La sconfitta ai ballottaggi
Elly Schlein sotto tiro nel Pd: basta decidere tutto da sola
Ora tocca a lei dimostrare che ha la forza per imporre delle idee e per guidare il suo partito a una lotta contro la destra
Editoriali - di Piero Sansonetti
Elly Schlein ha preso un colpo serio al voto per i ballottaggi. Anche perché era passata la convinzione che comunque il Pd avrebbe goduto di un effetto Schlein, sebbene, finora, la Schlein sia rimasta praticamente immobile sulla scena politica. Ed è molto difficile capire quale sia la sua linea, il suo disegno strategico.
Nel Pd iniziano a prendere corpo le preoccupazioni, e l’idea che forse la Schlein non abbia un disegno strategico. E che abbia vinto le primarie, sconfiggendo Bonaccini, solo sulla base di una immagine, di una speranza. E di una spinta “nuovista”, la stessa che in questi anni spesso ha determinato la politica italiana: Renzi, Grillo, Di Maio, Salvini, e alla fine Meloni. Tutti questi leader hanno mosso sentimenti e speranze fondati essenzialmente sulla sensazione che fossero una rottura con il passato. Il nuovo. Ma una rottura con il passato non è una strategia: è solo una scelta di immagine. Una volta c’erano il socialismo, il liberalismo, l’idealità cattolica, o radicale. Queste idee, o ideologie, possono essere sostituite dalla rottamazione?
La Schlein da oggi in poi non potrà più godere sulla rendita di posizione ottenuta con la vittoria alle primarie. E dovrà rispondere ad un partito ben radicato nella società italiana, che al suo congresso non aveva scelto lei ma aveva scelto Bonaccini. Ora tocca a lei dimostrare che ha la forza per imporre delle idee e per guidare il suo partito a una lotta contro la destra. Quando si dice lotta contro la destra non si intende la propaganda, che è sempre un aspetto importante della politica, ma non è l’aspetto fondamentale. Fin qui il Partito democratico ha dimostrato una grande debolezza sul piano della strategia e dell’idealità.
Guardate cosa fa la destra. Ha idee semplici e chiare: taglio delle tasse e quindi del welfare, autoritarismo a scuola, aumento della repressione, meritocrazia, recupero di vecchi valori reazionari, lotta all’immigrazione, difesa di politiche repressive e di esaltazione della punizione. Vi piacciono queste idee? No, ok. Ma sono immediatamente comprensibili da una parte consistente dell’elettorato, e sono anche facilmente apprezzabili. Tengono insieme: sono ideologia. Le idee della sinistra quali sono? Non si conoscono.
Soprattutto sui temi decisivi: welfare, giustizia, fisco, guerra. Ormai sono anni che il Pd su questi temi sbanda. Non si tratta di recuperare un’identità, si tratta di fissare una politica. Forse l’ultimo segretario che ha provato a dare un profilo al partito è stato Zingaretti. Lo hanno travolto. Da allora solo confusione e errori. Non c’è più molto tempo per imprimere una svolta. Una svolta è urgentissima.