Il ritratto del campione
Chi è Thomas Ceccon, oro ai Mondiali di nuoto di Fukoka: il campione dei record
Sport - di Redazione Web
Nessun nuotatore italiano aveva mai vinto una medaglia mondiale nei 50 farfalla (o delfino, una specialità che non c’è alle Olimpiadi). Thomas Ceccon ha vinto l’oro ai mondiali di nuoto di Fukuoka, ha conquistato anche l’argento nel 100 dorso, mancando per un soffio il bis mondiale. E ha già migliorato il record italiano, che già deteneva, mezz’ora dopo essersi qualificato alla finale dei 100 metri dorso, dove martedì non è riuscito a difendere il titolo mondiale vinto un anno fa (con record mondiale) finendo secondo per 5 centesimi dietro lo statunitense Ryan Murphy. Un atleta straordinario che vince tanto e in specialità diverse. Nato a Thiene, provincia di Vicenza, il 27 gennaio 2001, sin da piccolo ha iniziato a nuotare sulle orme del fratello maggiore Efrem.
Alto un metro e 97 e pesa 87 chili, ha già portato a casa numerose vittorie importanti. Campione del mondo ai mondiali di Budapest 2022 nei 100 metri dorso, dove ha stabilito il primato mondiale con il tempo di 51″60, Ceccon è salito cinque volte sul podio mondiale in vasca lunga, eguagliando Massimiliano Rosolino. In un’intervista a Vanity Fair ha raccontato i suoi esordi: “Nella piscina di Schio, la città dove sono nato e cresciuto. Mio padre appunto mi lanciava questi hamtari e io mi esercitavo insieme a mio fratello a fare le subacquee. È uno dei miei primi ricordi, sicuramente tra i più belli”.
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In un’intervista alla Stampa ha fatto un rapido passaggio sulla sua vita sentimentale: “Sono fidanzato con Giorgia Biondani, una delle ragazze che nuotano a Verona con me. Lo sanno in pochi, è una storia recente e non è che sto a postare foto insieme o che. La mia vita privata non la spiffero”. E, sempre a Vanity Fair che chiedeva se tra un allenamento e un altro si può trovare il tempo per la vita sentimentale ha detto: “Il tempo, se vuoi, lo trovi. Certo, diciamo che se prendi una persona che fa sport, non per forza il tuo e non per forza ad alto livello, è più probabile riesca a capirti. Il rischio sennò è che magari le dici che sei arrivato secondo alla gara della vita, ti risponde che va benissimo e che il secondo posto è un bellissimo piazzamento. E no, il secondo posto non va per nulla bene”.
Si era definito “pecora nera” di un gruppo fantastico, forse il più forte di sempre a suo dire. Figlio di un calciatore e di una pattinatrice, ha fatto sport fin da piccolo. Con il fratello Efrem giocavano a tennis. Sono passati al nuoto perché con i capelli lunghi, che non volevano tagliare, faceva troppo caldo. È tesserato per l’Asd Leosport/Fiamme Oro. Ha vinto il bronzo mondiale nella 4×100 sl, i bronzi europei a Budapest 2020 (4×100 sl, 4×100 misti e 4×100 sl mista). A livello giovanile, Ceccon aveva conquistato l’oro nei 50 stile libero alle Olimpiadi giovanili di Buenos Aires 2018 (anche argento nei 50 dorso e 200 misti, bronzo nei 100 dorso e 4×100 sl) e aveva vinto l’oro nei 100 dorso ai Mondiali giovanili del 2019. Con il suo record ha cancellato il tabù italiano nel dorso che finora aveva visto solo Stefano Battistelli sul podio iridato con l’argento nei 200 dorso a Perth 1991, emulato ai Mondiali di Roma 1994 da Lorenza Vigarani.
“Il record del mondo in Italia l’hanno fatto 4 atleti forse, è un ‘achievement’ che per la carriera di uno sportivo è tanta roba – ha detto l’azzurro ai microfoni della Rai un anno fa a Budapest -. Oggi gli americani sono andati molto forte, Murphy si nasconde sempre e poi in finale tira fuori quello che non ha. L’altro ragazzo (Armstrong, ndr) ha la mia età e sapevo che poteva andare forte. La gara di ieri mi ha dato tanta sicurezza, oggi non dico che sapevo di vincere ma secondo me non avevo rivali. L’emozione? Sinceramente non lo so, non ne ho idea. Poi ovviamente oggi mancavano i due russi, sarebbe stata una sfida ancora maggiore. L’obiettivo non è questo, è più in alto, ma già così sono contento“.
Dalle Olimpiadi di Tokyo era tornato a casa con due medaglie, entrambe in staffetta, argento nella 4×100 e bronzo nella mista. È arrivato ai mondiali in Ungheria dopo non pochi contrattempi. “Ho saltato la mia classica preparazione, ho deciso di gareggiare nella Isl, la lega privata, fino a dicembre, quindi ho messo meno chilometri all’inizio. Poi a febbraio ho avuto il Covid: un paio di giorni di raffreddore, pensavo tutto ok, ma per mesi non sono stato più io. Lavoravo duramente, ma facevo tempi che non ho mai fatto in vita mia. Agli Assoluti sono arrivato solo sesto nei 100 stile, quindi quella gara qui a Budapest non la farò”, aveva detto a Il Corriere della Sera.
A descrivere e celebrare sulle pagine del quotidiano spagnolo El Pais l’impresa di Ceccon l’esperto di biomeccanica Raul Arellano. “Ha nuotato con una frequenza straordinariamente bassa. È un evento molto raro ed è dovuto a una tecnica eccezionale“, si legge sul giornale iberico. “Ceccon ha mantenuto sangue freddo. Contro ogni logica di biomeccanica e fisiologia, che costringono i nuotatori ad aumentare la frequenza dei colpi quando la fatica determina una maggiore immersione del corpo in acqua, l’italiano ha dato 34 bracciate nei primi 50 metri e solo 33 nel secondo, quando la logica avrebbe voluto che fossero 35 o 36“. Un articolo che celebra la scuola di nuoto italiana: “L’impresa di Ceccon non sembra casuale. Lo ha dimostrato Nicolò Martinenghi con l’oro nei 100 rana. L’Italia è il paese europeo che più resiste alla supremazia degli Stati Uniti. E riesce a farlo grazie ai suoi velocisti fenomenali. A differenza della Spagna, dove ogni individuo sfrutta le proprie possibilità, gli italiani hanno creato una vera squadra“.