Il delitto di Senago

Omicidio Giulia, così Impagnatiello avrebbe premeditato di ucciderla: su Internet la ricerca sul veleno per topi

Cronaca - di Redazione

7 Giugno 2023 alle 08:21

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Omicidio Giulia, così Impagnatiello avrebbe premeditato di ucciderla: su Internet la ricerca sul veleno per topi

Il giudice per le indagini preliminare Minerva ha escluso la premeditazione nella convalida del fermo, gli investigatori ne sono ancora convinti: Alessandro Impagnatiello non ha deciso di uccidere la fidanzata Giulia Tramontano sabato sera, dopo averla incontrata al rientro del faccia a faccia tra la 29enne napoletana, incinta al settimo mese, e l’amante di lui.

Il 30enne barman lo avrebbe pensato e pianificato addirittura un paio di settimane prima, quando ha cercato su internet gli effetti che fa il veleno per topi sugli esseri umani. Nella giornata di martedì gli investigatori, scrive il Corriere della Sera, hanno sequestrato una confezione di veleno per topi nell’appartamento in cui viveva la coppia a Senago, in provincia di Milano.

Non solo. Impagnatiello ha cercato alcune parole precise su Internet: “veleno per topi all’uomo”. Ovvero gli effetti del veleno per topi sull’uomo. Secondo gli investigatori per sapere quanto ne serviva per uccidere la compagna.

Altro punto che spingerebbe verso la tesi della “premeditazione” tira in ballo la madre del killer. Il titolare di un bar a poche decine di metri dal luogo del ritrovamento del cadavere di Giulia Tramontano ha, infatti, riferito che lunedì mattina (due giorni dopo il delitto) Impagnatiello e la madre gli avevano chiesto se all’esterno del locale ci fossero delle telecamere.

La donna, Sabrina Paulis, in lacrime aveva accusato in tv il figlio di essere “un mostro”. Ma la stessa madre potrebbe esser stata utilizzata da Alessandro come parte della recita nei giorni immediatamente successivi al delitto.

Nell’appartamento del 30enne reo confesso la scientifica, alla presenza dei magistrati, del della famiglia della vittima Giovanni Cacciapuoti e del nuovo difensore di Impagnatiello, Giulia Geradini, ha trovato “numerose tracce di sangue”.

Tracce trovate in più punti: in cucina, lungo le fughe delle piastrelle, e in salotto, una addirittura visibile ad occhio nudo su un muro. Gl esami col luminol hanno evidenziato anche i segni del trascinamento del corpo.

Tra gli oggetti sequestrati nell’appartamento, un trilocale, anche una bottiglia di benzina quasi vuota (Impagnatiello ha tentato due volte di bruciare il corpo della fidanzata) e un grosso rotolo di pellicola da cucina, simile a quella avvolto al corpo di Giulia all’altezza del busto. Gli investigatori hanno sequestrato anche l’intero ceppo di coltelli nel quale il 30enne aveva rimesso l’arma del delitto, una lama di 6 centimetri con il manico nero che ha lavato con acqua e sapone dopo l’accoltellamento.

Oltre all’abitazione, andranno effettuati rilievi scientifici anche nel garage e nella cantina in cui Impagnatiello ha raccontato di aver occultato il corpo di Giulia, prima di gettarlo in un’intercapedine dietro a dei box a qualche centinaio di metri di distanza da casa.

Tra gli oggetti ritrovati anche i documenti di Giulia: carabinieri e vigili del fuoco hanno scoperto in un tombino del parcheggio del capolinea Comasina la patente, il bancomat e la carta di credito della fidanzata di Impagnatiello, posti che aveva indicato nella sua confessione. All’appello manca però lo smartphone della ragazza, che potrebbe contenere materiale importante per le indagini.

di: Redazione - 7 Giugno 2023

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