Reclusione e libertà
Gli incontri sulla detenzione, ritorna ‘Concertina’
Tre giorni per invitare alla riflessione e al dibattito per aprire nuovi orizzonti sulla privazione della libertà
Giustizia - di Vincent Delbos
«Il silenzio: io me ne occupo» scriveva Stan Kacki, artista pittore, sostenitore degli esiliati, nell’intervento previsto per “Concertina” ma mai tenuto perché è venuto a mancare prima. Cos’è Concertina? Sono degli incontri multidisciplinari sulle varie forme di reclusione: la prigione, l’ospedale psichiatrico, i centri di detenzione per stranieri.
Giunta quest’anno alla sua terza stagione, Concertina si svolge a Dieulefit, in Francia e, nel corso di tre giorni, richiama persone attente al tema della privazione della libertà e della reclusione, in ragione di diverse discipline, da diversi territori, di diverse età e opinioni. Tiene insieme gli interventi di ricercatori e militanti in eventi culturali, teatrali, di danza e cinema. Nel 2023 il tema era «I silenzi»: «Ecco il volto luminoso del silenzio: quello che cura, che ripara, che guarisce, che porta a compimento. Ma il silenzio ha anche il suo volto oscuro, quello della segregazione totale. E questo ha un fine e un obiettivo: ridurre al silenzio. Far tacere l’essere parlante che noi siamo annullando i corpi e i pensieri».
Perché Concertina? La concertina, strumento simile alla fisarmonica, ha dato il suo nome a un filo di ferro spinato avvolto in grosse bobine che si possono allargare come lo strumento musicale e divenuto il simbolo della segregazione. Nata nel 2021, per iniziativa di esponenti locali e non solo, tra cui Bernard Bolze fondatore dell’Osservatorio internazionale delle prigioni, co-presidente di Concertina con Catherine Chemla, chinesiterapista, la manifestazione si svolge a Dieulefit, cittadina del sud est della Francia, dove nessuno è straniero.
Questa comunità ha svolto un ruolo fondamentale nella protezione dei bambini ebrei dalla barbarie nazista. Occasione di incontro tra professionisti e persone che hanno fatto l’esperienza della detenzione o che comunque sono interessate all’argomento, Concertina è sostenuta da diverse istituzioni come la città che ospita l’iniziativa, i Ministri della Giustizia e della Cultura, il Consiglio d’Europa e fondazioni filantropiche come la Fondazione di Francia, la Fondazione M6, oltre che da enti di volontariato. In questa terza edizione la presidenza, dopo Jean-Marie Delarue, il primo Garante nazionale delle persone private della libertà personale in Francia e Michele Perrault, storica del sistema penale e carcerario, è stata affidata ad Antoine Lazarus, medico e tra i fondatori con Michel Foucault di un gruppo multi professionale sul carcere.
Vi sono stati diversi momenti tanto ludici che seri per invitare alla riflessione e al dibattito e aprire nuovi orizzonti. È difficile descrivere la cinquantina di eventi e il ricco programma di quest’anno. Un Circolo del silenzio si è svolto per manifestare in modo nonviolento la contrarietà ai centri di detenzione amministrativa. Poi vi è stato un dialogo tra il giudice alla Corte di Strasburgo Mykola Gnatowskyy e l’avvocato François Saint Pierre per capire se il silenzio è un diritto, quello di tacere. Alcuni si sono chiesti se, nel momento in cui diversi scandali riguardano l’accoglienza degli anziani, invecchiare non significa entrare nel silenzio.
Ka i Loges e Andreas Langen, con la loro opera ed esposizione Nebenan Auschwitz – Vicini ad’Auschwitz hanno trasmesso la memoria dell’indicibile. La «Palla ai prigionieri», associazione belga, ha organizzato di fronte a un pubblico entusiasta una partita di calcio tra la squadra locale Fc 540 e una dozzina di detenuti belgi. Elisabetta Zamparutti, come me, componente il Comitato europeo per la prevenzione della tortura, la deputata francese Marie Pochon, il direttore interregionale dei servizi penitenziari Paul Louchouarn, il Presidente dell’Ordine degli avvocati della Drôme Nicolas Poizat e il Presidente dell’organismo tunisino per la prevenzione della tortura Fethi Jarray, hanno parlato delle visite non annunciate nei luoghi di privazione della libertà dove occorre tendere l’orecchio per rompere il silenzio sulla vita quotidiana dei detenuti.
Concertina comprende anche i fuori programma, decine di occasioni, anche informali, di scambio di opinioni tra ex detenuti, militanti, professionisti dell’amministrazione penitenziaria, associazioni, giudici, procuratori e cittadini a vario titolo interessati. Tutte e tutti comunque desiderosi di far entrare nella società un dibattito senza tesi precostituite sulla reclusione. È la vocazione di questi incontri. La preparazione dell’edizione 2024, dal 28 al 30 giugno 2024, a Dieulefit, è già iniziata. Il tema sarà «Margini», spazi entro cui far passare cambiamenti profondi. Il programma in corso di definizione, con qualche sorpresa, darà a questi incontri una vera dimensione europea. Stan non è venuto. Forse sarebbe stato contento che oltre 1.000 persone sia siano date da fare per rompere questi silenzi.
*Componente il Comitato europeo per la prevenzione della tortura