La sentenza più pesante
Assalto a Capitol Hill, l’ex leader dei “Proud Boys” Enrique Tarrio condannato a 22 anni
Condannato per cospirazione sediziosa, è la sentenza più pesante sui fatti del 6 gennaio 2021. L'ex capo dell'organizzazione di estrema destra si è pentito: “Dovrò convivere con quella vergogna per il resto della mia vita”
Esteri - di Redazione Web
È la condanna più pesante inflitta finora per l’assalto al Congresso degli Stati Uniti d’America del 6 gennaio 2021. Henry “Enrique” Tarrio, ex leader dell’organizzazione di estrema destra “Proud Boys”, è stato condannato a 22 anni di reclusione per il suo ruolo nell’organizzazione dei disordini causati dai sostenitori di Donald Trump che cercarono di fermare la certificazione della vittoria delle elezioni dell’attuale Presidente Joe Biden. “Il giorno più buio della democrazia americana”. Tarrio è stato condannato per cospirazione sediziosa. Oggi si è pentito, ha chiesto scusa. Lo stesso ex Presidente degli Stati Uniti è incriminato per aver “incoraggiato l’assalto senza precedenti” a Capitol Hill.
Ha 39 anni, di origini cubane, leader dei “Latinos for Trump”, proprietario di un negozio di gadget a Miami. Era considerato il capo dell’organizzazione di ultradestra fondata nel 2016 come “drinking club” che sostiene la superiorità della civiltà occidentale, islamofoba, che non ammette donne e che ingaggia la lotta politica anche con violenza. Il Canada ha classificato il gruppo come organizzazione terroristica. Twitter li aveva espulsi. Più di due anni dopo Tarrio si è pentito. Ha riconosciuto la sconfitta di Trump e chiesto perdono. A differenza di Dominic Pezzola, altro membro dei Proud Boys che fu il primo a fare irruzione al Congresso e che dopo la condanna a dieci anni ha alzato il pugno e gridato: “Trump ha vinto”. Ethan Nordean ha guidato i Proud Boys nell’attacco, Tarrio invece non c’era. Era a Baltimora dopo che gli era stato ordinato di lasciare Washington ai primi di gennaio.
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In una manifestazione a sostegno di Trump, a dicembre 2020, aveva bruciato uno striscione, rubato in una chiesa, del movimento “Black Lives Matter” per i diritti degli afroamericani e contro le violenze della polizia sulla minoranza. Era stato arrestato e rilasciato su cauzione prima che gli venisse ordinato di abbandonare Washington. Tarrio aveva anche commentato un post dell’eletto Joe Biden: “DEVI ricordare che il popolo americano è in guerra con TE. Niente Trump… Niente pace”. Il giorno dell’assalto aveva scritto: “Quando avrò finito di guardare farò una dichiarazione sul mio arresto … Per ora mi godo lo spettacolo … Fate quello che deve essere fatto”.
L’accusa caratterizza l’intenzione di due o più persone di “rovesciare, abbattere o distruggere con la forza il governo degli Stati Uniti”. Secondo i giudici, anche se a distanza, Tarrio aveva comunque contribuito all’assalto. L’ex capo dell’organizzazione prima della sentenza ha detto di vergognarsi per quei fatti. “Dovrò convivere con quella vergogna per il resto della mia vita” e ha definito i fatti del 6 gennaio come “motivo di imbarazzo nazionale”. La madre e la sorella hanno supplicato il giudice di non condannarlo a 33 anni come aveva chiesto la Procura. La difesa aveva chiesto di fermarsi a 15 anni. Sulla sentenza pesava l’aggravante di “atto di terrorismo”.