Il grande bluff
La riforma della giustizia di Nordio è una presa in giro
C’è l’abolizione dell’abuso d’ufficio e basta. Per il resto ogni misura garantista è accompagnata da limitazioni così grandi da annullarla
Editoriali - di Piero Sansonetti
E voi la chiamate riforma della Giustizia? E voi dite che è stato reso onore a trent’anni di battaglie di Berlusconi e dei garantisti? E voi magistrati, addirittura, urlate ai quattro venti che vi stanno stroncando le gambe e che imbavagliano la stampa? Ma che stupidaggini! La riforma proposta da Nordio è come un bicchiere di acqua fresca. Non cambia una virgola nel processo penale, o forse cambia qualche virgola, ma giusto quelle, e lascia intatto il potere e lo strapotere delle procure.
Non aumenta di un’oncia – al massimo di mezza oncia – le garanzie per i cittadini e tantomeno per gli imputati. Aggredisce i giornalisti al servizio delle Procure minacciandoli con pene terrificanti: fino a 250 euro di multa, rateizzabili. Un po’ meno che se ti portano via la macchina col carratrezzi. Vediamo bene. L’unica misura concreta ed effettiva è l’abolizione del reato di abuso d’ufficio. Che è una riforma del codice, non della giustizia. La macchina della giustizia e il suo putridume restano non sfiorati. L’abolizione dell’abuso di ufficio era urgente per svariati motivi. Il primo è che non è evidentemente un reato, l’abuso d’ufficio, visto che nel 99,7 per cento dei casi il processo, molto costoso, si conclude con l’assoluzione.
In primo grado. Poi, di solito, in secondo grado le condanne si dimezzano, e dunque diventano lo 0,15 per cento. Può esistere un reato così? Dicono alcuni Pm: ma è un “reato spia”. Cioè ci serve per indagare su altro. Ma dove hanno studiato, questi? Da quando in qua i reati sono non reati in se stessi ma strumento di indagine? Mammamia, ragazzi, che bisogna sentir dire, e senza che nessuno dica loro: tornate alle medie! E poi il reato d’abuso d’ufficio viene abolito per un’altra ragione più concreta. se resta in piedi addio Pnrr. Con danni economici e politici terrificanti.
Per il resto siamo a zero. Si dice che siano state ridotte le possibilità di usare il carcere preventivo, si dice che siano state ridotte le possibilità di pubblicare sui giornali le intercettazioni, si dice che finalmente si sia deciso di rispettare il codice penale e venga negata ai Pm la possibilità di andare in appello in caso di assoluzione in primo grado. Non è vero. Le eccezioni previste a ciascuna di queste misure sono talmente grandi da azzerare le misure. Vero, prima di arrestare devi interrogare l’indiziato, ma solo se non ha commesso reati gravi e solo se non c’è il rischio di inquinamento delle prove o di fuga. Quindi? Quindi, praticamente zero. Vero, non può più il Pm ricorrere in appello, ma solo per i reati piccoli, per quelli grandi può ricorrere. Ma per i reati piccoli il ricorso è già rarissimo.
Ora voi tenete conto del fatto che nel codice penale c’è scritto chiaro chiaro che nessuno può essere condannato se non ritenuto colpevole oltre ragionevole dubbio; e allora, ditemi un po’, ma una sentenza di assoluzione non vi sembra un ragionevole dubbio? E lo sapete che già i romani avevano stabilito che nessuno può essere processato due volte per lo stesso reato? E che cos’è un processo d’appello dopo una assoluzione se non una ripetizione del processo?
Delle intercettazioni abbiamo già detto. Le parti non pubblicabili in realtà le decide il Pm, e comunque se poi le pubblichi lo stesso, anche violando la legge, così come se violi il segreto, ammesso che decidano di perseguirti (ma i casi sono davvero rarissimi) ti fanno una bella multa e tutto finisce lì. Che imbroglio. Che assurdo gioco delle parti. Non troveremo mai una maggioranza politica che accetti di riformare la giustizia. Di togliere il potere di arresto ai giudici. Di separare le carriere. Di introdurre la responsabilità civile del magistrato. Di mettere la difesa sullo stesso piano dell’accusa. E tutto il resto.
Mai, mai. I politici, quasi tutti, sono sottomessi alla magistratura. E non hanno l’ardire e l’ardore per tornare liberi. Ora che non c’è più neppure Berlusconi, che – diamogliene atto – è l’unico che ci ha provato (infatti i magistrati hanno provato a metterlo in prigione) credo che le possibilità che una riforma si faccia davvero abbia una percentuale simile a quella delle condanne per abuso d’ufficio…