Alla Camera

Chi è Paolo Ciani, il nuovo vice capogruppo del Pd contrario alle armi all’Ucraina

Segretario di Demos, vicino alla Comunità di Sant'Egidio. Non è iscritto al Pd e non ha intenzione di iscriversi. "Non credo nella vittoria militare, cioè armare l'Ucraina perché possa vincere"

Politica - di Redazione Web

9 Giugno 2023 alle 16:52

Condividi l'articolo

Chi è Paolo Ciani, il nuovo vice capogruppo del Pd contrario alle armi all’Ucraina

Paolo Ciani è l’unico membro del gruppo parlamentare del Partito Democratico ad aver votato contro l’invio di armi in Ucraina. La sua nomina a vice capogruppo alla Camera dei deputati, voluta dalla nuova segretaria Elly Schlein, ha aperto un altro caso all’interno del partito, già attraversato da tensioni dopo la pesante sconfitta elettorale alle ultime amministrative. A complicare la situazione il fatto che Ciani abbia preso il posto di Piero De Luca, figlio del governatore della Campania Vincenzo De Luca, una delle poche Regioni ancora governate dal centrosinistra.

Ciani ha 53 anni, è di Roma, una moglie e due figli. È stato eletto con un piccolo partito, Democrazia Solidale (Demos), che alle ultime elezioni politiche del settembre 2023 si è presentato nelle liste del Pd e che ha eletto il solo Ciani. È al primo incarico da Parlamentare. Prima era stato consigliere regionale nella Regione Lazio e consigliere comunale a Roma. Alle ultime comunali si era presentato alle primarie del Pd che avevano eletto l’attuale sindaco Roberto Gualtieri. Ciani aveva raccolto appena il 7 per cento.

È il segretario nazionale di Demos da poco più di un anno, non è iscritto al Pd e ha ribadito di non aver intenzione di iscriversi. È stato il responsabile romano della Comunità di Sant’Egidio, l’associazione di volontariato di ispirazione fortemente cattolica cui resta legato. Alle politiche del 2022 era stato candidato dalla coalizione di centrosinistra nel collegio uninominale del municipio 1 di Roma. È stato eletto con il 38% delle preferenze. Da vicecapogruppo Ciani si affiancherà ad altri tre parlamentari di centrosinistra. La leadership in aula fa riferimento alla capogruppo Chiara Braga, che ha proposto a Ciani di diventare vice.

Ciani ha rilasciato un’intervista a Repubblica in cui ha definito la scelta di nominarlo vice in aula da parte di Elly Schlein “un segno di attenzione da parte della segretaria ai cattolici in generale”. La scelta di Schlein sembra voler aprire il partito a posizioni vicine a quelle del cristianesimo sociale, una scelta che ha suscitato diversi malumori. Il Pd ha sempre sostenuto le posizioni occidentali e atlantiste nella guerra in Ucraina. Ciani si è detto contrario – in Italia già illegale – alla gestazione per altri (GPA). “Conoscendo bene il Sud America, so come questa pratica si trasformi nello sfruttamento di donne povere, una mercificazione del corpo. Ma non amo fare battaglie ideologiche, quindi sono favorevole alla registrazione dei figli di coppie Lgbt+. E il reato universale per la Gpa proposto dalla destra mi sembra proprio questo, una battaglia ideologica. Sbagliata”.

E sulla guerra in Ucraina: “Ho molti amici fraterni in Ucraina, che sono stati sotto le bombe o che sono scappati, a cui abbiamo dato aiuto come Sant’Egidio e anche io personalmente. Però il tema è come aiutare Kiev a superare questa guerra. Non credo nella vittoria militare, cioè armare l’Ucraina perché possa vincere”. Secondo Ciani l’Europa e l’Occidente non stanno facendo abbastanza per portare il conflitto verso un cessate il fuoco. “Nel nostro popolo questa discussione c’è, è un fronte molto più ampio di come è rappresentato in Parlamento, nei numeri del gruppo. Il Pd la scorsa legislatura ha fatto una scelta legittima, dopo una novità sconvolgente e mentre sosteneva un governo di unità nazionale, ma ora dopo un anno e mezzo di guerra il partito può evolvere in nuove posizioni. Si può anche cambiare parere. Il no alle risorse del Pnrr per le munizioni è stato un salto di qualità, non sbagliato”.

Ha voluto chiarire di non aver preso il posto di Piero De Luca, “perché prima erano 3 i vice-capigruppo, ora siamo in 4”, rimasto nel suo ruolo di segretario con delega al Pnrr. “Ho avuto l’impressione che si sia disputata una partita politica tipica di una politica che a me piace zero. Fatta di pedine, di spostamenti, di scacchi, di affermazione del proprio potere. Non va bene. Non credo davvero che il Pd abbia bisogno di questo. Il rinnovamento non vuol dire cambio dei gruppi dirigenti. Spoil system. Iconoclastia – ha scritto il direttore dell’Unità Piero Sansonetti – Se l’imposizione al vertice del gruppo parlamentare di Paolo Ciani è solo un atto della battaglia di potere, peccato. Sarebbe una notizia pessima. Se invece Ciani intende dare battaglia per cambiare la posizione del Pd, allora è una novità vera”.

9 Giugno 2023

Condividi l'articolo