Il provvedimento a sorpresa
Tassa sugli extraprofitti delle banche, cosa prevede la norma: così il governo vuole incassare 3 miliardi
Economia - di Redazione
È il vero annuncio a sorpresa della conferenza stampa tenuta nella serata di lunedì dopo il Consiglio dei ministri. Nei “decreti omnibus” approvati dall’esecutivo di Giorgia Meloni, nonostante i richiami del Quirinale contro i decreti legge disomogenei, è spuntata una tassa sugli “extraprofitti” delle banche.
Si tratta in sostanza degli introiti guadagnati dai gruppi bancari per via dell’aumento dei tassi di interesse su mutui e prestiti, attribuiti in gran parte ai tentativi della Banca Centrale europea di fermare l’inflazione.
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Una misura a sorpresa, visto che non era presente in alcuna anticipazione del decreto “Asset e Investimenti”: ma soprattutto il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, numero due della Lega, aveva escluso soltanto due mesi fa che il governo stesse lavorando a una misura simile.
Non è un caso dunque se proprio Giorgetti fosse assente alla conferenza stampa e che ad annunciare il provvedimento sia stato Matteo Salvini, ministro dei Trasporti e Infrastrutture ma soprattutto segretario della Lega. Salvini che in conferenza non ha spiegato esattamente come funzionerà la tassa sugli “extraprofitti” delle banche, ma che il governo intende ricavarci “alcuni miliardi”.
Secondo un’analisi del sindacato First Cisl i primi cinque grandi istituti di credito italiani (Intesa San Paolo, Unicredit, Banco Bpm, Mps e Bper) hanno superato complessivamente nel primo trimestre la soglia dei 10,3 miliardi di euro di utili netti, in crescita del 66% rispetto all’anno precedente. Attualmente chi ha sottoscritto un mutuo a tasso variabile da 126mila euro in 25 anni deve pagare 2.300 euro in più di interessi. Da questi numeri il governo Meloni ha tratto la convinzione della necessità di una tassa sugli utili delle banche, misura che è stata applicata anche in Spagna dal governo socialista di Pedro Sánchez.
Secondo il Sole 24 Ore, un testo ufficiale del decreto non è stato diffuso, l’intenzione del governo è quella di tassare al 40 per cento sia la differenza degli interessi “tra l’esercizio 2021 e 2022 eccedente il 3%”, sia “l’eccedenza del 6% maturata tra il 2021 e il 2023”.
Non è poi chiaro cosa ne farà il governo dei miliardi che otterrà dalla tassa: il Corriere della Sera ipotizza ad esempio che una parte potrebbe essere destinata alla riforma dell’Irpef.
I mercati, ovviamente, sembrano non gradire, con un’ondata di ribassi che colpiscono i titoli del settore questa mattina: Piazza Affari apre in rosso e brucia nelle prime ore di seduta 10 miliardi: affondano Bper (-7,6%) e Banco Bpm (-9%) ma soffrono tutte le quotate a Piazza Affari. Intesa Sanpaolo cede il 6,9%, Unicredit il 5,5%, Mps il 6,8%, Finecobank il 7,3%, Mediolanum il 3,3%, Mediobanca l’1,6% e Banca Generali il 2,84 per cento