina, si prevede che la crescita si modererà. L’impatto della politica monetaria più restrittiva sta diventando sempre più visibile, la fiducia delle imprese e dei consumatori è scesa e la ripresa in Cina si è affievolita”, così “si prevede che la crescita del Pil globale rimarrà inferiore alla media nel 2023 e nel 2024, rispettivamente al 3% e al 2,7%, frenata dall’inasprimento della politica macroeconomica necessaria per contenere l’inflazione”. In particolare, per l’Italia le stime vedono un +0,8% nel 2023 (in calo dello 0,4% nei confronti delle prospettive di giugno) e nel 2024 (-0,2% rispetto alle precedenti stime). Nel 2024, è la stima dell’Ocse, l’Italia sarà il fanalino di coda dell’intera Europa. Per la “Nazione”, un ulteriore primato da vantare ai quattro venti.