Una misura che non va...
Cartelli col prezzo medio dei carburanti, perché non stanno funzionando: il paradosso dei costi aumentati
Economia - di Redazione
Probabilmente non ci voleva un genio a capirlo, ma l’obbligo scattato il primo agosto per i benzinai di esporre il prezzo medio dei carburanti su cartelli esposti accanto al prezzo di vendita non si sta rivelando la soluzione contro le presunte speculazioni o comunque la “operazione trasparenza” voluta dal governo Meloni.
La norma, inserita nel decreto legge Carburanti dopo settimane di polemiche sul caro benzina, prevede che i distributori sulle autostrade debbano esporre il prezzo medio nazionale, mentre tutti gli altri quello regionale: i dati invece vengono forniti quotidianamente dal ministero delle Imprese guidato da Adolfo Urso.
Eppure la “trovata” non funziona e a a dirlo, banalmente, sono i numeri. La Fegica, una delle principali associazioni di categoria dei gestori di distributori di benzina, ha sottolineato nella giornata di ieri, martedì 8 agosto, che da inizio agosto i prezzi del carburante sono aumentati, invece di diminuire: per il gasolio in media di 0,036 euro al litro sulla rete autostradale e di 0,041 su tutte le altre strade, per la benzina di 0,017 euro al litro su tutta la rete, secondo i dati raccolti dal sindacato.
Secondo il ministro Urso intervistato dal quotidiano di Torino La Stampa, il problema non riguarderebbe i distributori, “che stanno applicando margini minimi”, ma le aziende di raffinazione, ovvero quelle società che trattano il petrolio greggio per trasformarlo nel carburante. Se fosse realmente così, non si capisce però perché l’esecutivo di Giorgia Meloni si sia impuntato con la decisione di far esporre i cartelli con i prezzi medi.
Contro la scelta del governo di introdurre i cartelli con i prezzi medi si era espresso anche Roberto Rustichelli, presidente dell’Antitrust, che in un’audizione alla Camera aveva bocciato con un suo parere tecnico la misura sottolineando come l’effetto negativo sarebbe stato quello di una riduzione della “variabilità di prezzo” tra i benzinai, disincentivando la concorrenza: l’effetto “cartello”, un paradosso considerando come la scelta del governo sia stata proprio quella dell’esposizione dei cartelli di prezzi medi.