Il sottosegretario smentisce

Sanatoria per contanti e valori nelle cassette di sicurezza, il governo pensa al “condono” per fare cassa

Politica - di Redazione

13 Settembre 2023 alle 10:48 - Ultimo agg. 13 Settembre 2023 alle 11:00

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Maurizio Leo con la premier Meloni e il ministro Giorgetti
Maurizio Leo con la premier Meloni e il ministro Giorgetti

Una “voluntary disclosure” sui patrimoni liquidi occultati, contanti e valori delle  cassette di sicurezza delle banche da far emerge tramite una regolarizzazione che prevede un’aliquota unica del 23 per cento.

Sarebbe questo il piano del governo Meloni, ed in particolare del sottosegretario all’Economia Maurizio Leo, per fare cassa di fronte ai tanti problemi in arrivo per l’esecutivo: dalle difficoltà sulla riforma del Patto di Stabilità al pressing europeo sulla ratifica del Mes, fino ai dati macroecomici al ribasso dell’economia nazionale.

A scriverne oggi è Federico Fubini sul Corriere della Sera, che a stretto giro viene però smentito dallo stesso Leo: “Contrariamente a quanto riportato oggi da alcuni organi di stampa, smentisco categoricamente che è allo studio una “voluntary disclosure” per far emergere valori e contanti detenuti nelle cassette di sicurezza. È un tema peraltro del quale non mi occupo e non mi sono mai occupato”.

Eppure il tema è molto caro alla destra-centro di governo: Fratelli d’Italia l’aveva messa nel programma elettorale dello scorso anno mentre il vicepremier e leader della Lega Matteo Salvini l’aveva addirittura proposta nel giugno 2019 durante il governo giallo-verde con i 5 Stelle.

Come funzionerebbe la sanatoria? L’impostazione secondo le informazioni raccolte da Fubini prevede l’emersione del contante con un prelievo del 26% delle somme di annualità accertabili, ovvero quelle che il contribuente riuscirà a “giustificare” comunicando il momento in cui sono state guadagnate.

È proprio sul concetto di “accertabili” che si apre il rischio di una sorta di condono sul “nero”. Le somme non accertabili sarebbero regolarizzate accanto alle altre: se, per fare un esempio, un contribuente avesse nelle cassette di sicurezza 10mila euro di proventi accertabili e 10mila di proventi non accertabili potrebbe chiudere i conti con il fisco pagando 2.600 euro di tasse.

Per tentare di mettere un freno ad un sistema che rischierebbe di aggirare i filtri antiriciclaggio, la misura prevede che il contribuente sia esposto ad accertamenti dell’Agenzia delle Entrate per le somme regolarizzate con aliquota zero, con la predisposizione anche di “filtri” per escludere i proventi di reati non fiscali, anche per la sanatoria arriverebbe nello stesso anno in cui l’esecutivo Meloni ha elevato da mille a 5mila euro il tetto all’uso del contante.

Proprio per la sua natura controversa, spiega il Corriere della Sera, il governo potrebbe evitare di metterci la faccia lasciando proporre la “disclosure” a un parlamentare della maggioranza in sede di approvazione della Legge di Bilancio. L’obiettivo sarebbe quello di portare a casa incassi extra per dieci miliardi di euro, utili a finanziare le tante promesse elettorali fatte dalla coalizione in sede di campagna elettorale.

Anche in questa ottica si leggono probabilmente le parole di smentita di Leo: “L’unica misura alla quale ho lavorato”, ha spiegato il sottosegretario in una nota, “è la tregua fiscale ove si prevedeva che il contribuente in debito col fisco pagasse tutto il dovuto, con una sanzione ridotta. Ad ogni modo, proprio in virtù del ruolo da me ricoperto come responsabile delle finanze rimango fermamente contrario a forme di regolarizzazione del contante non dichiarato al fisco”.

di: Redazione - 13 Settembre 2023

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