Il decapode

L’estate del granchio blu, dall'”invasione” alle ricette alla vendita all’estero del crostaceo alieno

Allevamenti di cozze e vongole decimati, anche fino all'80%. Emilia Romagna e Veneto hanno chiesto lo stato d'emergenza. La specie alloctona può riprodursi fino a due milioni di uova all'anno e mangia di tutto. L'Italia alle prese con l'"invasione"

Ambiente - di Redazione Web

28 Agosto 2023 alle 16:12 - Ultimo agg. 28 Agosto 2023 alle 16:59

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L’estate del granchio blu, dall'”invasione” alle ricette alla vendita all’estero del crostaceo alieno

Per risolvere il problema della proliferazione incontrollata del granchio blu, l’Italia sta cominciando a vendere il crostaceo all’estero. Alcuni carichi sono già partiti, altri partiranno questa settimana stessa per gli Stati Uniti. È una delle decisioni per reagire a quella che è stata definita una vera e propria “invasione”: una riproduzione rapidissima che ha portato a un aumento incontrollato della popolazione nei mari italiani. Allevamenti di vongole e cozze sono stati letteralmente razziati dal granchio blu, soprattutto tra Emilia Romagna e Veneto, le due Regioni più colpite che hanno chiesto lo stato di emergenza. Sull’emergenza è intervenuto anche il governo, non senza alcune uscite grottesche.

Il granchio blu – o granchio reale blu, granchio azzurro o Callinectes sapidus – è un crostaceo decapode lungo circa 9 centimetri e può arrivare a misurare fino a 23 centimetri di larghezza. Deve il nome al colore delle sue chele. Vive a temperature tra i 3 e i 35 gradi. Pesa circa un chilo, è onnivoro. La sua presenza era stata riscontrata in diverse Regioni italiane a partire dal 2008. Le segnalazioni sono moltiplicate negli ultimi anni: le femmine possono deporre anche due milioni di uova all’anno. È specie alloctona, aliena, il cui habitat è cambiato a seguito dell’azione diretta o indiretta dell’essere umano. Queste sue caratteristiche, insieme con l’assenza di predatori, lo rende pericoloso per l’equilibrio nelle acque del Mediterraneo. In questo caso il crostaceo sarebbe arrivato in Europa tramite le acque di zavorra delle navi mercantili. Il granchio blu è originario delle coste dell’Oceano Atlantico in America, arrivato nel Mediterraneo intorno alla metà del Novecento, prima sulle coste africane, poi nel mar Egeo tra Turchia e Grecia e quindi nel mare Adriatico.

L’emergenza è scattata in particolare quest’estate quando sono cominciate le segnalazioni dagli allevamenti di vongole e cozze in particolare in Emilia Romagna e Veneto. La produzione in alcuni è calata fino all’80%. “La semina di quest’anno è stata totalmente distrutta e annientata dal granchio blu, con una situazione che ogni giorno peggiora”, ha dichiarato il Presidente del Veneto Luca Zaia. “Il futuro dell’economia basso-polesana è compromesso, occorre da subito che il governo decreti lo stato di emergenza e si possano indennizzare i pescatori, riorganizzare le semine di novellame, contenere la popolazione dei granchi blu”. Il governatore si era presentato in conferenza stampa a Venezia con degli esemplari, un maschio e una femmina, mostrati dal vivo ai giornalisti.

Zaia aveva riportato il dato: dall’inizio dell’anno sono state raccolte 326 tonnellate di granchi soltanto in Veneto. Il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida aveva pubblicato un video sui suoi canali per incentivare al consumo alimentare del crostaceo e contribuire alla limitazione della proliferazione. “Il modo migliore non avendo un predatore naturale nei nostri mari, è quello di spiegare come sia un ottimo nutrimento per l’essere umano”, dichiarava il ministro che poco dopo postava una foto della Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, con un piatto pieno di granchi blu.

Il decapode può essere cucinato al vapore o bollito e usato come ingrediente per paste, insalate e zuppe. La polpa va cucinata per almeno una 20ina di minuti. Può arrivare a costare 100 dollari al chilo, poco più di 90 euro. Alcuni ristoranti italiani negli ultimi anni hanno cominciato a proporre il granchio blu nei loro menù. La Coldiretti Veneto ha finanziato un progetto per utilizzare il crostaceo come combustibile per produrre il biogas. Il ministero dell’Agricoltura finora ha stanziato 2,9 milioni di euro per finanziare la cattura e lo smaltimento.

28 Agosto 2023

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