Ecco perché sono in aumento

Meduse velenose in Italia: dal Salento alla Sardegna e Sicilia quali sono pericolose e quali innocue

Salute - di Redazione Web

28 Luglio 2023 alle 18:49 - Ultimo agg. 28 Luglio 2023 alle 18:54

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Meduse velenose in Italia: dal Salento alla Sardegna e Sicilia quali sono pericolose e quali innocue

Vivono galleggiando, fluttuando nel mare, e ultimamente, secondo i dati Ispra nel Mediterraneo sono sempre più abbondanti. Secondo gli scienziati questo fenomeno sarebbe da addebitare alla pesca massiva di pesci che si nutrono di meduse. Ma quante specie ci sono nei mari? E quante di queste possono essere un problema per la salute? Secondo quanto riportato da Dire, il fenomeno ha interessato particolarmente il Mar Ionio lo scorso anno: le coste del Salento sono state invase da un numero sempre crescente di Pelagia noctiluca. Nota anche come ‘medusa luminosa’, si tratta di una specie altamente urticante, che ha costretto i bagnanti a rinunciare al relax in mare.

Secondo quanto riportato da Geopop, le meduse si nutrono di zooplancton. Il sovrasfruttamento della pesca crea uno spazio in cui proliferano le meduse. In particolare la pesca massiccia di pesci predatori come il tonno, i crostacei e molluschi che si nutrono di meduse può portare a conseguenze devastanti per l’ecosistema marino lasciando uno spazio che poi viene occupato dalle Meduse. Il mare è infatti un ecosistema fatto di equilibri. Saltando un anello della catena alimentare, praticamente, le meduse entrano in diretta concorrenza con i pesci che si nutrono di zooplancton. E inoltre predano anche le uova e le larve di alcuni di questi pesci provocando un impatto diretto sulla biodiversità marina.

Quali sono le specie di Meduse e quali sono pericolose

Aurelia aurita

E’ grande 5-40 centimetri e al suo interno ha quattro anelli viola visibili i trasparenza. Cerca di restare ferma nel mare con movimenti pulsatori. Si trova generalmente in acque costiere, in prossimità di estuari e nelle baie. Non è urticante e si trova solitamente nell’ Oceano Atlantico, Pacifico e Indiano, Mar Mediterraneo e Mar Nero.

Pelagia noctiluca

Hanno un diametro di 6-10 centimetri con il bordo ondulato. E’ di colore rosa e viola striata. E’ dotata di 4 braccia e 8 tentacoli. Con i tentacoli entra in contatto con qualsiasi organismo si trovi sotto tiro. Non è letale per gli umani ma genera forte disagio. Si trova in acque più calde tra cui il Mediterraneo, solitamente a 12 – 30 metri di profondità.

Physalia physalis

Ha lunghissimi tentacoli che possono raggiungere i 50 metri di lunghezza. Si tratta di una colonia formata da animali più piccoli con un galleggiante a palloncino blu, viola o rosa che naviga a pelo d’acqua. Se tocca l’uomo provoca forte dolore e segni sulla pelle simili a frustate. Può succedere che inneschi shock anafilattico, con febbre e problemi polmonari e cardiaci, fino ad arrivare – in rari casi – alla morte. E’ una specie tropicale che tuttavia si può trovare anche nel Mediterraneo.

Olindias formosa

E’ una specie rara, reperibile nell’Oceano Pacifico dall’Argentina fino al Giappone, può arrivare a misurare circa 15 centimetri di diametro. E’ traslucida a strisce con bande opache e il suo veleno è molto potente per le sue piccole prede, ma non per l’uomo che può avvertire al massimo un po’ di bruciore cutaneo.

Cotylorhiza tuberculata

La sua forma è particolarissima e ricorda quella di un fiore o di un uovo all’occhio di bue. Ha un diametro di circa 40 centimetri. E’ presente in tutto il Mediterraneo a una profondità tra i 0 e i 7 metri di profondità. Non è pericolosa per l’uomo.

Chrysaora hysoscella

Il diametro misura fino a 30 centimetri e conta ben 24 tentacoli urticanti disposti in otto gruppi di tre. Vive in acque costiere fino a 30 metri di profondità sia nell’Oceano Atlantico che nel Mediterraneo. Infine, secondo quanto riportato da Geopop, nei nostri mari ci sono anche altre specie tra cui Aequorea, Mnemiopsis, Velella, Rhizostoma, Salpa, Charybdea e Rhopilema, ma solo gli ultimi due sono urticanti.

Cosa fare se si viene punti da meduse

Come suggerisce MareVivo Onlus, in caso di puntura di medusa è indicato sciacquare la zona interessata con acqua di mare. Se restano residui di tentacoli è bene rimuoverli delicatamente. Al contrario, meglio evitare di grattarsi o strofinare con la sabbia l’area irritata. Anche i bambini possono essere punti dalle meduse. Il pediatra Luigi Martemucci, Direttore del Dipartimento di Pediatria Generale e D’Urgenza dell’AORN Santobono – Pausilipon di Napoli ha spiegato all’Unità cosa fare: “La prima cosa da fare è uscire dall’acqua e lavare la zona irritata con acqua di mare. Ideale sarebbe applicare una crema a base di cloruro di alluminio. In mancanza valgono i cosiddetti “rimedi della nonna” ossia ammoniaca, urine, pietre calde, ecc”.

28 Luglio 2023

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