La guerra in Ucraina
Zelensky annuncia: “Pronti alla controffensiva, adesione alla NATO ora impossibile”
L'annuncio al 464esimo giorno di guerra. "Un gran numero di soldati morirà". L'allarme di Putin sui "malvagi che vogliono destabilizzare la Russia"
Esteri - di Antonio Lamorte
Sembra essere arrivato il momento della controffensiva ucraina ai danni della Russia. Il Presidente Volodymyr Zelensky ne ha parlato in un’intervista al Wall Street Journal: “Crediamo fermamente che avremo successo”. La dichiarazione arriva al 464esimo giorno di guerra, mentre si moltiplicano gli attacchi a Kiev e in Russia soprattutto nella Regione di Belgorod, mentre la battaglia continua a infuriare nell’est del Paese senza grandi stravolgimenti, mentre i negoziati e i colloqui per arrivare a una pace o a un cessate il fuoco restano impantanati.
Della controffensiva si parla da mesi. Zelensky si trova a Odessa. Ha riconosciuto la superiorità aerea russa e la mancanza di protezione. “Un gran numero di soldati morirà”. Due morti oggi negli attacchi a Belgorod in Russia. I missili continuano a cadere su Kiev e su Kherson. A est i russi si sono fermati alla conquista controversa di Bakhmut a maggio. L’inviato del Presidente cinese Xi Jinping nella capitale ucraina ha avvertito sul “rischio escalation” provocato dal “grande divario tra le parti”. Il Presidente russo Vladimir Putin ha chiesto al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite di “fare di tutto per impedire la destabilizzazione della Russia, considerando gli sforzi compiuti dai nemici dello Stato per influenzare la situazione interna”.
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Perché ormai uno dei fronti caldi della guerra è proprio in Russia, dopo gli attacchi a Belgorod e nei pressi di Mosca nelle ultime settimane. L’artiglieria ucraina ha colpito. Le incursioni della Legione Russia libera, composta da cittadini russi anti-Putin, hanno interessato diversi punti della provincia di Belgorod. Segnalate esplosioni anche a Kursk, Kaluga, Bryansk e Smolensk. Putin ha parlato di “malvagi che stanno aumentando i loro sforzi per destabilizzare il Paese”.
Zelensky oggi ha riconosciuto che l’ingresso dell’Ucraina nell’Alleanza Atlantica non avverrà a breve. “Siamo persone ragionevoli e capiamo che non abbiamo intenzione di trascinare un solo Paese della Nato in una guerra. Pertanto, capiamo che non saremo membri della Nato mentre questa guerra è in corso. Non perché non lo vogliamo, ma perché è impossibile”. Era tornato a pressare le potenze occidentali nel summit Cpe in Moldavia, dove aveva sollecitato l’ingresso di Kiev nella NATO e nell’Unione Europea e dove aveva proposto che tutti i Paesi confinanti con la Russia entrassero nell’Alleanza. L’accoglienza era stata fredda da parte di altri Paesi, era stato tutto rinviato al vertice di luglio a Vilnius. I trattati NATO non prevedono che Paesi in guerra entrino nell’alleanza. Stati Uniti, Regno Unito, Francia e Germania sono pronti a garantire altre armi. Zelensky insiste a chiedere i jet da combattimento F-16.
L’obiettivo della controffensiva è riconquistare i territori occupati dai russi non soltanto dall’invasione scattata il 24 febbraio 2022, ma anche la Crimea e le regioni del Donbass annesse nel 2014. Washington e NATO ufficialmente sono d’accordo: tocca agli ucraini decidere fino a che punto spingere e fermarsi. Serpeggia però lo scetticismo sulla possibilità che Kiev possa realmente tornare a riprendersi tutti quei territori. Allo studio anche nuovi modelli, come quello di Israele o la “neutralità permanente” dell’Austria. L’Occidente è cosciente delle garanzie che cerca l’Ucraina: nel 1994 venne firmato il “Memorandum di Budapest” in cui Kiev cedeva le testate nucleari a Mosca ottenendo da Russia, USA e Regno Unito l’impegno a garantire la sua integrità territoriale. Accordo appunto tradito da Putin. Il capo della CIA William Burns ha incontrato in una missione riservata a Pechino i vertici dei servizi segreti cinesi. I tentativi diplomatici si sono moltiplicati nelle ultime settimane. Dal vaticano alla Turchia, al Brasile all’India all’Indonesia agli Stati africani.