Tutti contro tutti

Faida Pd: Schlein fa fuori Cuperlo, Bonaccini mette nel mirino Elly

Il governatore dell’Emilia Romagna raduna la sua nuova corrente a Cesena, dove c’è pure la segretaria. Che arriva all’appuntamento dopo aver sostituito con Zingaretti il suo ex sfidante

Politica - di David Romoli

22 Luglio 2023 alle 13:00 - Ultimo agg. 23 Luglio 2023 alle 08:56

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Faida Pd: Schlein fa fuori Cuperlo, Bonaccini mette nel mirino Elly

Una “corrente per mettersi in competizione con altri”, o più precisamente con “l’altra”, con Elly Schlein? “Assolutamente no”, risponde a se stesso Stefano Bonaccini. L’adunata di Cesena, “Energia popolare”, serve solo a offrire “un contributo di idee” alla “tanta gente che non vuole rinunciare a un’idea riformista del Pd e del centrosinistra”. Bizantino e obliquo come tutto e tutti nel Partito democratico, dove anche dar vita a una minoranza diventa un esercizio di equilibrismo incomprensibile fuori dai vertici del partito.

A Cesena c’è l’area di Bonaccini e c’è Base riformista, la corrente “semirenziana” che ha insistito per convocare l’appuntamento e che si scioglierà nella non-corrente nata in questo week-end. Non è il “correntone” di tutte le minoranze, o almeno non lo è ancora. I Giovani Turchi, la corrente di Orfini, non aderiscono a livello nazionale ma solo emiliano-romagnolo. Gli Ulivisti invieranno una delegazione, ma solo in omaggio a Prodi che parla oggi e ha insistito, peraltro sfondando una porta aperta, perché fosse invitata Elly, ospite d’onore ieri con tanto di traboccanti manifestazioni di cordialità nei confronti del rivale sconfitto. Non ci saranno i cattolici e neppure Paola De Micheli.

La segretaria è arrivata con lo scalpo alla cintura di Gianni Cuperlo, sino a ieri mattina presidente della Fondazione Costituente, messo alla porta e sostituito senza spiegazioni da Nicola Zingaretti. Il triestino, uno dei pochissimi intellettuali che il gruppo dirigente possa vantare, l’ha presa malissimo. Le ragioni di una defenestrazione così brutale sono molte e diverse. La vendicatività della segretaria certamente c’azzecca, assicura chi la ha conosciuta bene in Emilia e a Strasburgo. Elly non ha perdonato a Cuperlo l’essersi candidato contro di lei, averla contrastata da sinistra in nome di una diversa idea di partito: più tradizionale, più strutturata, ispirata più al modello del vecchio Pci che a quello di un collettivo universitario.

Però non c’è solo questo. La Fondazione dovrà assumere un ruolo ben diverso da quello di studio e approfondimento per cui era nata. Quale? Una camera di compensazione per sbloccare l’elemento che più di tutti determina il disagio diffuso nel partito. Parlare con la segretaria è impossibile. Elly si confronta solo con pochi fedelissimi. Per tutti gli altri le porte sono chiuse. “Non è solo che non ascolta nessuno: è che neppure parla con nessuno”, sbotta un dirigente. La Fondazione dovrebbe diventare il luogo deputato, almeno in parte, a quel confronto e dialogo oggi inesistenti.

Su una Fondazione delegata a un simile compito, però, la segretaria chiede garanzie di controllo: per decidere chi entrerà a farne parte e chi no bisognerà passare per il suo vaglio: il caso di D’Alema e della Fondazione ItalianiEuropei, che già imbarazza Zingaretti, è solo la punta dell’iceberg. Quel controllo della segreteria l’ex governatore del Lazio lo garantisce, Cuperlo no. C’è infine una questione di soldi. Zingaretti, che punta alle elezioni europee, avrebbe chiesto la presidenza della Fondazione con l’obiettivo di renderla adeguata ai finanziamenti europei. Con profonda irritazione di Cuperlo che si è sentito tradito.

L’eco della tempesta provocata nelle chat dalla cacciata di Cuperlo è arrivato appena a Cesena. Bonaccini, presentando la nuova corrente, ha definito Energia popolareun cammino che riprende” in nome del pluralismo necessario perché “un grande partito esiste solo se è plurale”. La felpatezza e la sostanziale ambiguità della corrente che nasce oggi, plurale ma non in dissenso, critica ma non apertamente d’opposizione, deriva dall’incertezza di Bonaccini sul da farsi.

Prima delle elezioni europee la segretaria è intoccabile: un’opposizione aperta verrebbe interpretata quasi come un sabotaggio. La partita si riaprirà, forse, dopo le europee, se i risultati saranno deludenti, oppure anche più tardi, dopo le Regionali del 2025. Per ora si tratta solo di segnalare una presenza critica su temi come la transizione ecologica troppo radicale o la gpa. L’offensiva arriverà se le europee andranno male oppure se cadrà uno dei due bastioni a rischio: l’Emilia e la Toscana.

22 Luglio 2023

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