Non c'erano maltrattamenti
Caso Sara Pedri, illegittimo il licenziamento del primario Tateo: il Tribunale ordina il reintegro
Saverio Tateo deve essere reintegrato al suo posto di lavoro. Può esultare l’ex primario dell’unità operativa di ginecologia e ostetricia dell’ospedale Santa Chiara di Trento dopo la decisione del giudice del lavoro Giorgio Flaim che ha dichiarato illegittimo il suo licenziamento.
Tateo era stato ‘cacciato’ dall’Azienda provinciale per i servizi sanitari (Apss), con il parere positivo del comitato dei garanti, l’8 novembre 2021, a nove mesi dalla scomparsa della ginecologa Sara Pedri, avvenuta il 4 marzo 2021.
I “riflettori” sull’ex primario si erano accesi proprio dopo la scomparsa della ginecologa 31enne di Forlì: su Tateo era stata aperta un’indagine interna sulle condizioni di lavoro nel reparto di ginecologia e 17 contestazioni disciplinari, in gran parte sui presunti atteggiamenti vessatori dell’ex primario. La scomparsa di Sara Pedri sarebbe nata proprio nell’ambito del pesante ambiente di lavoro creato da Tateo e dalla sua assistente Liliana Mereu.
Invece il Tribunale di Trento ha escluso che le contestazioni disciplinari si configurassero come maltrattamenti. Il giudice Flaim ha inoltre condannato l’azienda sanitaria al pagamento delle retribuzioni degli ultimi due anni.
“Con una sentenza di 270 pagine il giudice ha sgretolato qualunque contestazione. Sentiti tutti i medici e i vertici dell’azienda sanitaria nulla dell’accusa è rimasto in piedi”, il commento dell’avvocato di Tateo, Vincenzo Ferrante, che al Corriere del Trentino evidenzia che “si trattava di un processo alle streghe, con un provvedimento di licenziamento preso a giudizio di popolo e molto lontano dal mondo moderno”. Per ora invece l’azienda sanitaria “non intende esprimere commenti, almeno fino a quando non sarà in possesso del testo con le motivazioni”.
“Sapevo della sentenza ma non l’ho ancora letta”, il commento invece di Nicodemo Gentile, avvocato della famiglia Pedri, “ma è un filone che a noi interessa relativamente perché è un problema dell’azienda ospedaliera, siamo concentrati sul processo penale”.
Sullo sfondo della vicenda Tateo c’è infatti la scomparsa della ginecologa. La sua auto era stata trovata vicino al lago di Santa Giustina, dove da subito si erano concentrate le ricerche. L’ipotesi più probabile resta quella di un gesto estremo della giovane dottoressa sottoposta, secondo i familiari, a mobbing sul luogo di lavoro.
Ad oggi il suo corpo non è stato ritrovato e tutte le operazioni di ricerca effettuate nel lago artificiale hanno dato esito negativo: a nulla è valsa anche l’ultima grande operazione di ricerca tenuta lo scorso ottobre, che aveva coinvolto anche cani specializzati arrivati dalla Baviera, sommozzatori e ogni tecnologia subacquea disponibile.