La diplomazia e le armi
Guerra in Ucraina, la Cina prova a mediare ma Zelensky rilancia la controffensiva: “Ci riprenderemo tutto”
Esteri - di Umberto De Giovannangeli
La diplomazia e le armi. Tra spiragli negoziali e annunci di imminenti contro-offensive. La Russia torna a elogiare la posizione “equilibrata” della Cina sulla guerra in Ucraina e punta il dito contro gli “ostacoli creati da Kiev e dall’Occidente” per arrivare alla pace. L’inviato speciale cinese per la ricerca di una soluzione al conflitto tra Russia e Ucraina, Li Hui, è arrivato ieri a Mosca: nell’ultima tappa del suo lungo tour diplomatico, il rappresentante speciale cinese ha incontrato per circa un’ora e mezzo il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov. Un colloquio dai toni cordiali quello tra i due diplomatici, secondo quanto trapela da Mosca, che conferma la sintonia con Pechino, a soli tre giorni dalla visita in Cina del primo ministro russo, Mikhail Mishustin. Lavrov ha elogiato la “disponibilità di Pechino a svolgere un ruolo positivo nella risoluzione del conflitto”, sottolinea il ministero degli Esteri russo.
La posizione della Cina, che si dice neutrale rispetto alla “crisi ucraina”, come la definisce Pechino, è stata oggetto di critiche in Occidente. Per il presidente cinese, Xi Jinping, “non c’è una panacea per risolvere la crisi” e solo martedì scorso, a Pechino, il leader cinese confermava il “fermo sostegno” della Cina alla Russia sulle questioni di “interesse fondamentale”. La posizione della Cina è stata ribadita più volte dallo stesso Li negli incontri dei giorni scorsi. Nel corso della missione, l’inviato cinese ha ribadito l’impegno per arrivare a un cessate il fuoco con i suoi interlocutori, che in più di un’occasione hanno sottolineato l’importanza della sovranità nazionale dell’integrità territoriale dell’Ucraina. Un punto, quest’ultimo, ancora controverso, con Pechino che riconoscerebbe alla Russia le regioni annesse, secondo quanto scriveva ieri l’agenzia Ria Novosti.
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L’incontro tra Li e Lavrov giunge pochi giorni dopo quello con il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, e con il presidente Volodymyr Zelensky, e dopo i colloqui con Polonia, Francia e Germania. La pax moscovita. In sette punti. Cessazione delle ostilità da parte delle forze armate ucraine; Stop alla fornitura di armi occidentali; Ritorno dell’Ucraina a uno status neutrale, rifiuto di aderire alla Nato e all’Ue; Riconoscimento delle “nuove realtà territoriali che si sono sviluppate a seguito della realizzazione del diritto dei popoli all’autodeterminazione”; Tutela dei diritti dei cittadini di lingua russa e delle minoranze nazionali; Garantire lo status di lingua di stato per la lingua russa; Rispetto dei diritti umani fondamentali, compresa la libertà di religione.
Secondo i media russi i primi due requisiti sono necessari per un “accordo” volto a una tregua, il resto servirà al “raggiungimento di una pace globale, giusta e duratura”. Nel frattempo, l’Ucraina è pronta a lanciare la tanto attesa controffensiva contro le forze russe: lo ha riferito Oleksiy Danilov, segretario del Consiglio nazionale di sicurezza e difesa, intervistato dalla Bbc. Danilov non ha dato date, ma ha sostenuto che l’assalto per riconquistare il territorio occupato dai russi potrebbe cominciare “domani, dopodomani o tra una settimana”. Vicinissimo a Zelensky e alla strategia ucraina, Danilov ha aggiunto che Kiev “non può sbagliare”: è “un’opportunità storica” che “non possiamo perdere”. Non ci sono alternative alla pace in Ucraina, ma per arrivarci “dobbiamo arrivare al giorno in cui potremo dire di aver posto fine a questa guerra con la nostra vittoria”. Così su Telegram il presidente Volodymyr Zelensky, in quella che appare come una sorta di risposta alla proposta cinese di pace che prevede la cessione da parte di Kiev dei territori già occupati dai russi.
“È la pace che trasmetteremo ai nostri figli e nipoti come eredità della generazione attuale. Non abbiamo e non vogliamo altre alternative. Ma per trasmettere la pace come eredità, dobbiamo arrivare al giorno in cui potremo dire di aver posto fine a questa guerra con la nostra vittoria”, il testo completo dell’ultimo post del presidente sul suo canale social preferito.
La guerra continua.