Il clima di terrore

Masha Amini, arrestato il padre nell’anniversario della morte: spari contro i contro i manifestanti a Teheran

Esteri - di Carmine Di Niro - 16 Settembre 2023

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Masha Amini, arrestato il padre nell’anniversario della morte: spari contro i contro i manifestanti a Teheran

Lo hanno prelevato nella sua abitazione a Saqqez, città curda di cui Mahsa Amini era originaria, arrestato e poi liberato. Amjad Amini, il padre di Mahsa, la 22enne morta esattamente un anno fa a Teheran dopo essere stata messa in custodia dalla polizia morale perché non portava il velo in modo corretto, è finito nel mirino delle Guardie della rivoluzione di Khamenei.

La stortia di Mahsa puntò nuovamente gli occhi del mondo sul regime repressivo iraniano lo scorso anno: la giovane ragazza curda venne arrestata il 13 settembre dalla polizia religiosa nella capitale iraniana, dove si trovava con la sua famiglia in vacanza, a causa della mancata osservanza della legge sull’obbligo del velo. Quindi venne condotta presso una stazione di polizia: dopo tre giorni di coma, in “circostanze sospette”, la ragazza morì suscitando l’indignazione dell’opinione pubblica e proteste di massa che non si vedevano nel Paese da anni, che provocarono oltre 500 morti e 20mila arresti.

Il fermo di Amjad Amini è arrivati in un clima particolarmente teso: nei giorni scorsi, con l’avvicinarsi dell’anniversario della morte della figlia Mahsa, l’uomo era stato posto sotto sorveglianza e gli era stato chiesto di non tenere cerimonie per commemorare la figlia. Sette giorni fa Amjad aveva però “osato” pubblicare un post su Instagram che recitava così: “Care sorelle e fratelli, noi, la famiglia di Gina Mahsa, come ogni famiglia in lutto, nell’anniversario del martirio della nostra amata figlia, ci riuniremo sulla tomba e avremo una cerimonia tradizionale e religiosa. Celebriamo l’anniversario. Allo stesso tempo onoreremo i dolori e le preoccupazioni dei nostri cari concittadini. Astenetevi da qualsiasi cosa, atti violenti. Vi invitiamo a rispondere. Non pubblichiamo nessun testo tranne questo. La madre e il padre di Mahsa”.

La situazione nel Paese resta particolarmente difficile, con la stretta del regime che si fa sentire. Ne sa qualcosa l’imam sunnita della moschea di Zahedan, nella provincia sud orientale del Sistan Baluchistan, che come riferisce l’Ansa ha esplicitamente ricordato durante la preghiera di venerdì la giovane Mahsa. La diretta del suo sermone è stata censurata con un blocco temporaneo dell’accesso a internet ma dopo la preghiera almeno un centinaio di persone ha marciato per le strade gridando slogan.

Particolarmente blindata dalle forze dell’ordine del regime è la provincia del Kurdistan iraniano da dove proveniva Mahsa: gli agenti hanno chiesto ai cittadini di non protestare, minacciando di aprire il fuoco in caso di disobbedienza. A Saqqez gli alberghi non accettano ospiti da fuori e la tomba della giovane è sorvegliata da telecamere.

Ma la situazione più caotica è stata rilevata nella capitale Teheran, dove le forze sicurezza hanno sparato contro alcune persone che stavano manifestando nella città in occasione dell’anniversario della morte di Mahsa. Alcuni manifestanti sono stati arrestati nei pressi dell’Università di Teheran e di piazza Azadi. Gli agenti hanno impedito l’accesso ai cimiteri dove sono sepolti manifestanti uccisi negli scontri durante le dimostrazioni dello scorso anno.

16 Settembre 2023

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