L'inchiesta sull'incidente

Strage di Brandizzo, l’allarme a vista per i lavori e la testimonianza della funzionaria: “Per 3 volte dissi di non iniziare”

Cronaca - di Redazione

5 Settembre 2023 alle 10:47

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Strage di Brandizzo, l’allarme a vista per i lavori e la testimonianza della funzionaria: “Per 3 volte dissi di non iniziare”

L’indagine si prospetta lunga e tortuosa, ma il quadro che sembra emergere dall’inchiesta sulla strage ferroviaria di Brandizzo, dove un treno regionale (senza passeggeri) sulla linea ferroviaria Milano-Torino ha travolto e ucciso cinque operai impegnati in lavori di manutenzione nella notte tra 30 e 31 agosto, sembra essere ogni giorno più chiaro.

Col passare delle ore si rafforza infatti l’ipotesi a cui sta lavorando la procura di Ivrea, col fascicolo in mano ai pubblici ministeri Valentina Bossi e Giulia Nicodemo: l’errore umano. Errore e modus operandi che sarebbero stati confermati dalle prime testimonianze rese davanti ai pm dai teste: vi sarebbe stata una sorta di “prassi” utilizzata dagli operai per aggirare i divieti e finire prima i lavori sui binari, con le squadre al lavoro prima degli orari concordati, col rischio del passaggio di un convoglio, e con una sorta di allarme a vista responsabilità di un collega con lo sguardo fisso lungo la ferrovia per scorgere l’eventuale arrivo di un treno.

Il primo a parlare di questo “metodo” era stato Antonio Veneziano, ex operaio della Si.gi.fer. “È già capitato molte volte di iniziare i lavori in anticipo. In molte occasioni in cui ho lavorato lì (alla Si.gi.fer), quando sapevamo che un treno era in ritardo ci portavamo avanti con il lavoro”, ha raccontato Veneziano. Quindi i dettagli sulle procedure: “C’era una regolazione, cioè il restringimento del binario, da fare con un convoglio atteso fuori dall’orario corretto di passaggio? Iniziavamo a lavorare, svitavamo i chiavardini (sistemi di fissaggio delle rotaie alle traversine in legno, ndr). Dopodiché, prima del passaggio dei convogli ci buttavano fuori dai binari. Eravamo in sei-sette per ogni gruppo ma in quei casi c’era chi guardava le spalle. L’altra notte non è andata così, erano tutti sulla massicciata”.

Ma nella giornata di lunedì è stata ascoltata in Procura anche la testimone chiave dell’inchiesta: si tratta della giovane, 25 anni, funzionaria dell’ufficio movimento di Rfi che la notte del 30 agosto dalla sala di controllo della stazione di Chivasso comunicò con Antonio Massa e per ben tre volte gli vietò di fare iniziare i lavori sui binari . Massa, 47enne dipendente di Rfi che aveva la mansione di fare da scorta al cantiere e che secondo le procedure doveva impedire che gli operai iniziassero i lavori, è indagato assieme a Andrea Gibin Giradin, 52 anni, capo cantiere della ditta Sigifer: entrambi sono scampati alla strage.

Ai pm Bossi e Nicodemo la 25enne funzionaria dell’ufficio movimento di Rfi ha confermato di aver vietato a Massa di dare il via libera ai lavori: “L’ho detto per tre volte: i lavori non dovevano cominciare perché era previsto il passaggio di un treno“, avrebbe ripetuto la donna davanti al pm.

Tre le telefonate avvenute tra la sala operativa di Chivasso e Massa. La prima tra le 23.26 e le 23.29. “Possiamo cominciare?”, chiede Massa alla tecnica di Chivasso, che risponde: “State fermi. Deve ancora passare un treno, che è in ritardo. Aggiorniamoci dopo”.

La seconda telefonata fatta dopo le 23.30 ha permesso di fare un confronto con le immagini delle videocamere di sorveglianza: l’audio della registrazione ha fatto sentire le manovre degli operai a lavoro, scena confermata dai filmati. Anche in questo caso, alla domanda posta da Massa di poter iniziare le attività, la sala operativa risponde di ‘no‘. “Bisogna aspettare dopo la mezzanotte. Ci sono due fasce orarie possibili in cui lavorare dopo quell’ora, o prima o dopo l’una e mezza, ora in cui passerà un altro treno. Scegliete voi quale preferite”. L’ultima chiamata è stata quella durante la quale è avvenuta strage, registrando la frenata e il boato.

A Massa, così come a Girardin Gibin, vengono contestati il disastro ferroviario e gli omicidi plurimi con l’ipotesi del dolo eventuale.

 

di: Redazione - 5 Settembre 2023

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