L'orrore

Stupro di gruppo a Palermo, sui social è caccia al video della violenza: “Pago bene per averlo”

Creati dei canali che fanno esplicito riferimento al caso. Uno dei ragazzi avrebbe girato il filmato degli abusi, una ventina di minuti di immagini. Tanto lavoro per la Polizia Postale con i profili fake aperti e attribuiti ai ragazzi arrestati

Cronaca - di Redazione Web

23 Agosto 2023 alle 12:26

Condividi l'articolo

Stupro di gruppo a Palermo, sui social è caccia al video della violenza: “Pago bene per averlo”

Oltre 31mila persone si sono iscritte al canale Telegram chiamato “Video stupro ragazza Palermo”. Altri 22mila hanno aderito a un altro canale con lo stesso note. “Clicca qui per il video”, recita un link. Oltre 2.800 persone hanno cliccato, alcuni hanno esplicitato il loro apprezzamento con un cuoricino. Secondo quanto riferito il filmato che riprende lo stupro di gruppo ai danni di una 19enne che si è verificato a Palermo al Foro Italico la notte dello scorso 7 luglio, per il quale sono stati arrestati sette ragazzi, sarebbe lungo complessivamente una ventina di minuti. La curiosità morbosa che si è scatenata intorno al caso, con il corollario di intercettazioni e chat pubblicate dai giornali, le fotografie degli arrestati sbattute sui social, i profili veri o presunti con le provocazioni autentiche o fake degli stessi, è arrivata al punto più squallido e brutale. È scattata la caccia a quelle terribili immagini.

“Pago bene per quel video”, si legge addirittura in una di quelle chat. Nessun contenuto nel gruppo da oltre 30mila persone. E intanto continua la confusione sui canali social appositamente creati e attribuiti ai ragazzi arrestati. Quello del minorenne all’epoca dei fatti, arrestato e poi scarcerato, destinato a una comunità, una decisione contro cui la Procura dei minori ha annunciato ricorso, corredato da sue vecchie immagini su cui erano comparse le scritte provocatorie e oltraggiose – “il carcere è di passaggio si ritorna più forti di prima” oppure “c’è qualche ragazza che vuole uscire con me” – era falso. Lo ha dimostrato la Polizia Postale che in queste ore ha tantissimo da fare intorno al caso.

È comparso il video anche di un altro ragazzo, al momento in carcere. Con la sua foto profilo, sue immagini, frasi grottesche e panegirici autoassolutori. “Questo è un messaggio per tutte le persone che mi insultano sull’altro profilo e molto probabilmente anche qua. Non ero in me quando questo è successo ed è brutto sentirsi dire queste cose (fa molto male) in tutto ciò spero davvero che le persone la smettano con queste stupidaggini perché non ero in me ed ero stato trascinato dai miei amici ciao”. E l’hashtag #nonhofattonientedimale. I genitori del ragazzo arrestato hanno negato che siano stati loro ad aprire e a gestire questo profilo. Forse sono degli amici.

Quello che è certo è che uno dei ragazzi avrebbe filmato tutto con il suo cellulare. La Procura però ha fatto sapere e precisato che le immagini sono parziali e di breve durata e “non rappresentano l’intera evoluzione della violenza” anche se riportano “numerosi elementi a sostegno dell’ipotesi accusatoria”. Alcuni dei link apparsi su Telegram sono truffe che utilizzano la tecnica del phishing. Pubblicare il video di una violenza ma anche condividerlo e inoltrarlo contribuendo alla sua diffusione è un reato.

23 Agosto 2023

Condividi l'articolo