La richiesta

Stupro di gruppo a Palermo, trasferimento per i 6 arrestati: “Minacce in carcere, troppo clamore mediatico”

La richiesta della direzione e degli stessi indagati. Per "prevenire possibili azioni destabilizzanti per l’ordine e la sicurezza". Il Garante della Privacy annuncia conseguenze penali per chi contribuirà a diffondere i video della violenza

Cronaca - di Redazione Web

24 Agosto 2023 alle 12:01

Condividi l'articolo

Stupro di gruppo a Palermo, trasferimento per i 6 arrestati: “Minacce in carcere, troppo clamore mediatico”

Saranno con molte probabilità trasferiti in altre carceri i sei ragazzi arrestati per l’accusa di violenza sessuale di gruppo ai danni di una ragazza di 19 anni a Palermo, stupro che si sarebbe consumato la notte dello scorso 7 luglio al Foro Italico. Per “prevenire possibili azioni destabilizzanti per l’ordine e la sicurezza” dell’Istituto Pagliarelli. Troppo pericoloso insomma, come sottolineato in una relazione della direzione del carcere. Anche gli stessi indagati avrebbero chiesto ai loro legali di potere andare in altre carceri.

Il settimo ragazzo accusato era stato anche lui arrestato ma è stato scarcerato e destinato a una comunità per decisione del gip. La Procura dei minori aveva annunciato ricorso contro quella decisione. Al momento dei fatti al centro delle indagini il giovane era ancora minorenne. Gli altri sei avrebbero chiesto tramite i loro legali l’allontanamento dal carcere palermitano perché sarebbero stati oggetto di minacce. All’interno della struttura non ci sono tante sezioni protette, difficile anche garantire il divieto di incontro imposto dall’autorità giudiziaria. Gli arrestati potrebbero essere trasferiti in altre carceri siciliane.

Il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria del ministero della Giustizia avrebbe accolto la richiesta. Gli indagati hanno 22, 20, 19, e 18 anni. Il caso ha avuto un’enorme eco mediatica che ha scatenato la reazione di personaggi noti al grande pubblico, le foto degli arrestati sbattute sui social, la caccia del video della violenza che sarebbe stata girata da uno dei ragazzi. Le parole pubblicate dai giornali emerse dalle intercettazioni dei carabinieri e le provocazioni pubblicate su account social attribuiti agli indagati ma con molte probabilità fake hanno esasperato l’attenzione sulla vicenda.

Il Garante della privacy intanto ha adottato due provvedimenti d’urgenza in cui ha avvertito Telegram ed eventuali utenti che cercavano il video sull’app che la diffusione costituisce una violazione che può essere sanzionata. La diffusione di video che riprendono violenze sessuali è un reato normato dall’articolo 734 bis del Codice Penale punibile con l’arresto da tre a sei mesi. Chi dovesse diffondere i dati della vittima incorrerà in conseguenze penali. La strategia difensiva punta a sottolineare la consensualità della vittima. Ieri sera si è tenuta in centro storico a Palermo una manifestazione di solidarietà per la vittima organizzata da “Non una di meno”.

24 Agosto 2023

Condividi l'articolo